C'è stato un parco a Kew prima di Banks. A crearlo il politico più odiato e calunniato della storia britannica: accusato di ogni turpitudine, bruciato in effigie in piazza. Eppure proprio a lui si deve se l'Inghilterra è diventata la patria del giardinaggio. Ha imposto una moda, creato quattro giardini, scritto libri di giardinaggio, per amore delle piante è persino morto. E' John Stuart, lord Bute. Almeno la dedica di due generi, Stewartia e Butea, gli ha reso un po' di giustizia. ![]() Un incontro alle corse L'incontro che è all'origine dei futuri Kew Royal Botanical Gardens, l'orto botanico più famoso al mondo, si deve a un temporale e a una partita di carte. Nel 1747, John Stuart, terzo earl di Bute, un gentiluomo scozzese che si è da poco stabilito sulle rive del Tamigi, decide di assistere alle corse a Egham, dove si reca insieme al suo medico-farmacista con la carrozza di quest'ultimo. Caso vuole che quel giorno alle corse assistano anche i principi di Galles, Frederick e sua moglie, Augusta di Sassonia-Gotha; per la loro comodità, è stata eretta una tenda da campo. Quando il tempo volge al brutto, per intrattenere la coppia principesca si vorrebbe organizzare una partita di carte, ma manca il quarto giocatore: serve un gentiluomo di alto rango, degno di sedere di fronte a un principe reale. Qualcuno si ricorda di aver visto lord Bute sul campo da corsa; il suo rango è quello richiesto; lo convocano, lo presentano al principe, si gioca. Quando la compagnia si scioglie, lord Bute scopre di essere rimasto a piedi: il farmacista e la carrozza sono spariti; il principe Frederick, informato, invita cortesemente lord Bute a passare la notte nella sua residenza di Cliefden. Lord Bute non può che accettare; inizia così un'amicizia destinata a cambiare le sorti di Bute stesso, della Gran Bretagna, ma soprattutto, dal nostro punto di vista, del giardinaggio. Lord Bute era un grandissimo appassionato di botanica e di giardini; era più di un dilettante: tra il 1728 e il 1732, quando studiava diritto all'università di Leida nei Paesi Bassi, aveva seguito anche corsi di botanica; al suo ritorno in patria, aveva ristrutturato il parco del castello avito, Mount Stuart, nell'isola scozzese di Bute, secondo il nuovo gusto, appena agli inizi, del giardino paesaggistico ricco di arbusti da fiore, soprattutto importanti dalle colonie dell'America settentrionale. Uomo di bellissimo aspetto, ma poco socievole, di modi gravi e riservati, diventava eloquente quando il discorso cadeva sulle piante e sui giardini, tanto da contagiare Frederick e ancor più Augusta, con la quale condivideva il carattere timido e taciturno. Il principe Frederick era un personaggio dal carattere bizzarro (sua madre diceva di lui: "il mio primo figlio è il più grande asino, il peggior bugiardo, la più grande canaglia e la maggiore bestia del mondo"), uno scialacquatore di idee politiche radicali che dirigeva pubblicamente l'opposizione al padre, ma anche un grande protettore delle arti. Facile agli entusiasmi, dopo l'incontro con Bute decise di trasformare il giardino di una delle sue residenze nei pressi di Londra, la White House di Kew, in un parco paesaggistico secondo la nuova moda; ne ampliò l'area, contattò architetti e artisti, ordinò migliaia di piante a Collinson (che già aveva tra i suoi clienti lord Bute) e avviò lavori grandiosi, che avrebbero dovuto includere piante esotiche, un acquedotto, una riproduzione del Parnaso con tanto di tempio. Progetti che mai si realizzarono, perché interrotti dalla morte improvvisa del principe di Galles, nel 1751, a soli 44 anni. Una morte collegata al fanatismo per il giardinaggio: già sofferente per essere stato colpito violentemente da una palla da tennis (o da cricket), mentre dirigeva la messa a dimora di alcuni alberi fu sorpreso da una grandinata, si prese un'infreddatura che presto si trasformò nella pleurite che doveva essergli fatale. In ogni caso, i lavori per il parco di Kew avevano fatto in tempo ad alimentare lo spirito di competizione tra gli aristocratici britannici e gettato le basi della moda del parco all'inglese che presto sarebbe dilagata in Europa. ![]() Giardini e politica Si deve proprio a Bute se la vedova Augusta di Sassonia-Gotha (la coppia reale aveva fatto in tempo ai generare ben nove figli) decise di riprendere i progetti del marito, fissando a Kew la sua residenza di campagna. Bute, che nel frattempo era diventato il tutore del principe George (il futuro Giorgio III) divenne il suo principale consigliere in molti campi, ma soprattutto nella realizzazione del parco di Kew, di cui può essere considerato il primo direttore ufficioso. Abbandonati i progetti megalomani di Frederick, si occupò in primo luogo di migliorare un terreno di per sé poco fertile; i 110 acri della proprietà vennero disboscati e recintati, in modo che un gregge di pecore vi potesse pascolare fertilizzando il terreno che venne reso meno piatto e più mosso con colline artificiali. Per sovrintendere meglio i lavori e anche per seguire l'educazione del suo pupillo, nel 1754 Bute si trasferì in un cottage a Kew, da dove poteva raggiungere il parco liberamente passando per una porta segreta. Il parco, benché non molto esteso, secondo lo stile del giardino paesaggistico comprendeva diversi edifici, affidati all'architetto William Chambers, tra cui una serra e una pagoda di dieci piani (ancora oggi uno dei simboli dei Royal Botanical Gardens). Bute volle mantenere ben distinte le collezioni botaniche, organizzate come un orto botanico con le piante sistemate secondo il sistema linneano e accuratamente etichettate, e il parco di piacere, con un arboretum dove crebbero la prima Aucuba japonica e il più vecchio Ginkgo biloba in terra britannica (piantato nel 1762, è ancora oggi la più venerabile pianta del giardino). A partire dal 1759 come giardiniere capo fu chiamato William Aiton (che vi lavorò fino alla morte e fu, in un certo senso, "ereditato" da Joseph Banks). Ma purtroppo, oltre che di giardini, Bute volle occuparsi anche di politica; era un terreno sul quale non aveva alcuna esperienza, se non gli slogan che aveva appreso dagli ambienti degli oppositori che frequentavano Leichester House, la residenza londinese del principe Frederick. Inculcò queste idee nel suo reale pupillo che quando salì al trono, nel 1760, a soli 23 anni, non sognava altro che liberarsi dei politici che allora governavano il paese che giudicava corrotti e inaffidabili guerrafondai. Divenuto il suo principale consigliere, in seguito a intricate vicende e scontri di potere, Bute fu nominato segretario di stato nel 1761 e primo ministro nel 1762 e in tale veste diresse la politica britannica negli anni finali della guerra dei sette anni, fino alla pace di Parigi. L'esperienza fu disastrosa; già da anni l'opinione pubblica era ostile al gentiluomo scozzese; la stampa scandalistica lo accusava apertamente di essere l'amante della principessa Augusta (ah, quella porticina segreta a Kew!) e i due vennero ripetutamente bruciati in effige nelle pubbliche piazze; ora veniva accusato di aver svenduto gli interessi britannici alla Francia, mostrandosi troppo tenero in occasione della pace di Parigi, e di dissanguare il paese con le tasse. Dopo poco più di un anno egli fu costretto alle dimissioni e allontanato dal favore del re: il sovrano, che fino allora lo aveva considerato il suo migliore amico e gli scriveva ogni giorno, interruppe ogni contatto. Non per questo cessò la campagna di stampa ostile a Bute, che per decenni fu dipinto come il malvagio Macbeth scozzese che stava dietro ogni atto di Giorgio III, raffigurato come una marionetta nelle sue mani. Le ragioni di tanto odio (che va al di là dell'innegabile incapacità politica di Bute)? Così si espresse un contemporaneo, il vescovo Warbarton: “Lord Bute è inadatto ad essere il primo ministro inglese: in primo luogo è scozzese; in secondo luogo è amico del re; in terzo luogo, è una persona onesta". Meno teneri gli storici di oggi: anche se ritengono unanimemente che le voci sulla liaison con la madre del re fossero calunnie infondate, hanno variamente sottolineato la sua incapacità politica: Bute non conosceva la reale situazione del paese, non sapeva parlare in pubblico, era bravissimo nello sparare a zero su chi deteneva il potere, ma incapace di dirigere la politica britannica quando il potere passò a lui. Perso il favore del re, lord Bute fu allontanato dalla politica ma anche da Kew (nel 1772, alla morte di Augusta, il parco passò a Giorgio III che lo affidò a Joseph Banks che lo avrebbe trasformato nella gloriosa istituzione che tutti conosciamo). Rimase la passione per il giardinaggio; dopo Mount Stuart e Kew, altri due tra i più bei giardini britannici ne ricevettero l'impronta. Nel 1763 acquistò Luton Hoo nel Bedfordshire, dove fece costruire un sontuoso palazzo da Robert Adam e affidò la ristrutturazione dell'enorme parco (1200 acri, quasi 5 km quadrati) a Capability Brown; vi creò anche un orto botanico e un grande erbario privato, per ampliare il quale entrò in corrispondenza con botanici di fama, come l'olandese Gronovius. Nel 1773, in cerca di un clima più adatto alla salute malferma, acquistò un terreno nei dintorni di Christchurch nell'Hampshire, di cui si era innamorato mentre erborizzava; nacque così il suo ultimo giardino, Highcliffe House, affacciato sul mare che guarda verso l'isola di Whrigt. Qui Bute visse dopo il suo ritiro definitivo dalla politica (fino al 1780 aveva mantenuto un seggio in parlamento) fino alla morte, avvenuta nel 1792, occupandosi con passione del giardino, delle collezioni di libri e di botanica. Frutto di questi ultimi anni fu un'opera divulgativa, Botanical Tables, uscita nel 1784, in nove volumi, con le illustrazioni di Johann Sebastian Müller, che si proponeva di fornire una chiave per identificare la flora britannica, basata in parte sul sistema linneano, in parte su un metodo proprio; scritta in inglese anziché in latino, si rivolgeva principalmente a un pubblico femminile (padre di 11 figli, Bute aveva fornito un'educazione scientifica non solo ai figli maschi, ma anche alle femmine); l'opera, dedicata alla regina Charlotte, moglie di Giorgio III, ebbe però scarsissima circolazione (ne vennero stampate solo 12 copie). Essa comprende circa 600 magnifiche tavole con illustrazioni dettagliate degli organi sessuali e dei frutti; oltre alle piante da fiore, alle erbe, agli alberi, sono rappresentati anche i muschi, i licheni, le alghe e i funghi. Proprio grazie alle tavole, ne risulta un'opera di grande pregio estetico e di innegabile valore didattico. Come quella del principe Frederick, anche la morte di lord Bute fu indirettamente causata dal suo amore per la botanica. Nel novembre del 1790 (all'epoca il gentiluomo aveva 79 anni), mentre tentava di raccogliere alcune piante che crescevano sulla scogliera, scivolò e cadde per un'altezza di 30 piedi (circa 10 metri); non si riprese mai del tutto dalle ferite e morì nel marzo del 1792. Una sintesi della sua vita nella sezione biografie. ![]() Stewartia, petali di seta Le sventure politiche ebbero un riflesso anche sul seguito scientifico di Bute; in patria era piuttosto isolato, mentre aveva molti contatti tra i botanici europei. Più che uno studioso, veniva considerato un dilettante ("virtuoso"), con interessi troppo vasti (collezionava oggetti naturali di vario tipo, si interessò anche di minerali, fossili, astronomia) per non essere superficiali. Non divenne mai membro della Royal Society o di altre importanti istituzioni scientifiche (fu invece per breve tempo tra i consiglieri del British Museum). Tuttavia, prima della caduta, il suo ruolo nella diffusione delle nuove specie americane gli aveva guadagnato la dedica di un genere di arbusti di eccezionale bellezza, Stewartia. Il primo esemplare di quella che sarebbe stata battezzata Stewartia malacodendron giunse in Inghilterra nel 1742 grazie a John Clayton, che la inviò all'amico Mark Catesby, il quale la coltivò con successo nel suo giardino di Fulham. Sembra che attraverso Catesby la pianta sia giunta a lord Bute che l'avrebbe piantata a Mount Stuart e più tardi a Kew; in ogni caso un esemplare che cresceva nei suoi giardini fu disegnato dal celebre illustratore botanico Georg Ehret. Sulla base di questo disegno e di uno degli esemplari secchi inviati da Clayton a Gronovius, nel 1746 Linneo battezzò il nuovo genere Stewartia (raccogliendo una suggestione dello stesso Catesby, che però usava la grafia Stuartia). L'errore ortografico di Linneo si è perpetrato e oggi il nome ufficiale è Stewartia (sebbene in passato sia prevalsa l'altra grafia). Una grafia comunque accettata da Bute stesso, che fece orgogliosamente ritrarre la pianta in una delle sue Botanical tables. Stewartia è un genere di 8-20 specie, due nordamericane (S. ovata e S. malacodendron), le altre del sud est-asiatico. Bella tra le belle, appartiene alla famiglia della Camellia (Theaceae); comprende arbusti e alberi sempreverdi (poche specie sono decidue); alla bellezza dei grandi petali bianchi che sembrano di seta e contrastano con i numerosissimi stami, in alcune specie asiatiche si aggiunge l'attrattiva della corteccia, da arancione a giallo-bruno, dolce al tatto come velluto, che si sfoglia lasciando macchie color cannella o rosso-mattone, particolarmente decorativa nei mesi invernali nelle specie spoglianti. Forse la più coltivata e nota tra le cugine della Camellia (molte specie sono relativamente rustiche e riescono bene nei terreni freschi e acidi prediletti dalle altre Theaceae), nei nostri parchi è rappresentata soprattutto da due specie: l'americana S. malacodendron e la giapponese S. pseudocamellia. La prima è un grande arbusto con grandi fiori candidi dalla consistenza setacea (in inglese è chiamata non a caso Silk camellia) che contrastano mirabilmente con gli stami viola con antere blu. La seconda è un alberello, decorativo in tutte le stagioni dell'anno: in primavera grazie alle nuove foglie che, dapprima bronzee, si fanno via via verde profondo; in estate per i deliziosi fiori a coppa, bianchi con stami aranciati; in autunno per le foglie che, prima di cadere, si colorano di rosso fuoco; in inverno per i colori caldi della corteccia. Qualche notizia in più sulle altre specie nella scheda. ![]() Butea, fiamme nella foresta L'impopolarità di Bute presso l'opinione pubblica inglese si deve in gran parte al fatto che fosse scozzese (il primo a diventare primo ministro). Il suo stesso cognome lo faceva sospettare di essere in combutta con gli odiati pretendenti Stuart (in realtà, apparteneva a un altro ramo della famiglia ed era stato allevato dagli zii materni, i Campbell, famigerati in Scozia per la loro fedeltà agli Hannover). Benché fosse nativo della Scozia meridionale, nelle caricature veniva sempre raffigurato con berretto di tartan e kilt (costumi tipici degli higlanders, seguaci appunti del pretendente Carlo Stuart). Non stupisce quindi che sia stato un medico scozzese, William Roxburgh, studioso della flora del subcontinente indiano, a voler ulteriormente onorare il calunniato compatriota dedicandogli un nuovo genere che riuniva due Fabaceae indiane: la rampicante Butea superba e l'eretta Butea frondosa (in Plants of the Coromandel Coast, 1795). Dopo qualche vicissitudine tassonomica, il genere fu validato da Willdenow nel 1802. Butea è un piccolo genere di 2-4 specie di alberi e liane della foreste tropicali e subtropicali dell'India e del Sud Est asiatico. Butea monosperma (che è la stessa pianta denominata da Roxburgh B. frondosa) è uno albero deciduo che per la spettacolare fioritura è detto "fiamma della foresta". Noto in India con i nomi di pali, palasi, palash, ha importanti connotazioni culturali e rituali. Considerato una manifestazione del dio del fuoco, Agni, è utilizzato in diversi riti sacri, in particolare per accendere fuochi rituali. La sua bellezza dirompente, che spicca particolarmente quando nella stagione secca la maggior parte degli alberi della foresta ha perso le foglie, e gli alberi di pali sono nel pieno della fioritura, è stato celebrato da grandi poeti come simbolo stesso della primavera e dell'ardore poetico. Questo video dà almeno un'idea della spettacolare bellezza della sua fioritura. Butea superba è una liana nativa di Vietnam, Thailandia e India, particolarmente abbondante nelle foreste tailandesi dove, più che per la bellezza dei suoi fiori, è apprezzata per le (vere o supposte) virtù officinali delle sue radici. Gli si attribuiscono effetti ringiovanenti e afrodisiaci. Molti prodotti a base di estratti di B. superba sono disponibili anche in rete, anche se nessun studio scientifico conclusivo ne conferma l'efficacia. Come sempre, qualche approfondimento sul genere Butea nella scheda.
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February 2025
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