In un divertente romanzo inglese, un personaggio si chiede perché Adam Buddle dovrebbe essere ricordato da una targa blu: in fondo anche suo zio ha la passione del giardinaggio e ha scritto un libro mai pubblicato; e la pianta che porta il suo nome, la Buddleja, non l'ha scoperta lui, anzi manco l'ha mai vista. Ma se la merita, Buddle, questa targa blu? Giudicate un po' voi. Muschi, ma non solo Nel 1688, con la Gloriosa Rivoluzione (gloriosa non perché segnata da particolari atti eroici, ma perché avvenuta senza spargimento di sangue), Giacomo II Stuart deve cedere il trono d'Inghilterra e Scozia a Guglielmo III e Maria II; è l'inizio della monarchia costituzionale. L'anno successo l'Atto di Tolleranza concede la libertà di culto ai protestanti non conformisti. Il Parlamento stabilisce tuttavia che i membri del parlamento stesso, tutti i pubblici ufficiali e i membri del clero dovranno giurare fedeltà ai nuovi monarchi, pena la decadenza dai loro uffici. L'arcivescovo di Canterbury, un certo numero di vescovi e circa 400 ecclesiastici rifiutano di giurare, considerando ancora valido il loro giuramento al re precedente. E' l'apertura di un piccolo scisma nella chiesa anglicana, che si trascinerà per qualche decennio. Tra coloro che perdono il posto per essersi rifiutato di giurare c'è anche Adam Buddle, da qualche anno fellow del St Catharine's College di Cambridge; solo qualche anno più tardi, nel 1702, dopo aver cambiato idea e prestato giuramento, prenderà i voti e percorrerà una modesta carriera ecclesiastica, che si concluderà con il ben remunerato (e poco impegnativo) incarico di lettore della Cappella del Gray Inn di Londra. D'altra parte, al centro degli interessi di questo ecclesiastico riluttante non c'era né la politica, né la religione, ma piuttosto la botanica. Fin da studente, aveva incominciato a creare un erbario, con un occhio di riguardo per due gruppi di piante ancora scarsamente conosciute e poco studiate: le graminacee (oggi diremmo Poaceae) e i muschi. Benché poco informati sulla sua vita prima che prendesse i voti, sappiamo che entrò in contatto con molti botanici influenti, non solo inglesi: in gioventù fu in corrispondenza con Ray e più tardi con Tournefort; a partire dal 1699 ebbe stretti contatti con Sloane, futuro presidente della Royal Society e, soprattutto dopo essersi trasferito a Londra, fece parte di un gruppo di botanici - legati all'ambiente dei farmacisti e del Chelsea Physic Garden - che erborizzavano insieme nei dintorni della capitale e si incontravano in diverse taverne, per scambiarsi comunicazioni scientifiche tra un boccone di pernice e un sorso di birra. Tra di loro c'erano Samuel Doody, curatore del giardino, e il farmacista e collezionista James Petiver. L'erbario di Buddle era così ricco e ben organizzato, la sua reputazione come esperto di briofite così grande, che spesso i colleghi ne chiedevano parti in prestito (con grande ansia del proprietario, qualche foglio se ne andò fino a Parigi, da Pitton de Tournefort). L'opera della vita di Buddle fu la compilazione di una Flora inglese, che terminò nel 1708; le piante erano classificate secondo un metodo creato da Buddle stesso fondendo i due principali sistemi dell'epoca: quello dell'inglese Ray e quello del francese Tournefort; in una lettera a Sloane si dice consapevole che in tal modo avrebbe probabilmente scontentato i seguaci dell'uno e dell'altro: previsione che si avverò, visto che alla sua morte, avvenuta nel 1715, il testo non era ancora stato pubblicato. E così rimase, nonostante le raccomandazioni della vedova a Petiver e Sloane (ques'ultimo entrò in possesso dei suoi scritti e dell'erbario, tuttora conservato nel Natural History Museum, in ottimo stato di conservazione e ragguardevole per il montaggio e la precisione di descrizioni e note di raccolta). Qualche notizia in più nella biografia. Buddleie, farfalle e... qualche danno Insomma, nel vivace ambiente della nascente botanica inglese a cavallo tra Seicento e Settecento, Buddle fu senz'altro un nome di rilievo; e di lui si ricordò un quindicennio dopo la sua morte lo scozzese William Houstoun, dedicandogli uno dei suoi nuovi generi americani, Buddleja. Il genere era nuovo (e sarà validato in Species Plantarum, 1753, da Linneo, cui si deve anche l'errore ortografico: a rigori la pianta dovrebbe chiamarsi Buddlea o Buddleia); ma non era nuova la pianta; la specie descritta da Houstoun, oggi B. americana, era stata già stata descritta proprio da Sloane, che l'aveva raccolta durante il suo soggiorno in Giamaica (1687-1689) e l'aveva pubblicata nel 1697 con il nome-descrizione Verbasci folio minore arbor, floribus spicatis luteis, seminibus singulis oblongis in singulis vasculis siccis (ovvero "Albero con piccole foglie simili al verbasco, con spighe di fiori gialli, semi singoli oblunghi in singole capsule secche"). Amico di Sloane, è molto probabile che Buddle ne conoscesse l'opera e magari avrà letto la descrizione e osservato l'illustrazione di questa pianta, senza sapere che proprio ad essa sarebbe stata affidata la sua unica chance di immortalità. Non poteva conoscere invece la più famosa di tutte le Buddlejae, B. davidii, scoperta in Cina da Henry nel 1887 e battezzata in onore del celebre missionario naturalista Armand David. Il genere, appartenente a una famiglia propria (Buddlejaceae, ma Scrophulariaceae secondo altre classificazioni), comprende oltre 100 specie, tra erbacee, arbusti e alberi, originarie sia dell'Asia orientale, sia dell'America centrale e meridionale, con qualche rappresentante in Africa. Pianta amatissima, è oggetto di collezione da parte di appassionati che non si accontentano di B. davidii e delle sue numerose (e magnifiche) varietà orticole, ma vanno alla ricerca anche di specie più inconsuete. Quanto a B. davidii, è amatissima tanto dai giardinieri per le sue incomparabili fioriture e per la facilità di coltivazione quanto dalle farfalle, che attira come una calamita, guadagnandosi il nome di "pianta delle farfalle"; ma anche odiatissima per la sua capacità di crescere ovunque, anche dove non è desiderata. Si calcola che nella sola Gran Bretagna la cifra sborsata ogni anno dall'erario per la manutenzione degli edifici storici e dei monumenti nazionali soggetti a danni da Buddleja superi il milione di sterline. Altri approfondimenti nella scheda.
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