Le splendide orchidee del genere Sobralia devono il loro nome al primo medico del re di Spagna Carlo IV, Francisco Martinez Sobral, che raggiunse questo ruolo in tarda età, dopo una lenta carriera al servizio della real casa. E' una figura un po' opaca, ricordata soprattutto per l'amicizia giovanile con Celestino Mutis, con il quale rimase poi in corrispondenza per tutta la vita, e per il ruolo che giocò nella decisione del re di Spagna di sottoporre i propri figli all'innesto del vaiolo, con esiti non felicissimi. Questa pratica, che nel Settecento precedette e in qualche modo preparò la vaccinazione, non era infatti esente da rischi, come il povero Sobral poté constare di persona sui suoi reali pazienti. Una scelta difficile Nel 1794, al vecchio dottor Sobral, decano dei medici di camera e protomedico del re Carlo IV di Spagna, toccò una difficile scelta. L'ennesima epidemia di vaiolo che infuriava nella capitale aveva raggiunto anche il palazzo reale dell'Escurial; tra i colpiti, la piccola infanta Maria Luisa, che era sopravvissuta ma era rimasta sfigurata. Il re rimase molto toccato, tanto più che qualche anno prima, nel novembre 1788, nell'arco di pochi giorni erano morti di vaiolo suo fratello Gabriel, la moglie di lui e a un figlio neonato. Temendo per gli altri figli, incluso l'erede al trono, il re chiese consiglio al dottore: era il caso di tentare di immunizzarli, innestando loro il vaiolo? Noto da secoli in Oriente e giunto in Europa attraverso l'impero ottomano, l'innesto del vaiolo o variolizzazione consisteva nell'iniettare in una persona sana materiale prelevato dalle pustole di un malato che avesse contratto la malattia in forma blanda; solitamente, il paziente si ammalava in modo leggero, divenendo poi immune. Benché fosse un enorme progresso rispetto al decorso normale della malattia, che aveva una mortalità oscillante tra il 20 e il 40%, la pratica non era tuttavia esente da rischi; talvolta si presentavano complicazioni, con circa il 3% di esiti letali. A partire dall'Inghilterra negli anni '20 del Settecento, l'innesto del vaiolo aveva cominciato a diffondersi in Europa e aveva via via conquistato il favore degli illuministi e dell'opinione pubblica colta; anche molti sovrani si erano decisi a far innestare se stessi e i propri eredi, a partire da Giorgio I che, visti gli esiti positivi della sperimentazione condotta su alcuni condannati nel carcere di New Gate, nel 1722 permise la variolizzazione di due nipoti. D'altra parte, proprio l'esperienza inglese stava a dimostrare che i rischi erano gravi: in seguito all'innesto del vaiolo erano morti due principini, nel 1782 Alfred di 2 anni e nel 1783 Octavius di 4 anni. L'ambiente medico spagnolo era stato a lungo fortemente ostile all'innesto del vaiolo. Nel 1757 il Tribunale del protomedicato vietò la diffusione della Memoria sulla inoculazione del vaiolo di La Condamine, argomentando che "non si può permettere la stampa di questo opuscolo perché la pratica di questo rimedio è nociva alla salute pubblica". Tuttavia, anche nella penisola iberica, di fronte alle dimensioni sempre più devastanti delle ricorrenti epidemie di vaiolo, divenuto la prima causa di morte, nella seconda metà del secolo diversi medici incominciarono a sperimentarlo. Nel 1784 il Tribunale del protomedicato e l'Accademia reale di medicina approvarono la pubblicazione del saggio del chirurgo irlandese naturalizzato spagnolo Timoteo O'Scanlan Ensayo apologético de la inoculación o demostración de lo importante que es al particular y al Estado ("Saggio apologetico sulla inoculazione ovvero dimostrazione della sua importanza tanto per i singoli quanto per lo Stato"). Ma la posizione del Protomedicato continuava ad essere cauta: nel 1793 autorizzò la pubblicazione delle opere a stampa sull'inoculazione, ma allo stesso tempo sconsigliava di praticarla come rimedio generale preventivo e di ricorrere ad essa solo in caso di epidemie. La decisione di Sobral, dunque, non era facile. Infine, egli diede il suo assenso e i chirurghi reali, sotto la sua supervisione, inocularono il vaiolo ai principi. Purtroppo, i timori del vecchio dottore erano giustificati; l'erede al trono, il futuro re Ferdinando VII, si ammalò in modo grave e per otto giorni fu tra la vita e la morte, e non recuperò mai del tutto la salute; una delle principesse, Maria Amalia, fu danneggiata nella vista. Sobral ne fu talmente scosso che confidò a un amico: "Il malato si è salvato, ma il medico ha fatto naufragio: non vivrò ancora a lungo". In realtà sarebbe vissuto fino al 1799, sfiorando la settantina. Come il collega (e rivale) Galinsoga, Sobral si era formato come chirurgo (cirujano latino), per poi laurearsi in medicina a Salamanca. Aveva poi perfezionato gli studi presso il reale Collegio di chirurgia di Cadice, all'epoca all'avanguardia in Spagna, dove si legò d'amicizia con uno dei suoi compagni, Celestino Mutis. Nel 1758, Pedro de Virgili, il direttore del Collegio di Cadice, fu nominato chirurgo reale e si trasferì a Madrid, portando con sé come assistenti i suoi migliori allievi, tra cui Sobral e Mutis. Entrambi furono nominati professori supplenti della cattedra di anatomia dell'Hospital general. Per Sobral era l'inizio di una lenta ma sicura carriera che lo avrebbe portato ai vertici delle istituzioni mediche spagnole; trasferitosi all'Escorial, lavorò dapprima all'ospedale del convento di San Lorenzo; nel 1767 fu nominato medico della famiglia reale per i servizi di palazzo; nel 1780 divenne medico di camera e nel 1791 decano dei medici di camera e protomedico. Come tale, era presidente del Tribunale del Protomedicato e dell'Accademia medica di Madrid, di cui era già vicepresidente dal 1784. Dal 1795 fu anche presidente del Collegio reale di medicina. Dopo la morte di Galinsoga nel 1797, assunse anche la funzione di medico della regina e di protomedico dell'esercito. Nonostante questa sfilza di titoli, non ha lasciato molte tracce di sé, eccetto una bella casa che fece costruire nel borgo di San Lorenzo de l'Escurial, non per sé o la propria famiglia, visto che come medico del re aveva diritto a un appartamento nel palazzo reale, ma come forma di investimento; infatti Sobral la affittava alla corona per ospitare gli alti dignitari per prendevano parte alle udienze reali. Una sintesi biografica nella sezione biografie. Bellissimi fiori effimeri Come primo medico del re e presidente del tribunale del protomedicato, Sobral era indubbiamente un uomo di potere, al vertice delle strutture sanitarie della monarchia iberica. Scontata dunque la dedica di uno dei loro generi peruviani da parte di Ruiz e Pavon, che anzi vollero rimarcare il loro rispetto per tanto personaggio battezzando Sobralia un'orchidea dalle fioriture spettacolari. Sobralia è un vasto genere di orchidee per lo più terrestri, o più raramente litofite o epifite, cui oggi sono assegnate oltre 150 specie, distribuite tra Messico, centro America, sud America settentrionale, in vari ambienti tropicali o subtropicali. In alcune aree, soprattutto di montagna, sono abbastanza comuni e formano dense comunità; molto variabili per aspetto e dimensioni, hanno sottili fusti a nodi simili a canne di bambù, foglie bilobate profondamente venate esse stesse decorative, e grandi fiori simili a quelli di Cattleya con un grande labello dai margini arricciati; talvolta sono chiamate con il nome comune "orchidee bambù". Nonostante la loro bellezza, sono coltivate soprattutto da collezionisti perché ogni fiore dura molto poco, anche meno di un giorno. Molte specie sono piuttosto alte, anzi S. altissima detiene il record della famiglia, potendo superare i tredici metri. Tra le specie più note, S. decora che era molto apprezzata in epoca vittoriana non solo per i fiori, meno grandi rispetto ad altre specie, ma anche per la bellezza dei fusti e del fogliame e S. macrantha, con grandissimi fiori da rosa a lavanda. Più rara, ma stupefacente per il colore delle fioriture S. warszewiczii, con profumatissimi fiori azzurro lavanda. Qualche informazione in più nella scheda.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
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