Almeno una piantina di Fittonia l'abbiamo coltivata o la stiamo coltivando tutti: con le sue foglie dalle mille sfumature di colore, le dimensioni contenute, la facilità di coltivazione è una delle piante di appartamento più frequenti e popolari. E se vi chiedete come mai una specie che non ha radici a fittone si chiami Fittonia, ecco la spiegazione: è anche questo un nome celebrativo. Le dedicatarie sono due sorelle irlandesi, Sarah Mary e Elizabeth Fitton, autrici di un libro di botanica per l'infanzia, oggi dimenticato, ma che ai suoi tempi fu un piccolo bestseller. Insegnare Linneo ai bambini (e alle bambine) La storia della botanica è fatta di grandi libri, ma anche di piccoli testi che hanno avuto la loro importanza per divulgarne la conoscenza presso il largo pubblico, compresi le donne e i bambini. Uno di questi piccoli libri è Conversations on botany, pubblicato per la prima volta a Londra nel 1817 dalla casa editrice Longman, specializzata in libri di divulgazione scientifica. Il filone era stato inaugurato nel 1805 da Conversations on chemistry di Jane Marcet (1769-1858), il cui pubblico è chiaramente dichiarato dal sottotitolo: Intended More Especially for the Female Sex, "destinato in modo particolare al sesso femminile". Le donne all'epoca non erano ancora ammesse all'università e solitamente la loro educazione non comprendeva né il latino né la matematica superiore, le due porte d'accesso al linguaggio scientifico. Materie come la chimica erano considerate poco femminili, e pubblicare un libro sull'argomento poco adatto a una signora. Infatti Marcet pubblicò il suo libro anonimo, e solo nel 1832 (si era ormai alla dodicesima edizione) accettò che sul suo nome venisse stampato sul frontespizio. Conversations on chemistry, come si dichiara apertamente nella prefazione, fornisce a Conversations on botany il titolo e la formula editoriale, quella delle "conversazioni": il contenuto scientifico è trasmesso attraverso un botta-risposta tra un adulto (nel libro di Marcet, una benevola istitutrice) e uno o più bambini (le bimbe Emily e Caroline). In Conversations on botany, i protagonisti diventano una mamma, buona conoscitrice delle piante e della botanica, e suo figlio, il piccolo Edward. Lo scopo e la destinazione del volume sono dichiarati nelle prime righe della prefazione: "L'obiettivo delle pagine che seguono è avviare i bambini e i giovani alla conoscenza dei vegetali del loro paese, introducendoli in modo familiare al sistema della botanica linneana". All'inizio dell'Ottocento, non era così scontato che il sistema di Linneo, basato sugli organi sessuali, fosse adatto alle giovani menti; e infatti si spiega subito che si farà riferimento alla versione purgata (e priva di riferimenti sessuali) di Arrangement of british plants di Whitering. Riprendendo poi le parole di un'altra divulgatrice e scrittrice per l'infanzia, Mary Edgeworth, la prefazione si conclude con una difesa del ruolo della botanica nell'educazione dei fanciulli (comprese bimbe e signorine): "Non è una scienza di parata, offre un'occupazione e una varietà infinita, non richiede la forza del corpo, può essere perseguita in privato, e non c'è pericolo che infiammi l'immaginazione perché la mente è intenta a cose reali. Permette di acquisire conoscenze esatte: e il piacere di conseguirlo è una ricompensa sufficiente". Dopo due "conversazioni" introduttive dedicate rispettivamente alla botanica in generale con le parti delle piante e all'introduzione del sistema di Linneo, ognuna delle conversazioni successive (sono in tutto diciotto) presenta una o due classi del sistema linneano attraverso l'esempio di una pianta molto nota della flora britannica, cui segue la trattazione di qualche pianta della stessa classe, di importanza economica o di comune coltivazione nei giardini. Privilegiare la flora indigena è una scelta di campo, intesa anche ad allargare il pubblico della botanica ai meno abbienti: nelle prime pagine del libro, a Edward che vorrebbe iniziare lo studio della botanica da un Geranium (oggi diremmo da un Pelargonium) la mamma replica: "i Geranium della serra non sono nativi dell'Inghilterra, ovvero non crescono nelle siepi e nei campi. Ed è meglio che ci limitiamo, almeno per un po', all'esame delle sole piante native. Anche se spesso sono considerate erbacce, molte di esse sono belle quanto i fiori dei giardini". Conversation on botany ottenne un buon successo, tanto che entro il 1840 ne uscirono nove edizioni; era graficamente curato e illustrato. Le tavole della prima e della seconda edizione furono incise da Thomas Milton, mentre dalla terza in poi furono affidate a un membro della famiglia Sowerby. Chi ha scritto questo libro? Ma chi ha scritto Conversation on botany? Proprio come Conversation on chemistry, l'opera uscì anonima e il mistero non fu svelato neppure nelle edizioni successive, tanto che la paternità (la maternità?) è stata erroneamente attribuita alla stessa Jane Marcet o anche a Elizabetha Jacson (la più nota scrittrice di botanica a cavallo tra i due secoli). Eppure il nome dell'autore, o meglio delle autrici, doveva essere un segreto di Pulcinella: è vero che non comparirà mai sul frontespizio di nessuna edizione, ma è stampato nero su bianco nel catalogo Longman a partire dalla terza edizione. Eccole dunque, le nostre misteriose autrici: si tratta di due sorelle irlandesi, Sarah Mary e Elizabeth Fitton. Purtroppo sappiamo poco della prima e quasi nulla della seconda. Le sorelle Fitton erano nate a Dublino, figlie del procuratore Nicholas Fitton e di sua moglie Jane Greene; in famiglia c'era anche un'altra sorella, Susanna, e un brillante fratello, William Henry. Ed è proprio grazie a lui se sappiamo qualcosa almeno della giovinezza di Sarah Mary e Elizabeth. A differenza delle sorelle, che come tutte le ragazze di buona famiglia saranno state educate in casa, William Henry (1780-1861) poté studiare al Trinity College dove si diplomò nel 1799. Avendo sviluppato un forte interesse per la geologia, nel 1808 si trasferì a Edimburgo e l'anno dopo a Londra dove studiò chimica e medicina. Accanto a lui, c'erano la madre e le sorelle Sarah Mary e Elizabeth (di Susanna ormai abbiamo perso le tracce). Non conosciamo la data di nascita di Elizabeth; Sarah Mary, nata intorno al 1796, era molto più giovane del fratello e al momento del trasferimento in Inghilterra era ancora una ragazzina. Sappiamo che negli anni irlandesi almeno una delle sorelle Fitton aveva studiato le piante locali e aveva creato un erbario, interessandosi soprattutto di crittogame. In Inghilterra, grazie al fratello che frequentava attivamente i circoli scientifici, anche le sorelle furono introdotte nell'ambiente; secondo Coemans (lo vedremo meglio tra poco) erano amiche di Robert Brown e il nome di Sarah Mary è citato nella corrispondenza di Darwin. Non sappiamo se le sorelle abbiano seguito William Henry anche a Northampton, dove egli praticò la medicina dal 1812, o se siano rimaste a Londra, dove del resto il fratello tornava spesso per prendere parte alle riunioni della Royal Society e della Geological Society (di cui qualche anno dopo sarebbe diventato presidente). La data certa è ovviamente il 1817, anno in cui uscì la prima edizione di Conversations on botany, che secondo il catalogo della British Library è opera di Sarah Mary Fitton "con l'assistenza di Elizabeth Fitton". Ma intanto si preparavano altri cambiamenti. Nel 1816 la signora Fitton morì e nel 1820 William Henry si sposò con un'ereditiera; poté così lasciare la professione medica e tornare a Londra per dedicarsi esclusivamente agli studi scientifici. Evidentemente, nel nuovo ménage non c'era più posto per le sorelle. Ignoriamo cosa abbia fatto a questo punto Elizabeth (da questo momento, su di lei si stende la nebbia dell'oblio); quanto a Sarah Mary, come racconta nel romanzo autobiografico How I became a governess (1861), "Come sono diventata istitutrice", andò in Francia a lavorare come istitutrice o governante. A un certo punto si trasferì a Parigi, dove all'inizio degli anni '50 abitava in Rue de la Ville l'Eveque. In questi anni, dopo una lunga interruzione, riprese a scrivere. Inviò vari racconti a Dickens per la sua rivista Household World; pubblicò almeno tre piccoli libri per l'infanzia e due testi di introduzione alla musica: Conversations on Harmony (1857), pubblicato sia in inglese sia in francese, e Little by Little (1866). Tra questi titoli, quello che mi ha incuriosito di più è Dicky Birds : A True Story In Words Of One And Two Syllables (1865): come sarà questa storia vera di un uccellino scritta usando solo parole di una o due sillabe? Il compito è più facile in inglese che in italiano, ma rimane pur sempre un tour de force. Ancora nel 1865 Sarah Mary tornò a scrivere di botanica con The Four Seasons: A short account of the structure of plants , dedicato al "mio eccellente vecchio amico William Jackson Hooker". Si tratta della trascrizione di una serie di conferenze tenute al Working Men's Institute di Parigi; benché cambino il destinatario e il formato, riprende ampiamente Conversations on botany, spesso parola per parola. La partecipazione a queste conferenze ci dice che la scrittrice doveva essere vicina agli ambienti filantropici se non socialisti, come testimonia anche l'amicizia con Eugene Sue, ricordata in una lettera di Elizabeth Barret Browning del dicembre 1851; la scrittrice racconta di essere stata invitata a un party natalizio con il marito e il piccolo figlio: "La signora della casa, un'inglese residente a Parigi, Miss Fitton, una donna già anziana, accorta e gentile, ha detto a Robert che gli sarebbe davvero piaciuto invitare anche Sue, se non fosse così birichino"; e in un'altra lettera aggiunge: "Non è sposata e ricca, per niente giovane, e sembra che in lei ci sia parecchio". L'ultimo testo pubblicato da Sarah Mary è del 1866; conosciamo anche la sua data di morte, avvenuta nella casa parigina il 30 marzo 1874, quando la scrittrice doveva essere vicina agli ottant'anni. Come ho anticipato, di Elizabeth invece non sappiamo nulla, neppure se rimase in Inghilterra o andò a vivere in Francia con la sorella. Una breve sintesi delle notizie disponibili sulla vita delle sorelle Fitton nella sezione biografie. Fittoniae dai mille colori E' bastato quel piccolo libro divulgativo (tra l'altro, piuttosto noioso e pedante) a far entrare le sorelle Fitton nell'Olimpo dei dedicatari di nomi botanici. Vissuta per decenni in Francia, Sarah Mary Fitton doveva essere relativamente nota nei paesi di lingua francese. Altrimenti non si spiegherebbe perché il botanico belga Henri Eugène Coemans pensò fosse degna di essere ricordata, insieme alla sorella, dal genere Fittonia. La motivazione è tanto semplice quanto inequivocabile: "Questo genere è dedicato a Elizabeth e Sarah Mary Fitton, autrici di Conversations on Botany e amiche del celebre Robert Brown". Il genere Fittonia, della famiglia Acanthaceae, comprende solo due specie, ma è notissimo a tutti gli amanti delle piante: non c'è fioraio o garden center che non offra almeno qualche varietà di F. albivenis (spesso commercializzata con vecchi sinonimi come F. argyroneura o F. verschaffeltii). Facile spiegare perché: si adattano bene alle nostre case, sono semplici da coltivare e da moltiplicare, la scelta di varietà e di colori è pressoché infinita. A renderle attraenti, non sono i fiori, piccoli e insignificanti, ma le foglie, che possono essere in tutte le sfumature del verde, ma anche rosa, color rame, porpora, addirittura quasi nere, percorse da nervature in colore contrastante che disegnano un bizzarro mosaico (in inglese il loro nome è nerve plant o mosaic plant). Il grazioso portamento strisciante le rende particolarmente adatte ad essere coltivate in cestini appesi. Le Fittoniae sono originarie del sud America nord-occidentale, in particolare del Perù, dove vivono nelle foreste tropicali pluviali. Le piccole dimensioni hanno reso popolare soprattutto F. albivenis, mentre F. gigantea, pure essa notevolmente attraente ma più esigente, è molto meno coltivata. Qualche approfondimento nella scheda. Una gemella diversa: Afrofittonia L'americana Fittonia ha una sorellina africana, molto meno famosa. Per la sua somiglianza con Fittonia verschaffeltii (come abbiamo visto, oggi considerato sinonimo di F. albivenis), nel 1913 Gustav Lindau denominò Austrofittonia sylvestris una specie recentemente raccolta in Camerun. E' ancora oggi l'unica specie di questo genere monotipico della famiglia Acanthaceae. Anch'essa è un coprisuolo delle foreste pluviali delle foreste d'altura; relativamente abbondante in alcune stazioni sul monte Camerun, è ormai rara altrove e minacciata per la restrizione dell'ambiente naturale. Ha foglie obovate simili a quelle di Fittonia albovenis, anch'esse, con nervature in colore contrastante, fusti che radicano ai nodi e piccoli fiori malva. Nota con il nome locale mmeme, è utilizzata come digestivo e durante lo svezzamento. C'è uno strano parallelo tra il destino delle sorelle Fitton e quello dei due generi che le ricordano: come delle due sorelle, una è più nota e l'altra oscura, così Fittonia è ampiamente coltivata e notissima, mentre la "sorella" Afrofittonia è rara, minacciata nel suo ambiente naturale, e nota solo agli specialisti di Acanthaceae, tanto che in rete non è disponibile neppure un'immagine della pianta viva. Anche su questo genere, un breve profilo nella scheda.
1 Comment
Milvia
30/5/2021 01:58:53 am
Ho apprezzato quanto scritto sulle sorelle Fitton e a caso ho letto uno degli articoli del '19 sui Lisa. Anche questo molto interessante. Complimenti e buon lavoro Milvia
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
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