Un carteggio di quattro lettere, tre sue e una di Linneo, un articolo di due pagine, quattro menzioni nell'ultima importante opera linneana: è quasi tutto quello che ci resta del medico svizzero Frédéric-Louis Allamand. Ma a preservare il suo ricordo provvede lo spettacolare genere Allamanda, che ebbe anche la ventura di essere scelto dal dedicatario stesso su una rosa di tre proposti da Linneo in persona. Un carteggio e una dedica Nel novembre 1770 Linneo ricevette dall'Olanda dal medico Frédéric Louis Allamand (1736-1809), svizzero ma vissuto fin da ragazzo nei Paesi Bassi dove era diventato medico navale, una lettera e un manoscritto di una dozzina di pagine; intitolato Genera plantarum Americanarum, conteneva la descrizione di 37 specie presumibilmente nuove. Nella missiva di accompagnamento, Allamand informava Linneo che durante un viaggio di qualche anno prima nell'America tropicale aveva avuto modo di osservare un certo numero di nuove piante; aveva raccolto esemplari e li aveva conservati accuratamente, ma i materiali erano andati perduti durante un attacco di pirati. Era poi tornato in America, soggiornando soprattutto in Suriname, una zona finora trascurata dai botanici; ora sottoponeva a Linneo il manoscritto, frutto di due anni di lavoro, rimettendosi alla sua autorità. L'invio deliziò l'ormai anziano scienziato, anche perché veniva a colmare una lacuna e a sanare una vecchia ferita: quella che gli aveva inferto l'infedele allievo Rolander rifiutandogli l'accesso ai suoi manoscritti e all'erbario raccolto proprio in Suriname. Il lavoro di Allamand era eccellente: come scrive Linneo nella sua risposta, l'aveva letto e riletto, e mai aveva incontrato descrizioni più accurate, tanto che gli pareva quasi di vedere quelle piante con i propri occhi; non era l'opera di un soldato semplice, ma di un comandante dell'esercito di Flora (quello di cui Linneo si considerava il generale in capo). Dopo aver commentato minutamente le singole descrizioni, informava Allamand di aver l'intenzione di pubblicare le specie nuove nella seconda parte della sua Mantissa e gli chiedeva quale tra tre nuovi generi ugualmente notevoli (Galarips, Caryocar, Clibadium) preferiva gli fosse dedicata con il nome Allamanda. Erano elogi insoliti che ovviamente colmarono di gioia Allamand: nella lettera di risposta, inviata in occasione del Capodanno 1771, oltre a fare gli auguri a Linneo, scrive che gli sarebbe bastato un cenno, la soddisfazione di essere stato ascoltato, e invece ha ottenuto molto di più. Ha iniziato a formulare i caratteri e altre informazioni sulle piante nuove o meno conosciute che Linneo gli ha chiesto per includerli nella sua opera; spera che il testo sarà pronto tra breve. Quanto alla specie che Linneo così cortesemente vorrà dedicargli, sceglie quella che aveva chiamato Galarpis; conta di poter ricambiare tanto onore mandandogli qualche esemplare di piante rare. Le promesse descrizioni saranno inviate qualche mese dopo e Linneo includerà in Mantissa plantarum altera, oltre a Allamanda, tre dei generi di Allamand, Caryocar, Clibadium e Guarea. Altri cinque generi (nessuno dei quali oggi riconosciuto) erano stati in precedenza pubblicati da Allamand negli atti dell'Accademia Cesarea Leopoldina. Dopo l'estate 1771 il carteggio si interruppe. Al suo ritorno in Europa Allamand aveva lasciato la marina olandese, per poi trasferirsi in Russia come medico di corte; si fece vivo da San Pietroburgo nel giugno 1776 mandando a Linneo un'ultima lettera in cui si scusa di non avergli scritto per cinque anni e di essersi preso la libertà di farlo nuovamente; gliene dà l'occasione il prossimo viaggio in Svezia di un amico di cui intende approfittare per far giungere a Linneo alcuni esemplari di piante del Suriname. Linneo era ormai malato e sarebbe morto poco più di un anno dopo. Probabilmente non rispose mai. Quanto ad Allamand, non sappiamo molto sulla sua vita successiva, tranne che nel 1793 ritornò in Olanda e divenne professore all'Università di Leida, nei cui archivi il suo nome non compare più dopo il 1803. Fioriture tropicali Allamand certo aveva scelto per sé il genere più bello, o almeno quello con fioriture più vistose. La specie dedicatagli da Linneo è infatti Allamanda cathartica, uno spettacolare rampicante con grandi fiori a tromba giallo vivo che nei climi tropicali si susseguono per tutto l'anno. Anche oggi è la più nota e coltivata delle quindici specie del genere Allamanda, della famiglia Apocynaceae: sono arbusti eretti o rampicanti, con foglie sempreverdi riunite in verticilli e grandi fiori con corolla ad imbuto lievemente asimmetrica, solitamente gialla, ad eccezione di A. blanchetii che ha fiori da rosa a viola; i frutti sono per lo più capsule globose armate di spine. I fusti contengono un latice bianco che può causare vari disturbi; tutte le parti di queste pianete sono per altro tossiche, anche se trovano impiego nella medicina tradizionale con usi in parti confermati dalle ricerche di laboratorio. Ad eccezione di qualche specie nativa di Venezuela, Colombia e Perù, il genere è ristretto al Brasile, dove cresce nelle radure delle foreste più o meno umide, spesso lungo corsi d'acqua. Per la loro bellezza, diverse specie sono state introdotte in coltivazione nei paesi tropicali, dove alcune sono diventate invasive. Nei climi temperati sono invece coltivate come piante da serra, dal momento che in genere richiedono temperature non inferiori a 15°. Le specie coltivate sono essenzialmente tre: A. cathartica, A. blanchetii e A. schottii. La prima secondo William Curtis fu introdotta in Inghilterra nel 1785 dal barone Christian Ludwig von Hake, curatore dei giardini di corte di Herrenhausen. Originaria di Brasile, Guyana e Perù, è un rampicante vigoroso (può però essere coltivata anche a siepe) che può superare i 6 metri d'altezza; ha foglie lanceolate raggruppate in verticilli di 4 a intervalli lungo il fusto e fiori giallo brillante portati in gruppi di 12 all'apice dei fusti o all'ascella del fogliame. Ne sono state selezionate diverse varietà: 'Handersonii', quella più frequentemente coltivata in Europa, ha fiori più grandi, mentre quelli di 'Williamsii' sono fragranti e semidoppi. A. blanchetii è originaria del Brasile nordorientale dove cresce nella foresta arida nota come caatinga; si distingue dalle altre specie per il colore dei fiori. Di dimensioni più contenute rispetto alla specie precedente, può essere coltivata a cespuglio o fatta arrampicare su un supporto, raggiungendo un altezza di 3 metri; produce grandi fiori campanulati con 5 lobi arrotondati lievemente sovrapposti da rosa a viola, più scuri alla gola. Più rustica di A. cathartica, può sopportare per brevi periodi temperature vicine allo 0, si adatta meglio alla siccità, ma non sopporta i ristagni d'acqua; per questo viene spesso innestata su A. cathartica. Anche di questa specie esistono diverse varietà, tra cui 'Cherry Jubilee' con fiori rosso ciliegia. A differenza della altre due specie, A. schottii non è una liana, ma un arbusto eretto, che forma cespugli alti fino a tre metri e larghi 2; ha foglie sempreverdi da obovate ad ellittiche raggruppate in verticilli di 3-5, lucide e verde chiaro, che contrastano piacevolmente con la massa di fiori gialli con tubo corollino lievemente gibboso, lobi arrotondati giallo chiaro e gola striata di arancio. Piuttosto variabile, è spesso commercializzata sotto sinonimi come A. neriifolia e A. cathartica var. schottii. In effetti, insieme a A. martii e A. polyantha, fa parte di un complex di specie strettamente imparentate originarie delle foreste umide del Brasile orientale; affine, è anche l'ultima arrivata, A. calcicola, in precedenza confusa con queste specie e riconosciuta come specie autonoma appena nel 2009. Anche se il lavoro degli ibridatori per questo genere sembra ancora all'inizio, sul mercato sono disponibili anche alcuni ibridi, per lo più tra A. cathartica e A. blanchetii, che hanno permesso di allargare la gamma dei colori al bianco e all'albicocca,
2 Comments
David Hollombe
13/7/2022 04:28:36 pm
His death is recorded on the 4th line of the 56th image:
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Silvia Fogliato
13/7/2022 04:51:45 pm
I cannot access this site, but I know the date of death through authoritative Dizionario storico della Svizzera. Thank you
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
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