Arrivato in Cina per insegnare scienze agli studenti cinesi del Collegio fondato dai padri lazzaristi, il sacerdote Armand David si trasforma in un leggendario esploratore naturalista. Percorre per lo più a piedi 11.000 chilometri, affronta la fame, un tentativo di avvelenamento, un naufragio e ogni genere di malattie, salva dall'estinzione il cervo che porta il suo nome, individua il panda e centinaia di animali e piante. Ma anche l'albero che lo ricorda, Davidia involucrata, è protagonista di una storia molto avventurosa. Da missionario a esploratore naturalista Al termine della seconda guerra dell'Oppio, la Cina è costretta a firmare la Convenzione di Pechino (1860) che, tra l'altro, concede ai missionari cristiani di muoversi liberamente nel paese. Ad approfittarne per primi, i missionari francesi, da tempo presenti in Cina: dopo la soppressione dei gesuiti (come padre d'Incarville, primo diffusore della flora cinese in Europa), dal 1783 a Pechino si sono installati i lazzaristi (nome con cui è comunemente conosciuta la Congregazione della missione). Come i loro predecessori, sono riusciti a rimanere in Cina e ad ottenere un sia pur minimo radicamento utilizzando come copertura le competenze tecniche e scientifiche. Nel corso degli anni, soprattutto dopo il trattato di Nanchino, hanno creato piccole missioni in diverse parti del paese. La nuova situazione apre favorevoli prospettive; con l'appoggio del ministero degli esteri francese (che vede nei lazzaristi uno strumento per estendere la sfera d'influenza della Francia in Cina), l'ordine decide di aprire a Pechino un grande Collegio, destinato alla formazione dei proseliti cinesi. E' così che nell'estate del 1862 arriva a Pechino, con il compito di insegnare scienze naturali nel Collegio appena fondato, un giovane sacerdote lazzarista, Armand David. Ha una notevole esperienza in campo educativo (per dieci anni ha insegnato scienze al Collegio di Savona), ed è un naturalista le cui competenze spaziano a 360° dalla zoologia alla botanica alla mineralogia. Fin da subito, inizia ad affiancare all'intenso lavoro didattico e all'attività sacerdotale brevi escursioni naturalistiche nei dintorni della capitale per raccogliere materiali, destinati in parte al museo didattico del Collegio, in parte ad alcuni professori dell'Accademia delle Scienze e del Museo di storia naturale di Parigi, cui li ha promessi prima di partire. Sia nel 1862 sia nel 1863, fa anche due viaggi più lunghi (a Kalgan, a nord ovest di Pechino, a piedi della grande muraglia, e a Jehol, a nord est) che, se hanno lo scopo principale di apprendere meglio la lingua, gli permettono anche di incrementare le sue collezioni. In entrambi i casi, invia a Parigi alcune casse di semi e esemplari di animali e piante, lasciando stupefatti i professori parigini, certamente per la loro quantità e qualità, ma soprattutto dell'eccezionale valore delle note di David. E' un'occasione da non perdere! Su loro richiesta, il ministro della Pubblica Istruzione chiede al superiore generale dei lazzaristi di liberare padre David dal lavoro del collegio, in modo che possa dedicare tutto il suo tempo all'esplorazione naturalistica. Il superiore accetta, e il missionario naturalista si trasforma in un esploratore a tempo pieno, le cui spese saranno da questo momento a carico del Ministero della pubblica istruzione e del Museo di Scienze Naturali di Parigi. La rete missionaria fornirà invece l'appoggio logistico, sia fornendo servitori e aiutanti, sia soprattutto mettendo a disposizione di David i locali delle missioni distaccate, dove il sacerdote naturalista farà tappa o creerà le proprie basi operative. Avrà così inizio una delle più straordinarie epopee della ricerca naturalistica, destinata a gettare le basi della conoscenza scientifica del territorio cinese, e - per quanto ci riguarda - ad arricchire i nostri giardini di decine e decine di nuove piante. Il primo eccezionale risultato venne raggiunto mentre ancora David si preparava alla prima spedizione. Arrampicandosi sul muro che circondava il vietatissimo parco imperiale di Nanhaizi, a una lega a sud di Pechino, egli scorse in lontananza un branco di cervo di curiosissimo aspetto. Corrompendo i guardiani, riuscì a procurarsi dapprima alcune pelli, poi le ossia di quella che risultò una specie del tutto sconosciuta (oggi si chiama Elaphurus davidianus, ovvero cervo di padre David); come, proprio grazie all'intraprendenza del sacerdote, questi rari cervidi siano riusciti di misura a scampare all'estinzione lo potete leggere in questo articolo. Tre spedizioni a nord, a sud e al centro della Cina Tra il 1866 e il 1874, padre David fu impegnato in tre spedizioni. La prima durò sette mesi e mezzo (marzo-ottobre 1866) ed ebbe per meta la Mongolia meridionale (regione dell'Urato); il sacerdote viaggiò insieme a un cinese convertito, Ouang Thomas, e, nella fase centrale dell'esplorazione, della famosa guida di origine mongola Samdadchiemba e del confratello laico Chevrier. Il gruppo dovette affrontare la fatica di una strada spesso impercorribile, il clima rigido, la scarsità d'acqua e di cibo, il pericolo dei lupi (che li costringeva a dormire nelle tende insieme ai loro muli), dei banditi e dei drappelli di soldati tatari. Ogni sera padre David annotava scrupolosamente sul diario di viaggio ciò che aveva osservato durante la giornata: la natura del suolo, la flora e la fauna, i gruppi umani con la loro cultura materiale e le loro credenze. Nonostante si trattasse di una regione aspra e semidesertica, dove la penetrazione cinese stava distruggendo quanto rimaneva sia della cultura mongola sia del fragile manto forestale, alla fine il risultato non fu disprezzabile: 176 uccelli, 59 mammiferi, 150 piante e 680 insetti. Ma David ne fu molto deluso, come scrisse ai corrispondenti parigini: "Forse sapete che l'anno scorso ho passato otto mesi nell'Urato. Vi ho speso molto denaro, perso il mio tempo e le mie fatiche, perché è un paese poverissimo, anche se a Pechino mi aveano fatto credere il contrario". Per il secondo viaggio (che durerà circa due anni, maggio 1868-giugno 1870), David sceglie dunque la Cina sudoccidentale e il Tibet orientale, alla ricerca delle foreste primitive segnalate da altri missionari. E questa volta farà centro: la regione di Ya'an (nell'attuale Sichuan) è ancora oggi una delle più ricche di biodiversità. Raggiunta Shangai, la piccola spedizione (David ha sempre con sè Ouang Thomas, altri compagni di viaggio si aggiungono nei diversi tratti) dapprima risale il Fiume Azzurro in nave, ma a causa delle piene rimane per quattro mesi a Jiujiang (una zona modesta agli occhi di padre David, che tuttavia gli frutta la scoperta di una nuova specie di rana, Rana latrans). Il 13 ottobre riparte; il viaggio è reso difficile dalle rapide, dall'ostilità della popolazione, e padre David si ammala gravemente, forse vittima di un avvelenamento (era un metodo consueto in Cina per liberarsi dei "cani stranieri"). Ultima tappa del viaggio in nave è Chongquing, nella provincia di Sichuan; da qui, in portantina (gli è stato raccomandato di mostrarsi il meno possibile: l'ostilità contro gli stranieri, in una Cina frustrata dagli accordi diseguali imposti dalle potenze occidentali, è generale) raggiunge il principato semi indipendente di Muping (oggi Baoxing), dove i lazzaristi avevano fondato un collegio; è una regione di etnia tibeto-birmana (Mantze), di religione buddista, situata a più di 2000 m di altitudine. Al centro di un'area ricchissima di biodiversità, nel Tibet orientale, questa sarà la base di padre David per i successivi nove mesi. Nelle casse che da Muping spedisce a Parigi (nonostante le enormi difficoltà, in mancanza di tutto, per conservare e imballare il materiale) prenderanno posto 676 piante, 441 uccelli, 145 mammiferi; tra questi ultimi, le acquisizioni più note, il rinopiteco dorato ma soprattutto il panda (che sarà identificato e descritto scientificamente nel 1870 da Milne-Edwards). Le acquisizioni botaniche non sono meno significative: moltissime delle piante che associamo a padre David grazie agli specifici davidii, davidianus, armandii vengono da qui, come pure - lo vedremo meglio tra poco - la Davidia involucrata; altre ricordano la loro provenienza con lo specifico moupinensis. A novembre David lascia Muping (dove ha sofferto ogni tipo di privazioni e varie gravissime malattie); prima di rientrare fa una lunga deviazione sull'altopiano del Quingai (dicembre 1869-marzo 1870) dove scopre molte nuove specie di uccelli e la salamandra cinese, la più grande del mondo (Andrias davidianus). Da qui raggiunge Chengdu, dove si imbarca nuovamente sul Fiume azzurro alla volta di Shangai. Lungo la strada conta di fermarsi alla missione francese di Tientsin; ma al suo arrivo scopre che appena una settimana prima l'intera missione è stata massacrata in una rivolta. La terza e ultima spedizione (ottobre 1872-marzo 1874) ebbe per terreno la Cina centrale, dai monti Quinling allo Jiangxi. Poiché il suo fisico era ormai provato dalle tante malattie, accompagnato da due servitori cristiani ora il sacerdote si muoveva in carretta; ricadute e episodi di prostrazione fisica lo costrinsero più volte a soste prolungate. Dopo aver rinunciato alla meta che si era proposto, il Gansu (inaccessibile per una ribellione musulmana), decise di esplorare i monti Qinling, una barriera montana che fa da spartiacque tra i bacini del Fiume giallo e del Fiume azzurro e segna il confine tra il clima temperato del nord e quello subtropicale del sud (proprio per questo è un'altra area particolarmente ricca di animali e piante). Quando raggiunse la valle dello Han, un affluente del Fiume azzurro, decise di ridiscenderlo in barca fino alla confluenza a Hankou (dove sorgevano alcune concessioni straniere). Fu una decisione catastrofica: durante l'attraversamento di una rapida, l'imbarcazione naufragò e almeno metà delle preziose casse con gli esemplari raccolti andò perduta. Raggiunta fortunosamente Hankou, padre David si riposò presso la missione italiana. Nel marzo 1873, ripartì verso sud (questa volta in portantina), fino a raggiungere Fǔzhōu nello Jiagxi, fissando la sua nuova base nel collegio Tsitou, a sud-est della città. Era un'area particolarmente insalubre; alla lunga lista di malattie già sperimentate, si aggiunse la malaria che colpì tanto padre David quanto i suoi portatori. A settembre, appena si fu ripreso, si trasferì sulle montagne del Fujian, in cerca di un clima più gradevole e di alcune rare scimmie; le sue condizioni di salute precipitarono, tanto che ricevette l'estrema unzione. La sua forte fibra lo salvò ancora una volta; ma ormai era ora di mettere fine alle esplorazioni, e di rientrare in Francia, come gli ingiunse a malincuore il suo stesso superiore. Altre informazioni su questo straordinario naturalista nella biografia. L'epopea della Davidia I viaggi di padre David (si calcola che abbia percorso non meno di 7000 miglia, ovvero più di 1100 km, per lo più a piedi) segnarono una tappa fondamentale per la conoscenza scientifica della natura cinese. Al di là delle celeberrime "scoperte" del cervo e del panda, per rimanere alla botanica, raccolse non meno di 1500 piante, con 250 nuove specie e 11 generi. Tra di essi troviamo 12 specie di rododendri, diverse specie di aceri, gigli, primule, genziane, Astilbe chinensis, Buddleja davidii. Si calcola che siano circa 75 le specie che lo ricordano nel nome specifico (davidii, davidianus, armandii). Tra le tante piante scoperte a Muping, c'era anche un albero molto raro, di cui padre David vide un solo esemplare. Sulla base dei materiali spediti a Parigi, nel 1870 Henri Baillon stabilì che si trattava di un genere e di una specie nuovi e lo battezzò Davidia involucrata. Come oggi sappiamo, è l'unica specie di questo genere (appartenente alla famiglia Cornaceae, un tempo Nyssaceae). E' un albero molto raro, e la sua storia è sorprendente. Dopo la segnalazione di padre David, nel 1888 di nuovo un singolo albero fu visto nelle gole dello Yangtze Ichang nell'Hubei da Augustine Henry, che ne inviò fiori e frutti a Kew, suscitando l'interesse del celebre vivaista Veitch. Quest'ultimo nel 1899 finanziò una spedizione apposita per ritrovare la preziosissima pianta, affidandola a Ernest Wilson, allora un giovane di 22 anni (era destinato a diventare a sua volta un leggendario cacciatore di piante, noto come "Chinese Wilson", Wilson il cinese); questi, giunto sul luogo segnalato da Henry dopo infinite peripezie aiutandosi con una carta disegnata a mano, scoprì che l'albero era stato abbattuto per costruire una casa; per fortuna, più tardi ne trovò un boschetto e raccolse molti semi. Durante il viaggio di ritorno, anche la sua imbarcazione fece naufragio, ma Wilson riuscì a salvare i preziosi semi. Indipendentemente, un altro botanico missionario che esplorò la Cina, Farges, nel 1897 ne inviò 37 semi all'arboretum di Vilmorin, il più agguerrito concorrente francese di Veitch. Solo uno riuscì a germinare e giunse a fioritura nel 1906. Per doppia ironia nella sorte, non solo Farges gli strappò il primato, ma i discendenti dell'unica pianta ottenuta da Vilmorin si rivelarono molto più adatti al clima europeo dei molti discendenti nati dal grosso invio di semi di Wilson. In patria, anche se era considerata una pianta da proteggere, la Davidia non destò particolare attenzione fino al 1954, quando Zhou Enlai, primo ministro della Repubblica popolare cinese, in visita a Ginevra, fu colpito dalla bellezza delle Davidiae in fiore in alcuni parchi ginevrini e scoprì che si trattava di un albero cinese; la stessa scena si ripeté all'inizio degli anni '70, quando i leader cinesi ne videro le alcuni esemplari in fioritura di fronte alla Casa Bianca. In effetti lo spettacolo di una Davidia involucrata in fiore è davvero incantevole; da noi è nota con il nome di "albero dei fazzoletti" per le due grandi brattee bianche che circondano l'infiorescenza e cadono a terra con la delicatezza di un fazzoletto. Ancora più poetico uno dei nomi inglesi, dove-tree, "albero delle colombe". Qualche notizia in più nella scheda.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
September 2024
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