Una delle più note piante d'appartamento celebra un altrimenti dimenticato giardiniere: lei è la Dieffenbachia, tanto amata per le grandi foglie variegate quanto temuta per la fama di tossicità; lui è Joseph Dieffenbach, giardiniere capo del Giardino botanico dell'Università di Vienna per almeno un trentennio. Giardiniere vs botanico Statisticamente, tra i dedicatari di generi botanici predominano cattedratici e raccoglitori; i giardinieri sono rare eccezioni. Uno di loro è Joseph Dieffenbach, giardiniere viennese onorato dalla notissima Dieffenbachia. Per un lunghissimo periodo (dal 1820 e almeno fino al 1850) fu capo giardiniere dell'Orto botanico di Vienna (Hortus Botanicus Vindobonensis) ed ebbe modo di collaborare con i numerosi studiosi che si succedettero alla testa dell'istituzione. Ebbe un ruolo importante nelle grandi ristrutturazioni che a metà secolo ridisegnarono l'impianto originale del giardino; sotto la direzione di S. L. Endlicher, negli anni '40, esso fu trasformato secondo lo stile del giardino paesaggistico inglese con alberi, arbusti e piante erbacee raggruppate seguendo il sistema di classificazione elaborato dallo stesso Endlicher; negli anni '50, Eduard Fenzl affiancò ai criteri sistematici una maggiore attenzione agli ambienti e alla distribuzione geografica. Sotto tanti direttori e in mezzo a tante trasformazioni, nella sua lunghissima vita lavorativa come giardiniere capo Dieffenbach fu sicuramente un punto di riferimento, tanto che nel 1850 fu insignito di un'onorificenza imperiale. Ma a immortalare il suo nome aveva provveduto molti anni prima Heinrich Wilhelm Schott, grande esperto di Araceae che nel 1829, in uno dei suoi importanti lavori su questa famiglia, stabilì il nuovo genere Dieffenbachia. All'epoca Joseph Dieffenbach era ancora giovane (la data di nascita è incerta; alcune fonti la collocano nel 1790, altre nel 1796) e forse la dedica, più che ai suoi meriti di giardiniere, si deve ascrivere ad altri motivi. Il predecessore di Dieffenbach nel ruolo di capo giardiniere del giardino botanico viennese non era altri che Heinrich Schott (morto nel 1819), il padre di Heinrich Wilhelm, il quale per qualche anno aveva collaborato con lui e proprio come giardiniere aveva partecipato alla spedizione austriaca in Brasile (1817-1821) grazie alla quale aveva cominciato ad appassionarsi allo studio delle Araceae. Non è inverosimile che Dieffenbach - prima di diventare a sua volta capo giardiniere dopo la morte di Schott padre - avesse lavorato alle sue dipendenze; in tal caso, presumibilmente era amico del quasi coetaneo Schott figlio; la circostanza è confermata da una pubblicazione di inizio Novecento sulle Araceae, in cui la dedica a Dieffenbach è attribuita ai suoi meriti come curatore del giardino e all'amicizia di Schott. Le notizie reperibili in rete su questo oscuro personaggio sono pochissime e, al solito, confuse. Intanto, Dieffenbach, come si è visto, era il capo giardiniere dell'Orto botanico e non del giardino di Schönbrunn come viene spesso riportato; non fu mai alle dipendenze di H. W. Schott, che diresse invece proprio quel giardino dal 1845; dunque questi non poté certo dedicargli il genere (nel 1829!) come riconoscimento per la sua perizia nel collaborare con lui. Meno che mai la Dieffenbachia è dedicata a Ernst Dieffenbach (1811-1855), botanico tedesco noto per una spedizione in Nuova Zelanda, che è invece ricordato dai nomi specifici dieffenbachianus, dieffenbachii (come Aciphylla dieffenachii, una graziosa apiacea della Nuova Zelanda). Insomma, per una volta, il giardiniere l'ha avuta vinta sul botanico e cacciatore di piante. Come al solito, una sintesi della vita di Joseph Dieffenbach - brevissima, vista l'esiguità delle notizie - nella sezione biografie. Dieffenbachia, pianta killer? Per il loro fogliame lussureggiante e la relativa adattabilità alle condizioni delle nostre case, molte Araceae tropicali sono popolari piante d'appartamento. Dieffenbachia non fa eccezione: la sua specie più nota, D. seguine (in genere commercializzata con i sinonimi D. amoena, D. maculata, D. picta) è un ornamento consueto nelle case, negli uffici, nei corridoi degli ospedali, nei locali pubblici, grazie alle enormi foglie variegate dall'indubbio fascino tropicale e alla facilità di coltivazione. Il genere comprende una cinquantina di specie di erbacee originarie delle foreste umide dell'America tropicale, dal Messico all'Argentina passando per le Antille. La prima a essere nota e descritta fu proprio D. seguine, pubblicata nel 1693 da Plumier con il nome di Arum seguine; per il riconoscimento del genere, come si è visto, dovevano passare più di 130 anni, con Schott (1829). Soprattutto nella seconda metà del Novecento, in particolare negli Stati Uniti, questa specie è stata oggetto di un vasto programma di selezioni e ibridazioni, volto a ottenere foglie con variegature particolari (macchiettate, marezzate, crema, bianco, argento) e un portamento più compatto e cespuglioso. Delle circa 100 cultivar introdotte nel corso degli anni, tuttavia, solo una ventina sono effettivamente reperibili in commercio. D'altra parte, benché rimanga una pianta diffusa, è forse un po' meno popolare di qualche anno fa, probabilmente soprattutto per la sinistra fama di essere tossica. Foglie e fusto contengono alte concentrazioni di ossalato di calcio (sotto forma di cristalli simili ad aghi, detti rafidi); se masticati o ingeriti, i rafidi possono causare forti dolori, irritazione delle mucose della bocca, della gola e dello stomaco, e addirittura una temporanea paralisi della lingua. A questa sgradevole proprietà fa riferimento il nome inglese dumb cane, "canna dei muti"; si dice che i piantatori delle Antille la usassero per punire gli schiavi ribelli, che venivano obbligati a masticarne i fusti. Qualche anno fa, la povera Dieffenbachia è stata addirittura oggetto di una bufala del web, in cui veniva descritta come una pianta killer capace di uccidere un bambino in meno di un minuto e un adulto in un quarto d'ora; i possessori venivano invitati a liberarsene e a bruciare le proprie piante. Si tratta di notizie infondate, o estremamente esagerate. Da evitare solo nelle case in cui ci siano bambini piccoli o animali curiosi che ne potrebbero masticare le foglie, per tutti gli altri l'unica precauzione è utilizzare i guanti e lavarsi le mani quando si asportano foglie avvizzite o si preparano talee, godendo senza timore della sua bellezza. Qualche informazione in più nella scheda.
2 Comments
David Hollombe
27/4/2024 02:30:16 am
Joseph Dieffenbach's death record on Ancestry.com gives his birthplace as "Gerstfeld" There is also a marriage record for Franz Joseph Dieffenbach, born in Gersfeld on 5 August 1790, married to Katharina Aschenbrenner on 19 October 1820. His parents are listed as Anton Dieffenbach and Kathar Eurisch. The handwriting of the original record is difficult to read, but the site provides also some of the information in clear text.
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David Hollombe
27/4/2024 04:47:20 am
... and now I see that that information is also in Marzell, Wörterbuch der deutschen Pflanzennamen 2: 127. 1972) as mentioned in Thomas Raus' review of Genaust, Helmut: Etymologisches Wörterbuch der botanischen Pflanzennamen, in Willdenowia in 1998.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
September 2024
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