Se quest'estate sui vostri balconi coltiverete petunie e verbene, rivolgete un pensiero a John Tweedie: senza i suoi semi quelle magnifiche e coloratissime varietà orticole non sarebbero mai state create. Né sarebbero arrivate nei nostri giardini l'erba delle Pampas e il Solanum jasminoides. A ricordare questo scozzese fattosi argentino, Tweedia, un genere dell'Argentina e del Chile, di cui fu il primo raccoglitore. Una colonia agricola scozzese in Argentina Nel 1825, quando decise di dare una svolta alla sua vita, John Tweedie aveva già cinquant'anni; un'età avanzata, per gli standard dell'epoca (la speranza di vita per un uomo della sua classe sociale era intorno ai quarant'anni). Invece Tweedie non esitò a lasciare una carriera di successo come giardiniere paesaggista, che lo aveva visto giardiniere capo dell'Orto botanico di Edimburgo e progettista e direttore di diversi parchi in Scozia e Inghilterra, per unirsi a un gruppo di 200 coloni in partenza per l'Argentina. A organizzare l'emigrazione in massa erano stati i due intraprendenti fratelli Parish Robertson, che negli anni della lotta per l'indipendenza erano riusciti ad arricchirsi con il contrabbando e finanziando i ribelli ora al potere. Furono particolarmente vicini a Rivadavia (al momento Ministro degli esteri, più tardi presidente della repubblica) che si rivolse a loro per il suo progetto di attirare capitali stranieri per diversificare e sviluppare l'economia del paese, creando tra l'altro colonie agricole, affidate a coloni venuti dall'Europa cui sarebbero state concesse terre in enfiteusi. I Roberston proposero a Tweedie di unirsi agli emigranti come agronomo e progettista giardiniere; egli accettò, forse insoddisfatto della sua posizione, solida ma pur sempre subordinata, forse affascinato dalla possibilità di conoscere una natura ancora largamente ignota alla scienza europea. Del gruppo, per lo più scozzese, che salpò da Leith il 22 maggio 1825 a bordo del veliero Simmetry, facevano parte anche un architetto inglese (insieme a sei fornaciai) e un medico, oltre alla famiglia Tweedie al gran completo (lo accompagnavano la moglie e sei figli). All'arrivo, ad agosto, una prima momentanea delusione: il governo aveva cambiato idea e non concesse le terre; i fratelli Robertson risolsero la situazione affittando ai coloni la loro grande tenuta di Monte Grande, a una trentina di km da Buenos Aires. Tweedie, attivissimo, inventò una macchina per estirpate i cardi selvatici, che abbondavano nei campi abbandonati; introdusse la pratica di creare siepi vive per separare i campi dalle aree lasciate a pascolo e impedire le incursioni del bestiame; a Santa Catalina, un'altra tenuta dei Robertson, notando che in Argentina non esisteva legname adatto alle costruzioni. creò il primo bosco artificiale del paese, facendo arrivare dalla Gran Bretagna olmi, robinie, frassini, lecci, querce. Questo bosco esiste ancora ed è stato dichiarato Monumento nazionale. I primi tre anni furono favorevoli ai coloni e assicurarono attimi raccolti; poi incominciarono ad accumularsi le difficoltà: la guerra con il Brasile per il controllo dell'Uruguay, le dimissioni di Rivadavia, l'inflazione, la siccità, l'ostilità dei vicini che non potevano più far pascolare il loro bestiame sulle terre di Monte Grande. Nel 1829, la colonia si sciolse. Tweedie si trasferì con la famiglia a Buenos Aires, dove creò un vivaio con un negozio; il suo obiettivo era riprendere per clienti argentini la sua attività scozzese, progettando giardini per i più ricchi. Ma in mancanza di una clientela solida e solvente, il progetto fallì. Allora Tweedie, a quasi 55 anni, decise di cambiare ancora una volta vita: sarebbe diventato cacciatore di piante, mantenendosi con i semi e agli esemplari che avrebbe raccolto e inviato agli orti botanici, ai vivai e ai collezionisti britannici. Un "vecchio" raccoglitore instancabile Fin dall'arrivo a Monte Grande, Tweedie era stato affascinato dall'esotica flora argentina e aveva inviato molti esemplari in Gran Bretagna per l'identificazione; era in contatto con diversi orti botanici, in particolare Kew, Edimburgo, Glasgow e Dublino. Grazie al lui, tra il 1830 e il 1831 arrivarono all'orto botanico di Glasgow i semi di due petunie, Petunia integrifolia e P. violacea, che incominciarono ad essere incrociate tra loro, creando un vera e propria mania delle ibridazioni e contribuendo a determinare il tramonto del giardino paesaggistico, sostituito dalla nuova passione per le bordure di annuali dai colori sgargianti. Nel 1832 (qualche mese prima aveva incontrato un giovane Charles Darwin, di passaggio in Argentina nel viaggio di andata della Beagle), Tweedie partì per la sua prima vera spedizione, unendosi a un convoglio inglese, capeggiato dal diplomatico H.S. Fox, che rimontò il fiume Uruguay per 60 miglia; scese poi lungo il Rio Negro e dalla foce del fiume risalì verso nord, attraverso il Rio grande del Sud fino a Rio de Janiero, da dove poi rientrò a Buenos Aires in nave. L'area, nota come Banda Oriental, tra Argentina, attuale Uruguay e Brasile meridionale, caratterizzata da foreste pluviali a galleria, era ricchissima di biodiversità e praticamente sconosciuta alla scienza europea. Qui Tweedie incontrò un altro botanico, il belga Louis van Houtte, con il quale fece diversi viaggi. Il bottino fu immenso: almeno 1000 esemplari, con un'alta percentuale di specie mai descritte prima. La più bella di tutte è forse Calliandra tweediei, una spettacolare leguminosa con fiori scarlatti simili a piumini (il nome volgare infatti è plumerillo). Un secondo viaggio, del 1835, fu meno fortunato. Uscendo da Montevideo, la nave su cui era imbarcato naufragò, e Tweedie si salvò aggrappandosi al velame. La terra ferma sembrava più affidabile; fu così che a marzo si unì a una grossa carovana diretta a Tucuman, nel nord ovest del paese. Un viaggio lungo, lento e disagevole, che di solito richiedeva una quarantina di giorni; questa volta, ne occorsero più del doppio. Ogni possibile disagio rallentò il viaggio: indigeni ostili, animali selvaggi, fiumi in secca o in piena (uno fu superato in piccole canoe manovrate da robuste donne indigene che trattenevano le funi di traino con i denti). Da Tucuman Tweedie fece anche una puntata sulla cordigliera, dove nonostante la stagione avanzata riuscì a raccogliere una scatola di semi che spedì a W.J. Hooker a Glasgow. Tra gli apporti di questo viaggio Passiflora tucumanensis. Nel 1837 (aveva ormai 62 anni) si accontentò di una breve escursione di un mese nelle colline nei dintorni della capitale, che con il loro paesaggio mosso e desolato gli ricordavano le highlands scozzesi. Più tardi (non conosciamo le date esatte di questo e del seguente viaggio) ripartì verso sud con l'intenzione di raggiungere la Patagonia; la piccola nave su cui era imbarcato, con provviste solo per cinque giorni, si arenò a Cabo San Antonio; dopo un inutile tentativo di proseguire via terra, alleggerendo il carico riuscirono a salpare, raggiungendo Bahia Blanca dopo 19 giorni. Neppure questo scoraggiò il tenace scozzese, che tentò nuovamente di raggiungere la Patagonia; anche questa volta rischiò di morire di fame e si salvò nutrendosi di pinoli. Quando rientrò a Buenos Aires, era così stracciato e sporco che i suoi stessi amici non lo riconobbero. Altre spedizioni, sulle quali siamo meno informati, le intraprese fino all'età di settant'anni. Negli anni '40 Tweedie contribuì all'ibridazione di un'altra annuale da giardino molto popolare, inviando a Niven dell'Orto botanico di Glasnevin a Dublino i semi di diverse specie di verbena: Verbena tweediana e V. teucrioides, antenate delle verbene ibride (oggi classificate come Glandularia x hybrida, genere cui sono state assegnate molte verbene sudamericane, comprese ovviamente Glandularia tweediana e G. teucrioides). Altre introduzioni dovute a lui sono Mandevilla laxa (così chiamata in onore di H.J. Mandeville, console britannico a Buenos Aires), Solanum laxum (spesso più noto come S. jasminoides), e Cortaderia selloana, l'erba delle Pampas. Non provato da tante avventure, morì a 87 anni, nel 1862. Una sintesi della sua vita nella sezione biografie. In corrispondenza con molti botanici, vivaisti e appassionati, il suo contatto più assiduo fu con William Jackson Hooker, professore di botanica all'Università di Glasgow, poi direttore dei Kew Gardens, che pubblicò molte delle specie raccolte da Tweedie nel celebre Botanical Magazine di Curtis; le specie di Tweedie furono poi essenziali per la compilazione di Contributions towards a flora of South America and the islands of the Pacific, scritto in collaborazione con W. Arnold (1834). Tweedia, un genere a cavallo della Cordigliera In quest'opera Hooker non mancò di rendere omaggio al formidabile raccoglitore, dedicandogli almeno una trentina di nomi specifici: oltre a Calliandra tweedii e Verbena (= Glandularia) tweediana, tra gli altri Capparicordis tweediana, Bignonia tweediana (oggi Macfadyena ugnis-catis), Ruellia tweediana, nonché il genere Tweedia. Delimitato e ridotto da successive revisioni, Tweedia, della famiglia Apocynaceae, è oggi un piccolo genere di solo sei specie, distribuite equamente a est e a ovest delle Ande, con due specie argentine, una boliviana e argentina, tre cilene. Sono erbacee prevalentemente sarmentose, che si distinguono dai numerosi generi affini per i lobi della corona in genere liberi che si innestano in alto sul tubo della corolla; spesso il fiore ha la forma di una stella a cinque raggi, con punte ricurve e andamento elicoidale. Molto simili tra loro, le sei specie si sono tuttavia adattate ad ambienti molto diversi; le due specie argentine, T. aucarensis e T. echegaray, vivono in zone aride e rocciose della pre-cordigliera; la specie argentina e boliviana, T. brunonis, è nativa di un'area subtropicale, monsonica, con violente piogge estive; le tre specie cilene (T. andina, T. birostrata e T. stipitata) sono originare del Cile centrale, con clima di tipo mediterraneo, a piogge invernali. Recentemente è stata staccata dal genere T. australis, ora Diplolepis australis. Ma soprattutto non è più una Tweedia quella che gli appassionati di giardinaggio ancora chiamano T. caerulea, oggi Oxypetalum caeruleum (una perdita grave per il buon Tweedie: uno degli azzurri più belli dell'intero regno vegetale). Qualche approfondimento nella scheda.
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