Pehr Loefling, inviato in Spagna da Linneo su richiesta del segretario di stato spagnolo, sfrutta il suo incarico per esplorare a fondo la natura della penisola iberica. Il potente ministro lo sceglie per guidare e formare una piccola équipe di naturalisti che accompagnerà la grande spedizione che deve stabilire i confini ispano-portoghesi nell'area dell'Orinoco. Anche questa seconda avventura sarà ricca di risultati naturalistici, ma porterà Loefling a una morte precoce. La minuscola Loeflingia non è forse così inadeguata a ricordarlo. Alla scoperta della flora iberica Sesto apostolo di Linneo e terzo Pehr della serie, Loefling è non meno formidabile dei suoi omonimi Kalm e Osbeck. Ma ben più sfortunato di loro, bruciò la sua breve vita nel volgere di poche stagioni. Ragazzo prodigio, arriva all'Università di Uppsala a 15 anni e a 20 si laurea in medicina. Linneo ne fa il precettore di suo figlio, il poco dotato Carl junior, il proprio segretario, l'allievo prediletto; quando si presenta l'occasione di inviare un apostolo alla corte di Madrid, la scelta cade senza esitazioni su di lui. Il maestro gli fa un master accelerato di botanica e zoologia, gli amici si quotano per procurargli un microscopio e la necessaria attrezzatura, la Compagnia Svedese delle Indie Occidentali gli offre un passaggio gratuito per Oporto. Partito dalla Svezia nel marzo del 1751, il ventiduenne Pehr Loefling a maggio arriva in Portogallo; a Lisbona incontra l'ambasciatore spagnolo per prendere accordi sul suo incarico; in effetti, è il primo discepolo di Linneo ad essere assunto ufficialmente come scienziato stipendiato (gli spettano anche vitto e alloggio gratuiti). Quindi si mette in cammino; sulla strada per Madrid approfitta per erborizzare in varie località dell'Estremadura. A Madrid arriva ad ottobre; istruito anche in questo da Linneo, si reca quanto prima all'Escorial, per incontrare il potente ministro Carvajal, dal cui favore dipende la sua carriera in Spagna. Come si è visto in questo post, all'inizio l'ambiente madrileno gli è ostile; ma la competenza, l'amore per la scienza e la simpatia naturale gli conquistano il rispetto e spesso l'amicizia dei botanici madrileni. Oltre ai quattro che abbiamo già conosciuto, va aggiunto Miguel Barnades, un medico e influente botanico con il quale stringe amicizia e che lo accompagna nelle sue esplorazioni della flora spagnola. Nei due anni in cui soggiornerà nella capitale iberica, con l'aiuto dei colleghi spagnoli, che lo accompagnano, scambiano piante con lui, gli indicano i luoghi più promettenti, Loefling riesce a raccogliere circa 1300 esemplari (un dato imponente, se si pensa che l'intera flora spagnola comprende circa 6000 specie). Impara rapidamente lo spagnolo, tanto che scrive in questa lingua articoli scientifici che firma con il nome di Pedro; su richiesta di Carvajal traduce anche testi dallo svedese, tra cui un estratto del viaggio di Kalm sulle piante utili del Nord America. Lettere e frequenti invii di semi e piante secche mantengono il cordone ombelicale con Uppsala e il maestro. La expedicion de limites de Orinoco Nel frattempo, in seguito al trattato ispano-portoghese del 1750, Carvajal sta organizzando la spedizione che deve stabilire i confini sudamericani tra le due potenze (Expedition de limites de Orinoco, "Spedizione dei confini dell'Orinoco"); si tratta di un'impresa imponente, al comando del capitano di marina José de Iturriaga, che coinvolge soldati, geografi, cartografi, missionari; in una Spagna che sta scoprendo l'Illuminismo, non può mancare anche una componente scientifica. Il ministro pensa dunque a Loefling per capeggiare e istruire la piccola equipe di naturalisti che affiancherà a la spedizione. Lo svedese accetta e nell'agosto 1753, è ricevuto all'Escorial insieme ai suoi due assistenti, i medici neolaureati Benito Paltor e Antonio Condal, e ai due disegnatori Bruno Salvador Carmona e Juan de Dios Castel. Al conferimento dell'incarico, vengono elencati gli scopi scientifici della missione, che include la raccolta di esemplari di piante e di animali e la ricerca di piante utili, tra cui un possibile surrogato americano della cannella. Nel novembre, la piccola equipe botanica arriva a Cadice; Loefling approfitta della attesa, che si prolunga per motivi organizzativi e burocratici, per esplorare la flora e la fauna dell'area gaditana; particolarmente importanti le ricerche sui pesci, per le quali si avvale dell'aiuto e dell'esperienza dei pescatori locali. Finalmente, il 24 febbraio 1724, a bordo delle fregata Immaculada Concepcion e del vascello Santa Ana la spedizione parte per il Venezuela. Dal porto di Cumaná dovrebbero risalire il corso dell'Orinoco, attraversare l'area non navigabile dei raudales di Atures e Maipures, risalire il Caño Casiquiare, quindi raggiungere il rio Negro dove è previsto il ricongiungimento con la spedizione portoghese. Si tratta in gran parte di aree inesplorate e dense di pericoli. Dal punto di vista scientifico, è la prima delle numerose spedizioni che la Corona spagnola organizzerà nell'ultima metà del XVIII secolo; è anche la prima volta che, dopo avventurieri e missionari, uno scienziato esplora e descrive la flora e la fauna del Venezuela. Fin dall'arrivo a Cumaná, Loefling inizia a raccogliere i primi esemplari e a studiare gli animali della fascia costiera; in una lettera a Linneo, esprime il suo entusiasmo per l'esuberanza e i colori della natura tropicale. Per circa un anno, soggiorna in diverse località della costa (Barcelona, Piritu, San Bernardino, Tocuyo). In quest'ultima conosce il padre Antonio Caulin che lo aiuta nelle esplorazioni e lo assiste quando si ammala per la prima volta. Nel maggio 1755, mentre il resto della spedizione raggiunge in nave Guayana (base di partenza per risalire l'Orinoco), l'équipe dei naturalisti compie il viaggio via terra, attraversando la regione dei Llanos, allo scopo di raccogliere il maggior numero possibile di piante e animali; è un viaggio avventuroso e difficile, parte a piedi, parte in piroga, che li porta ad attraversare zone malsane. Molti di loro si ammalano. Inizia un periodo estremamente difficile per Loefling, che contrae la malaria con attacchi ripetuti di febbri, vomito, dolori addominali che spesso lo costringono a letto. Il 22 febbraio del 1756 (ha compiuto ventisette anni da pochi giorni) muore alla missione di San Antonio del Caroní, dove sarà sepolto ai piedi di un arancio. Con lui finisce anche la spedizione naturalistica: i suoi aiutanti disertano - come non capirli: a quel punto, oltre a Loefling, erano già morti metà dei membri della spedizione! - e i disegnatori si convertono in cartografi. Altre notizie sulla vita dello sfortunato naturalista nelle sezione biografie. Durante i due anni in Venezuela, Loefling raccolse una imponente collezione naturalistica e un erbario; scrisse note e inviò, quando era possibile, lettere al suo maestro. Alla sua morte, i materiali superstiti vennero spediti in Spagna; l'erbario, purtroppo, è perduto; arrivarono invece a Uppsala gli appunti. Integrandoli con le lettere da lui ricevute, Linneo redasse Iter hispanicum (pubblicato nel 1758), che raccoglie, oltre a una biografia dell'allievo, il diario dei suoi viaggi e diversi scritti di Loefling sulla flora e la fauna spagnole e venezuelane; inoltre si avvalse del materiale raccolto dall'allievo per le piante iberiche e venezuelane descritte in Species Plantarum e Systema naturae. Al Real Jardin Botanico di Madrid sono conservati altri manoscritti di Loefling e circa duecento disegni della spedizione dell'Orinoco, alcuni dei quali di mano sua. Chi volesse seguire più da vicino le tappe dei suoi viaggi, può curiosare nel blog bilingue (in spagnolo e svedese) Ruta Loefling, che comprende anche dettagliate Google Maps. Della Loeflingia e di altre piante Per il Venezuela, l'ardimentoso allievo di Linneo è un piccolo eroe nazionale; a Ciudad Guayana gli sono stati dedicati un parco (vi invito a un tour virtuale grazie a Google maps: è un luogo meraviglioso che rievoca le sensazioni provate da Loefling alla scoperta del mondo tropicale), una delle vie principali e un collegio privato dove ogni anno viene celebrata una "Settimana Loefling", con attività naturalistiche e ecologiche. Ovviamente Linneo gli dedicò un genere Loeflingia (Species Plantarum, 1753) ma la scelta cadde su una piccola, rara Caryophyllacea della penisola iberica che può sembrare molto modesta per quello che era pur sempre il suo allievo prediletto e uno dei migliori naturalisti della sua generazione. In realtà la dedica va inquadrata nella strategia messa in atto da Linneo e Loefling stesso per vincere le resistenze nell'ambiente botanico spagnolo: essa affiancò la parallela creazione dei quattro generi di cui si è parlato in questo post a sottolineare l'appartenenza a un'unica comunità scientifica; a Loefling, come più giovane di tutti, toccava ovviamente la pianta meno appariscente. D'altra parte, la giustizia poetica della botanica ha creato inattesi legami tra Loefling e la sua pianta. Molti anni dopo la morte di Linneo, negli Stati Uniti fu individuata una terza specie, L. squarrosa, che si aggiungeva alle iberiche L. hispanica e L. baetica; così, come la carriera botanica del suo dedicatario, Loeflingia si distribuisce tra penisola iberica e America (anche se non più a sud del Messico). Inoltre la breve vita della pianta, un'annuale delle dune sabbiose che germoglia alle prime piogge di primavera e si dissecca nell'arco di poche settimane sembra una metafora della vita del dedicatario. Qualche approfondimento nella scheda. Tra le tante piante scoperte o descritte per la prima volta da Loefling, diverse, distribuite giustamente nelle due aree che esplorò, lo ricordano nel nome specifico: Plantago loeflingii, Bonellia loeflingii, Janipha loeflingii, Campanula loeflingii, Combretum loeflingii, Manihot loeflingii, Corynostylis loeflingii; naturalista completo, molto versato in ittiologia e entomologia, ha dato il suo nome anche alla falena Aleimma loeflingiana. Un po' di gloria postuma: Condalia D'altra parte, Loefling non è stato l'unico membro della Spedizione dei confini dell'Orinoco a entrare nella nomenclatura botanica. Per i botanici spagnoli di fine Settecento, desiderosi di dimostrare la raggiunta parità scientifica della loro patria, come prima spedizione organizzata dalla monarchia iberica, essa assumeva un ruolo tutto particolare. Dunque i partecipanti spagnoli dovevano essere celebrati e ricordati, anche se, come abbiamo visto, dopo la morte di Loefling avevano abbandonato l'impresa e anche dopo non si erano segnalati in alcun modo. Fu così che nel loro Florae Peruvianae, et Chilensis Prodromus (1794) Ruiz e Pavón andarono a ripescare i due giovani medici, o più probabilmente studenti di medicina, che avevano accompagnato lo svedese come allievi e assistenti, entrambi catalani: Benedict Paltor (morto nel 1782) e Antoni Condal (1745-1804), dedicando loro rispettivamente Paltoria e Condalia. Qualche anno dopo, l'abate Cavanilles rincarò la dose, celebrando anche i due pittori Bruno Salvádor Carmona e Juan de Dios Castel, dedicatari di Carmona e Castelia. E per buon peso, aggiunse anche un secondo genere Condalia (suscitando per altro le ire dei due colleghi). Con una sola (e importante) eccezione, si tratta di generi oggi non accettati: Paltoria è sinonimo di Ilex, Carmona di Ehretia, Castelia di Pitrea. Condalia Ruiz & Pav. di Coccocypselum. L'unico genere attualmente accettato è dunque Codalia Cav, E per un oscuro medico catalano della cui vita dopo aver lasciato la spedizione - all'epoca avrò avuto circa ventidue anni - non sappiamo nulla, non è un omaggio da poco. Con una ventina di specie distribuite dagli Stati Uniti meridionali alla Patagonia, il genere Condalia, della famiglia Rhamnaceae, comprende arbusti spinosi nativi dei deserti e delle boscaglie xerofile dell'America subtropicale e tropicale. Di aspetto piuttosto vario, variano anche enormemente per diffusione: da una parte, abbiamo gli endemismi confinati in piccole aree, come la colombiana C. thomasiana, che vive solo in un'énclave arida della valle del Checua, nella regione andina di Cundinamarca; dall'altra, specie di vasta diffusione come C. buxifolia, che preferisce i suoli più umidi, e vive in habitat diversi in Bolivia, Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. Qualche approfondimento nella scheda.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
November 2024
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