Nel 1703 il re Sole invia un'ambasceria all'imperatore d'Etiopia. Due anni dopo, a Sennar, nel Sudan, tutti i componenti della spedizione saranno massacrati per ordine del re locale. Tra loro anche un giovane medico e botanico di origini italiane, Augusto o Augustin Lippi. Il suo ricordo, ancora una volta, è affidato alle piante: l'aromatica Lippia e la sua sorella spinosa, Acantholippia. ![]() Diplomazia, religione e ricerca scientifica Nel 1699 un medico francese, Charles-Jacques Poncet, si recò a Gondar, la nuova capitale del regno d'Abissinia (o impero d'Etiopia), per curare l'imperatore Yiasu e suo figlio. Si aprì così uno spiraglio per stabilire relazioni diplomatiche tra la Francia e il paese africano, di cui il re Sole decise di approfittare inviando un'ambasceria ufficiale. Oltre che diplomatici, gli obiettivi erano religiosi (si sperava di potere inviare missionari che riconducessero la chiesa copta nel seno di Roma) e economici; si puntava all'accesso diretto a un mercato fino ad allora raggiungibile solo attraverso la mediazione dell'impero ottomano, anche in risposta agli empori aperti a Aden e Moka dalle compagnie olandese e inglese. Dopo una lunga e complessa preparazione (occorreva il benestare dell'Impero turco, di cui l'Egitto faceva parte, e l'assenso del papa per gli aspetti religiosi), la missione poté partire solo nell'agosto del 1703. A capeggiarla il viceconsole francese a Damietta, Lenoir du Roule: infatti il console, scettico e consapevole dei rischi, si era diplomaticamente defilato; lo accompagnavano due servitori e un interprete, un pittore-incisore e un medico-naturalista. Grazie all'intervento di Fagon, medico del re e grande patron del Jardin du Roy, la missione aveva infatti assunto anche il volto di una spedizione naturalistica; il pittore, Bayard, avrebbe disegnato piante, frutti, animali, paesaggi e ogni curiosità degna di nota; il naturalista avrebbe dovuto raccogliere esemplari interessanti soprattutto della flora di Egitto, Sudan e Etiopia, largamente sconosciuta alla scienza europea. E' così che entra in scena il nostro protagonista: Augustin (o Augusto) Lippi, un giovane medico di venticinque anni, di origini italiane (la sua famiglia era di Lucca, ma lui era nato a Parigi), molto dotto e assai versato nella chimica e nella botanica. ![]() Una missione difficile, un esito tragico Fin dall'inizio, la missione Lenoir du Roule fu segnata dal destino avverso. Ripetute tempeste rallentarono la navigazione nel Mediterraneo, costringendo i viaggiatori a lunghe soste forzate in diversi porti, tanto che giunsero al Cairo soltanto nel maggio 1704. Vi trovarono un ambiente totalmente ostile; mercanti francesi e missionari francescani (contrari all'invio in Etiopia di missionari gesuiti, come caldeggiato dal re Sole) avevano contribuito a diffondere i più incredibili pettegolezzi sui veri intenti dei francesi: si diceva che gli inviati di Luigi XIV fossero in realtà consiglieri militari; che nei loro bagagli nascondessero cannoni; che du Roule fosse un figlio segreto del re Sole; ma soprattutto che tutti quanti fossero pericolosi stregoni capaci di tagliare il Nilo e impedirne le benefiche piene. L'ostilità della popolazione era tale, lamenta Lippi in una delle sue lettere a Fagon, che gli era stato impossibile esplorare le campagne per erborizzare. A luglio il gruppo partì in direzione sud, ora lungo il corso del Nilo ora attraverso il deserto. Alle difficoltà del viaggio (la carovana avrebbe dovuto percorre più di 2000 km) si aggiunsero ovunque segni di ostilità e diffidenza, che resero molto difficile il lavoro di Lippi. Ad agosto, mentre si trovavano a Asuit , a circa 300 km a sud del Cairo, vennero raggiunti dal primo interprete dell'ambasciata francese che, per incarico del Bey ottomano, ingiunse loro di tornare indietro: secondo le autorità turche, la missione era fallita in partenza per l'ostilità del patriarca copto e le calunnie diffuse dai francescani e li avrebbe esposti a morte sicura. Du Roule decise di proseguire; il gruppo si addentrò sempre più a sud nell'alto Egitto. A marzo dell'anno successivo, toccarono i confini dell'Egitto (da qui, prudentemente, Lippi inviò a Fagon l'ultimo pacco di piante e l'ultima parte del manoscritto). A maggio, seguendo il corso del Nilo Azzurro giunsero infine a Sennar, capitale del regno Fung. Dapprima l'accoglienza del re Badi III e del suo primo ministro apparve assai cordiale. Tuttavia, i mesi passavano senza che venisse accordato il permesso di proseguire il viaggio verso l'Etiopia. Esasperato, du Roule, tramite un mercante etiope, comunicò all'imperatore il suo arrivo a Sennar, chiedendogli di intervenire presso il re. Forse fu proprio questa mossa a scatenare la tragedia. Fossero i timori superstiziosi e xenofobi della popolazione, fosse il rifiuto di du Roule di pagare le mance richieste per ogni nonnulla, fosse l'ostilità delle donne dell'harem regale che non aveva trattato con sufficiente deferenza, fosse la mancata piena del Nilo (che venne attribuita ai malefici stregoni francesi), fosse soprattutto il desiderio di impadronirsi di tutti i loro beni e dei doni per l'imperatore d'Etiopia, il 10 novembre del 1705 il re di Sennar ordinò ai suoi servitori di organizzare una trappola e di uccidere tutti i francesi. Fatti uscire di casa con tutti i loro beni (con il pretesto di un trasloco in un'abitazione poco lontana), nella piazza principale vennero circondati dai soldati e fatti a pezzi. Solo l'interprete cercò di difendersi uccidendo due assalitori, ma presto dovette soccombere. Anche Lippi fu tra i caduti; l'unico sopravvissuto fu il pittore che, malato, non aveva mai raggiunto Sennar. I cadaveri, i vestiti, le carte vennero bruciati per eliminare ogni possibile sortilegio. ![]() L'aromatica Lippia Dopo questa storia terribile, torniamo alla botanica. Lippi (qualche notizia in più nella biografia) era un botanico preparato e diligente. Nel corso del suo viaggio, fin dalla sosta a Marsiglia e persino durante il tormentoso viaggio in mare, raccolse numerosi esemplari e li descrisse puntigliosamente in note inviate a Fagon. Anche se mancano le piante sudanesi (presumibilmente andate perdute per la sua tragica morte) ne risulta un'opera notevole (Table alphabétiques des plantes observées par M. Augustin Lippi), che passa in rassegna oltre 250 piante, una quarantina delle quali fino ad allora sconosciute, all'epoca la maggiore rassegna disponibile delle piante egiziane. Sebbene mai pubblicata, era comunque nota agli ambienti scientifici, tanto che nel 1730 Houstoun volle dedicare al giovane medico una delle nuove piante da lui raccolte in Messico, Lippia americana. Il genere sarà poi validato da Linneo nel 1753. Lippia è un genere della famiglia Verbenaceae che comprende circa duecento specie di arbusti diffusi nelle aree tropicali di tutto il mondo; la loro caratteristica più saliente è il fogliame profumato, per la presenza di diversi oli essenziali. La specie più nota è probabilmente Lippia graveolens, nativa del sud ovest degli Stati Uniti, del Messico e dell'America centrale, una pianta aromatica le cui foglie sono usate nella cucina messicana e tex-mex; è detta "origiano messicano". Anche nell'area esplorata da Lippi sono presenti varie specie del genere che gli sarà dedicato, come L. abyssinica o L. multiflora (una specie presente anche in Sudan con tradizionali usi erboristici); è possibilissimo dunque che lo sfortunato botanico abbia incontrato qualcuna delle piante che oggi portano il suo nome. Di alcune di esse si parla nella scheda. Curiosamente, non fanno più parte del genere Lippia le specie probabilmente più note - e spesso commercializzate - sotto questo nome: l'aromatica Lippia citriodora (oggi Aloysia citriodora), ovvero la limoncina o erba cedrina; la vigorosa tappezzante Lippia nodiflora (oggi Phyla nodiflora). E' invece da poco ritornata a farne parte il cosiddetto zucchero azteco Lippia dulcis, dopo essere stata assegnata anch'essa al genere Phyla come P. dulcis. A ricordare Lippi, concorre anche il piccolo genere Acantholippia (una rassegna delle specie nella scheda) che comprende sei specie delle regioni aride delle Ande e della Patagonia, che si distinguono dall'affine Lippia per essere piante xerofile con foglie ridotte, spesso munite di spine.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
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