La bella Choisya ternata, o arancio del Messico, piuttosto coltivata anche da noi, ricorda il pastore evangelico, filosofo e botanico Jacques-Denis Choisy, che senza quella dedica sarebbe del tutto dimenticato. Eppure ai suoi tempi fu una figura molto attiva nella vita intellettuale e religiosa della sua città, Ginevra, nonché uno dei più produttivi collaboratori del Prodromus dei de Candolle. Pastore, filosofo, tassonomista Il Prodromus systematis naturalis regni vegetabilis di Augustin Pyramus de Candolle è una delle grandi opere della botanica ottocentesca, una pietra miliare della classificazione naturale, con le piante disposte in famiglie (all'epoca si chiamavano ancora ordines), secondo il sistema elaborato dallo stesso de Candolle. Egli ne aveva esposto i criteri fin dal 1813 in Théorie élémentaire de la botanique, ou Exposition des Principes de la classification naturelle et de l'art de décrire et d’etudier les végétaux. Ne diede una prima applicazione in Regni vegetabilis systema naturale, di cui pubblicò i primi due volumi tra il 1818 e il 1821. A questo punto si rese conto che l'impresa era temeraria e ripiegò su una presentazione più sintetica, convinto di riuscire a completare la classificazione descrittiva di tutte le spermatofite conosciute in pochi anni. Il ridimensionamento non fu sufficiente: alla sua morte, nel 1841, aveva completato sette volumi, ma moltissimo rimaneva da fare. A farsi carico della prosecuzione fu il figlio Alphonse, che già da tempo collaborava con il padre; egli curò la pubblicazione di ulteriori dieci volumi, l'ultimo dei quali uscì nel 1873, seguito l'anno successivo dal quarto e ultimo volume degli indici. Il progetto concepito da Augustin Pyramus era comunque incompleto: la trattazione aveva dovuto fermarsi alle dicotiledoni. De Candolle padre aveva scritto da solo circa due terzi della grandiosa opera, per un totale di 4300 pagine e 28,234 specie, il resto fu scritto da 34 botanici di otto paesi, tra cui, accanto al figlio Alphonse e al nipote Casimir, troviamo grandi nomi della botanica di quegli anni: tra di essi l'inglese George Bentham, il secondo contributore con 5044 specie, i tedeschi C.G. Nees von Esenbeck e Grisebach, l'italiano Parlatore. Il gruppo più consistente, con una decina di contributori, era ovviamente quello degli svizzeri, allievi, amici e colleghi dei de Candolle; a parte de Candolle figlio (5044 specie), i più prolifici tra di loro furono Carl Meissner (3043 specie) e Johann Müller d'Argovia (2729); in posizione intermedia si colloca Jacques-Denis Choisy, con 234 pagine e 1226 specie. Figura eminente della Ginevra ottocentesca, Choisy (1799-1859) è oggi piuttosto dimenticato, tanto da essere ignorato dal Dizionario storico della Svizzera, che pure dedica due voci ai nipoti Eugène e Albert. A preservarne la memoria sono la dedica del bel genere Choisya e una sintetica e commossa biografia commemorativa, scritta poco dopo la sua morte da Alphonse de Candolle. Choisy apparteneva a una famiglia di pastori protestanti ginevrini ed si mantenne fedele a questa tradizione; ma era un giovane di ingegno versatile, e contemporaneamente agli studi teologici, seguì corsi di filosofia, scienze umane, matematica e scienze naturali all'Accademia di Ginevra. Come uditore seguì anche i corsi di botanica di Augustin de Candolle, che lo affascinarono al punto che incominciò ad assisterlo con l'erbario e ad occuparsi seriamente di tassonomia. Nel 1821 fu ordinato pastore e pubblicò la sua prima opera di botanica Prodromus d'une Monographie de la famille des Hypérecinées (ovvero le attuali Hypericacae). L'anno dopo si trasferì a Parigi per completare gli studi di matematica e fisica, seguendo tra l'altro le lezioni di Cauchy e Biot. La raccomandazione di de Candolle e la monografia sulle Hypericaceae gli aprirono le porte dell'ambiente botanico; così poté frequentare l'erbario del barone Delessert e stringere amicizia con le giovani leve della botanica francese, da Adolphe Théodore Brongniart a Achille Richard; nelle lettere al padre, descrive con entusiasmo un'escursione botanica nel bosco di Fointainebleau insieme ad altri 15 botanici, e racconta con emozione di aver erborizzato con Antoine Laurent de Jussieu, che all'epoca aveva 79 anni. Ammesso alla Societé d'histoire naturelle, pubblicò sul bollettino della società la sua seconda monografia sistematica, dedicata alle Guttiferae (oggi Clusiaceae). Nel 1823 l'Accademia di Ginevra mise contemporaneamente a concorso tre cattedre: matematica, fisica e filosofia razionale. Choisy, rientrato a Ginevra, presentò la candidatura a tutte, presentando tra l'altro una memoria sui massimi e i minimi, e a soli 24 anni fu nominato professore di filosofia razionale, un insegnamento che escludeva la metafisica, era soprattutto incentrato sulla logica e aveva molte relazioni con la matematica. Mantenne la cattedra fino al 1848, quando i rivolgimenti politici toccarono anche Ginevra, con la conseguente ristrutturazione dell'insegnamento universitario e l'allontanamento per ragioni esclusivamente politiche di diversi professori, in particolare quelli legati alla chiesa evangelica, come Choisy, In quegli anni, egli era in effetti divenuto anche una figura centrale della chiesa ginevrina; secondo le regole vigenti all'epoca, il titolare della cattedra di filosofia doveva essere un pastore, membro di diritto del Consiglio dei pastori; per una decina di anni ne fu segretario, principale redattore del suo organo di stampa, Le Pasteur; più tardi fu uno dei pastori della città, per qualche tempo vicepresidente del Consiglio e per due volte moderatore. Come segretario, nel 1835 gli fu affidata l'organizzazione del tricentenario dell'introduzione della Riforma a Ginevra. Nel ventennio di insegnamento universitario, fu membro attivo di comitati su vari argomenti, dall'organizzazione scolastica alla regolazione delle acque, nonché rettore dell'Università per un biennio. Continuò ad occuparsi intensamente di botanica: nel 1833 pubblicò Description des Hydroleacés, tra il 1834 e il 1842 tre memorie sulle Convolvulaceae orientali (a proposito delle quali corrispose con Torrey), nel 1844 note sulle Convolvulaceae brasiliane, nel 1848 sulle Nyctaginaceae, infine, dopo il pensionamento, sulle Guttiferae, le Ternostroemiaceae e le Theaceae (1858). Parte di queste memorie, a partire dal 1824, confluirono nel Prodromus, in cui curò sette famiglie: Hypericineae, Guttiferae, Marcgraviaceae, Selaginaceae, Convolvulaceae, Hydroleaceae, Nyctaginaceae. Fu anche membro del consiglio di amministrazione dell'orto botanico ginevrino. Dopo l'allontanamento dall'insegnamento con una modesta pensione, intensifico l'attività pastorale; pubblicò alcune delle sue conferenze o sermoni in Conférences, ou Discours sur les influences sociales du christianisme (1848). Alphonse de Candolle ricorda anche alcuni viaggi, in Germania e in Inghilterra (uno dei suoi figli era pastore della Chiesa svizzera a Londra) dove visitò i giardini di Kew e incontrò Hooker. Gli ultimi anni furono funestati da una serie di malattie, da cui cercò di trovare sollievo con un soggiorno nel clima più favorevole di Pau; ma qui lo colse una congestione cerebrale che lo portò alla morte non molto tempo dopo il suo rientro a Ginevra, nel 1859, ad appena sessant'anni. Il profumatissimo arancio messicano Furono il lavoro giovanile sulle Hypericaceae e l'amicizia con Kunth a guadagnare a Choisy la dedica del genere Choisya (voi come lo pronunciate? com'è scritto, come se fosse una parola latina, o alla francese, tenendo conto del cognome del dedicatario?), con una sinteticissima motivazione: "Genere consacrato a J. D. Choisy, ginevrino, autore di una lucidissima monografia sulle Hypericaceae". L'aggettivo ci ricorda una qualità di Choisy sottolineata anche da Alphonse de Candolle: la chiarezza di parola e la lucidità di pensiero in tutte le sue attività, come predicatore, professore, botanico. Choisya Kunth è un piccolo genere della famiglia Rutaceae che comprende sei specie di arbusti sempreverdi diffusi tra gli Stati Uniti meridionali e il Messico, noti con il nome comune "arancio messicano" (i fiori in effetti ricordano da vicino quelli dell'arancio sia per la forma sia per il profumo). Hanno foglie aromatiche, palmato-composte, coriacee e lucide; i fiori, raccolti solitari e ascellari o raccolti in racemi terminali, hanno quattro-cinque petali bianchi a stella, numerosi stami gialli e un unico stimma verde. Non aspettatevi però arance: i frutti coriacei, divisi in due-sei capsule, non sono commestibili. In giardino la specie più nota è senza dubbio C. ternata. Originaria del Messico, è un piccolo arbusto dal portamento naturalmente arrotondato e dalle dimensioni contenute; fiorisce a fine aprile-maggio e talvolta ripete la fioritura in estate, ma è gradevole tutto l'anno per il fogliame lucido verde chiaro, I fiori gradevolmente profumati sono graditissimi alle api e agli altri impollinatori. Nonostante sia coltivato nei giardini europei da circa duecento anni, è molto stabile; se ne conosce una sola varietà, 'Sundance', uno sport con fogliame giallo oro scoperto in un vivaio inglese nel 1979. Le novità sono arrivate piuttosto dalle ibridazioni. A partire dalla fine degli anni '80 del Novecento, il vivaista inglese Peter Moon ha incominciato a incrociare C. ternata con la più rustica C. arizonica (spesso indicata con il sinonimo C. dumosa var. arizonica), caratterizzata da foglie palmate con sette foglioline molto strette ed allungate, forte resistenza al caldo e all'aridità, nonché alle basse temperature. Il primo risultato fu 'Aztec Pearl', commercializzata a partire dal 1989, estremamente fiorifera e dal portamento allargato e compatto. A questi ibridi è stato assegnato il nome botanico C. x dewitteana; altre creazioni di Moon sono 'White Dazzler' (Moon la commercializza con lo slogan 'Aztec Pearl è buona, White Dazzler anche meglio'), 'Goldfingers', con strette foglie giallo oro, 'Royal Lace', simile ma con portamento più compatto, 'Apple Blossom' con petali toccati di rosa. Anche 'Harrinora' è una creazione di Moon (il nome è ricorda i suoi genitori Harry e Nora), ma è un ibrido tra C. ternata e C. dumosa var. mollis; ha foglie grigio-verdi e richiede una protezione invernale.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
September 2024
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