Se immaginate i botanici come dolci signori con gli occhiali che con il vascolo a tracolla se ne vanno in giro trasognati a raccogliere fiorellini, la storia di Linneo e Siegesbeck vi farà cambiare idea. Scoprirete anche che nell'assegnare i nomi alle piante lo svedese non era sempre guidato dalle migliori intenzioni. Ma attenzione! E' una storia a luci rosse, vietata ai minori. ![]() Ditelo con i fiori! All'inizio, la pretesa di Linneo di ribattezzare le piante con il nuovo sistema binomiale suscitò parecchia ostilità e le ironie di colleghi ben più rinomati dell'allora oscuro medico svedese. Ma chi pretendeva di essere, un secondo Adamo? Tuttavia, mano a mano che il sistema si affermava, Linneo divenne davvero un'autorità riconosciuta, a cui ci si rivolgeva per conoscere il "vero nome" di ogni essere vivente. Non solo: essere eternato dal nome di una nuova specie, magari un lussureggiante arbusto fiorifero, divenne un onore a cui molti aspiravano. Così, lo scienziato svedese si rese conto di avere nelle mani il grande potere di conferire a colleghi ed allievi "l'unica gloria accessibile ai botanici", secondo le sue stesse parole. Ma egli qualche volta ne abusò, usandolo per fini un po' meno nobili. Almeno, fu quello che capitò al botanico sassone Johann Georg Siegesbeck. L'uscita del Systema Naturae nel 1735, con l'innovativa classificazione basata sui caratteri sessuali delle piante, aveva suscitato una tempesta di critiche, dovute sia a motivazioni scientifiche (rispetto ai consolidati sistemi di Tournefort e Ray, veniva giudicata del tutto arbitraria) sia alla sua supposta immoralità. Il critico più feroce fu proprio Siegesbeck, il quale nel libretto dedicato a smontare l'opera linneana Epicrisis in clar. Linnaei nuperrime evulgatum systema plantarum sexuale, et huic superstructam methodum botanicam (1737) definì il nuovo sistema "un disgustoso meretricio". Come si poteva credere- ironizzava - che 20 o più mariti (gli stami) si spartissero una sola moglie (il pistillo)? Era una bestemmia contro il buon Dio e le sue piante innocenti! Immediatamente Linneo rispose per le rime, battezzando Siegsbeckia una insignificante Asteracea che emanava cattivo odore, prosperava in zone disabitate e per di più era dotata di piccoli uncini grazie ai quali "le rimaneva appiccicato qualsiasi frammento di lanugine e di peluria". La polemica tra i due livorosi naturalisti si trascinò per anni, tanto più che Linneo riteneva che fosse tutta colpa dell'infamia gettatagli addosso dal rivale se per qualche anno la sua carriera accademica aveva segnato il passo. Non si degnò tuttavia di rispondere di persona alle grottesche argomentazioni del tedesco, affidando la difesa del suo sistema ad amici come Browallius e Gleditsch. Nel 1741 Siegesbeck rispose con Consideratio epicriseos Siegesbeckianae in Linnaei systema plantarum sexuale et methodum botanicam huic superstructam in cui definiva quello di Linneo "metodo lascivo"; c'era una bella differenza, secondo lui, tra la poligamia e il meretricio: la prima era sancita dal Vecchio Testamento, la seconda no (dunque, una pianta in cui molte mogli - i pistilli - soddisfacessero un solo marito - lo stame - gli sarebbe andata benissimo!). Nel 1744 un curioso incidente diplomatico rinfocolò l'astio. All'Università di Uppsala era arrivato un pacchetto di semi di Siegesbeckia orientalis; scherzosamente, Linneo gli appose l'etichetta "Cuculus ingratus"; seconda la più classica legge di Murphy, per una serie di circostanza sfortunate il sacchetto fu rispedito per errore proprio al botanico sassone, che divenne ancora più furibondo. Nonostante amici comuni cercassero di fare da pacieri, Linneo si rifiutò di scusarsi, dicendo che non lo avrebbe fatto neanche in cambio della più ricca raccolta di piante. A soffrirne fu la botanica, visto che da quel momento Siegesbeck non inviò più piante siberiane a Uppsala. Ma anche Linneo non perdonava. Ancora negli anni '60, quando il suo arcinemico era già morto da qualche anno, redigendo una lista di 33 botanici contemporanei, sotto forma di "esercito di Flora", assegnò a se stesso il grado di generale (sempre modesto, il vecchio Carl!) e a Siegesback l'ultimissimo posto, con il grado di sergente maggiore. Qualche notizia in più su di lui nella biografia. Fonte: A. Johnsson, Odium botanicorum. The polemic between Carl Linnaeus and Johann Georg Siegesback, Abstract in http://www.phil-hum-ren.uni-muenchen.de/GermLat/Abstr1/Av348e.htm ![]() Le virtù della Siegesbeckia Ma la povera Siegesbeckia, vittima inconsapevole di questa storia incresciosa, è davvero così abominevole? Effettivamente sia i semi sia il fiore emanano cattivo odore; l'aspetto non è certo attraente, ma la pianta è dotata di grandi virtù medicinali che la riabilitano del tutto. In Cina - dove pure è chiamata con il nome poco lusinghiero di "erba maiale pungente" per la sua puzza e il gusto aspro - è usata come medicamento da almeno 1000 anni. Le ricerche farmacologiche confermano le sue proprietà antireumatiche, antinfiammatorie, analgesiche, immunitarie e regolatrici della pressione bassa. E' anche valida per curare eczemi, orticarie e pruriti. Pare che sia efficace anche contro l'insonnia. L'estratto di Siegesbeckia entra nella composizione di costosi cosmetici per la pelle, per le sue proprietà calmanti e rigeneranti. Non male per il brutto anatroccolo della botanica! Approfondimenti nella scheda.
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