Matematico, astronomo, fondatore del calcolo delle probabilità, Pierre Simon de Laplace fu sicuramente una delle figure dominanti della scienza di primo Ottocento, con innumerevoli contributi nei campi dell'analisi matematica e dei più svariati settori della fisica, compresi la descrizione della meccanica celeste e la formulazione dell'ipotesi sulla formazione del sistema solare. Resta da scoprire perché Humboldt e suoi collaboratori Bompland e Kunth gli abbiano dedicato il genere Laplacea. Un grande scienziato opportunista All'epoca napoleonica, Parigi era indubbiamente la capitale della scienza mondiale, con le sue grandi istituzioni pubbliche come il Jardin des Plantes, l'Ecole polytechnique e l'Accademia delle scienze. Non mancavano anche i circoli privati, come la Societé d'Arcueil che tra il 1806 e il 1822 si riuniva la domenica nel villaggio di Arcueil, a sud di Parigi, ora a casa di Laplace, ora a casa di Berthollet. In occasione delle riunioni, i membri della società leggevano le loro memorie scientifiche; nel parco della casa di Laplace (che egli aveva acquistato da Rewbell, uno dei cinque membri del direttorio) c'era anche una piccola costruzione allestita come laboratorio per gli esperimenti di fisica e di chimica. Tra i partecipanti regolari alle riunioni, accanto ai "padroni di casa" Laplace e Berthollet, ricorrono molti grandi personaggi della scienza dell'epoca, come Biot, Gay-Lussac, Arago, Malus; erano soprattutto matematici, fisici e chimici, ma almeno un nome ci riporta alle scienze naturali e alla botanica: quello del grande tassonomista Augustin Pyramus de Candolle. Tra i più assidui, anche il viaggiatore e naturalista tedesco Alexander von Humboldt, che dal 1804, di ritorno dal suo viaggio in Sud America, decise di stabilirsi in Francia, dove visse per circa un ventennio, stringendo legami di amicizia e di collaborazione scientifica con diversi degli scienziati citati. Più ambigui i suoi rapporti con Laplace. Ufficialmente, tra i due ci fu sempre ammirazione reciproca: nel 1814, nel pubblicare il primo volume del suo monumentale Voyage aux régions equinoxiales du Nouveau Continent, insieme all'amico e compagno di viaggio Bonpland il tedesco dedicò l'opera al matematico francese: "All'illustre autore della Meccanica celeste, P. S. de Laplace, come debole omaggio di ammirazione e riconoscenza". Nel 1821, Laplace ricambiò il favore, dedicando a Humboldt la quinta parte dell'Exposition du système du monde pubblicata come libro indipendente sotto il titolo Précis de l’histoire de l’astronomie: "Al sig. Humboldt, come debole omaggio di stima e riconoscenza per i suoi importanti lavori nei diversi rami della filosofia naturale, e specialmente per il suo Viaggio nelle parti equinoziali del nuovo continente". Inoltre, Laplace aveva favorito l'ammissione di Humboldt all'Accademia delle scienze di Parigi, mentre il tedesco l'aveva ricambiato dandosi da fare perché egli fosse ammesso all'Accademia leopoldina di Berlino. Inoltre, quando nel 1821 per impulso di Humboldt nacque la Societé Geographique, che vide tra i soci fondatori oltre a molti degli scienziati già citati, illustri naturalisti come Cuvier, Lamarck, Antoine-Laurent de Jussieu, l'egittologo Champollion, lo scrittore Chateaubriand, Laplace venne scelto come presidente, a dimostrazione del suo prestigio negli ambienti scientifici d'oltralpe. Del resto, Humboldt riconobbe il suo debito scientifico con il grande matematico, citandolo ripetutamente nelle sue opere. Durante il suo viaggio in Sud America, e in particolare in occasione della celebre ascensione del Chimborazo, si avvalse della formula barometrica di Laplace per stabilire l'altitudine; fu molto influenzato dai suoi metodi statistici; soprattutto i due avevano in comune una visione scientifica che rifiutava ogni finalismo e cercava di scoprire le leggi dei processi naturali all'interno della natura stessa. Quanto all'uomo Laplace, le opinioni di Humboldt erano più sfumate: nel 1827, alla sua morte, egli scrisse infatti a Gauss: "Con lui scompare una grande - non devo dire l'ultima - gloria matematica della Francia perché riuniva al talento matematico (che forse aveva in comune con Poisson, Fourier e Cauchy) una conoscenza estremamente estesa e una cultura linguistica molto più nobile del suo carattere". In effetti, Laplace fu un grandissimo matematico e fisico, ma un uomo meschino. Con cinico opportunismo, questo grande camaleonte riuscì a rimanere a galla sotto tutti i regimi, proseguendo senza ostacoli una brillante carriera di scienziato e uomo dell'establishment, membro di innumerevoli commissioni: repubblicano ai tempi della rivoluzione, dopo il colpo di stato si schierò con Napoleone, tanto che nel 1799 il primo console lo nominò ministro degli interni (ma lo congedò dopo sei settimane; purtroppo Laplace si era rivelato pessimo amministratore e provetto "complicatore di questioni semplici"); divenne poi senatore, vicepresidente del Senato, membro della Legione d'onore e conte dell'Impero e dedicò all'imperatore il terzo volume della Meccanica celeste. Tuttavia nel 1814, vedendo il crollo di Bonaparte, si affrettò a votare la cessazione dell'Impero e offrì i suoi servigi a Luigi XVIII, che lo compensò nominandolo marchese. All'epoca di Carlo X si alienò definitivamente la stima dei democratici votando le leggi che inasprivano la censura. Sul piano personale, era caratterizzato da un'altissima opinione di sé ed è stato accusato di essersi appropriato del lavoro di altri studiosi, senza citarli. Forse tutte queste ragioni spiegano perché, al contrario di altri scienziati, come Lagrange, non sia stato sepolto al Panthéon di Parigi. Una sintesi della sua vita nella sezione biografie. Laplacea, forse che sì, forse che no Se anche aveva riserve sulla persona (questo voltagabbana non poteva piacere a un uomo come Humboldt che, benché fosse un barone prussiano, era affascinato dagli ideali della rivoluzione, cui rimase fedele anche durante l'impero di Napoleone, che lo detestava cordialmente e lo sottopose alla sorveglianza della polizia politica, temendo fosse una spia), oltre che nei modi che abbiamo già visto, lo studioso tedesco volle rendere omaggio al Laplace scienziato anche con la deduca di uno dei numerosissimi nuovi generi da lui scoperti durante il viaggio in Sud America. Al loro ritorno, infatti, Humboldt e Bonpland portavano con sé un enorme bottino di piante, di cui almeno 3600 specie o generi del tutto nuovi alla scienza. Con l'aiuto del tedesco Karl Sigismund Kunth tra il 1816 e 1826 esse vennero pubblicate nel monumentale Nova genera et specie plantarum. Una di esse, una Theacea raccolta sulle montagne colombiane, venne battezzata Laplacea speciosa. Tralasciando le ancor più complicate vicende di sinonimi concorrenti usciti presto dall'uso, la storia del nuovo genere appare tormentata. Per qualche tempo Laplacea fu mantenuto distinto dall'altro genere americano, Gordonia (rappresentato dalla nordamericana G. lasianthus), ma, mano a mano che si scoprivano nuove specie in Sud e Centro America, molti studiosi si convinsero che la distinzione fosse superflua; così Laplacea confluì in Gordonia, e persino la specie tipo, L. speciosa Kunth venne ribattezzata Gordonia fruticosa. Pochi anni fa (2001), il genere Laplacea è stato però resuscitato sulla base di studi filogenetici che ne hanno dimostrato l'affinità più con le Camelliae (entrambe apparterrebbero alla tribù Theeae) che con le Gordoniae (appartenenti alla tribù Gordonieae). Conclusioni accettate solo da alcuni studiosi; molto discusso è anche il numero delle specie che gli devono essere assegnate. Indiscutibile è invece la bellezza di questi alberi tropicali, comunque li si classifichi. La specie tipo, Laplacea fruticosa, è un magnifico albero colonnare della foresta pluviale e amazzonica, semideciduo, alto una trentina di metri, con spettacolari fiori bianchi profumati con numerosi stami gialli, di aspetto molto simile a quelli delle Camelliae, grandi foglie ovali con margine seghettato che prima di cadere diventano rosse, formando un bel contrasto con le foglie nuove, di un brillante verde profondo. Qualche notizia in più nella scheda.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
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