Nella maggior parte dei casi, i nomi delle piante vengono dedicati da botanici a altri botanici; non sono i rari i casi di dediche a sovrani, mecenati, scienziati celebri in altri campi. Ma qualche volta anche un nome botanico può essere un atto politico. Ce lo dimostra la storia del genere Casimoroa e del suo dedicatario, Casimiro Gomez. Ma in questo post faremo anche un po' di backstage su come nasce questo blog. Sulle tracce di Casimiro Per una volta parlo di me (i blogger lo fanno, ma qui in genere non succede). Qualche giorno fa, in un gruppo Internet di appassionati, ho visto la fotografia di un frutto esotico che non conoscevo, quello di Casimiroa edulis, o sapote bianco. Il primo impulso per la sottoscritta è scoprire qualcosa di più su questa pianta; ma il secondo (è ormai un riflesso condizionato) è chiedersi: "Ma chi è questo Casimiro?" E così inizia la ricerca. Il primo passo è consultare l'ottimo Verzeichnis eponymischer Pflanzennamen (Index of Eponymic Plantes Names) di Lotte Burkhardt. Leggo che il nome è stato creato nel 1825 da La Llave, che l'ha dedicato a un combattente per la libertà del Messico, Casimiro Gomez, fucilato nel 1815. Navigo un po' in Internet, e trovo informazioni contraddittorie: la maggior parte dei siti indica come dedicatario Casimiro Gomez de Ortega (importantissimo botanico spagnolo a cavallo tra Sette e Ottocento); una minoranza conferma il messicano Casimiro Gomez; qualche fantasioso tira fuori un fantomatico cardinale Casimiro Gomez Ortega. Aggiungo che l'attribuzione a Gomez de Ortega è data anche da un repertorio autorevolissimo ( di cui non faccio il nome per carità di patria). Come si scopre chi ha ragione? Semplice: si cerca di risalire alla fonte primaria. Nel caso dei nomi botanici, la fonte primaria è la pubblicazione scientifica (rivista, libro, atti di un società scientifica) in cui è comparsa l'attribuzione; spesso, anche se non sempre, gli autori spiegano le motivazioni dei nomi che creano. Nel nostro caso la fonte primaria è il secondo fascicolo di Novorum vegetabilium descriptiones, pubblicato da Pablo La Llave e Juan Martinez de Lexarza a Città del Messico nel 1825. Si tratta di un'opera importantissima, in cui vennero pubblicati generi oggi molto noti come Mina, Calibrachoa o Montanoa. C'è quindi una buona probabilità che sia disponibile in rete. Mi metto alla ricerca, ma prima di trovarlo, mi imbatto in una fonte secondaria, ovvero in uno studio scientificamente fondato che, incidentalmente, analizza alcuni aspetti del libro di La Llave e Lexarza; si tratta di un'articolo M.C. Cuevas Cardona e C. López Ramírez, Cambios de gobierno en la vida de un botanico mexicano: Maximino Martinez. Leggo con grande interesse (ne parlo sotto) in che modo i due botanici messicani giunsero a dedicare un certo numero di nuovi generi a diverse personalità, tra cui il nostro Casimiro (indubbiamente messicano, indio e martire della guerra d'indipendenza). C'è anche la traduzione in spagnolo della nota dedicatoria. Poco dopo trovo anche il fascicolo di La Lave e Lexarza (è lì, scaricabile gratuitamente, a disposizione di tutti, come Google Books). E' l'ultima conferma: ora so su quale Casimiro concentrare la ricerca. E cercando notizie su di lui, scopro anche perché per qualche sprovveduto si sia potuto trasformare in un cardinale: il povero Casimiro (povero vedrete tra poco perché) era nato in un paesino dello stato messicano di Hidalgo, El Cardonal. Basta cambiare una lettera e "Casimiro Gomez di El Cardonal" si trasforma in "El Cardenal Casimiro Gomez". Tutti i dubbi sono fugati, tranne uno: perché la gente che ha a disposizione la più grande biblioteca che mai l'umanità abbia avuto (sto parlando della rete, con migliaia e migliaia di testi, incluse le fonti primarie) la usa così male, facendo solo del copia incolla? Un martirologio botanico Il 28 settembre 1821, dopo una lotta decennale, il Messico ottiene l'indipendenza. Nel 1824 si dota di una costituzione e nasce la repubblica. Quello stesso anno Pablo La Llave e Juan Martinez de Lexarza pubblicano il primo fascicolo di Novorum vegetabilium desciptiones, cui l'anno successivo fa seguito il secondo. I due botanici vi descrivono per la prima volta diverse piante della flora messicana, tra cui anche una trentina di nuovi generi. Ferventi patrioti, intendono il loro lavoro come un atto politico: fino ad allora, la flora del nuovo mondo è stata per lo più studiata e descritta da botanici europei; una flora messicana scritta da messicani è un segnale di emancipazione, di "indipendenza" anche a livello scientifico (tanto che i due botanici non esitarono a polemizzare con un mostro sacro come Alexander von Humboldt). Ma l'intento politico e patriottico è anche più esplicito: il primo fascicolo è aperto dalla dedica all' "eterna memoria" di Miguel Hidalgo e di altri tredici patrioti morti per dare la libertà alla patria; e sono proprio loro i dedicatari della maggior parte dei nuovi generi (altri si aggiungeranno nel secondo fascicolo, tra cui proprio il nostro Casimiro Gomez). Certo ci sono anche, più tradizionalmente, un esploratore e botanico come José Mariano Mociño (dedicatario dell'oggi non più valido Mocinia), un botanico e farmacista come Antonio de la Cal y Bracho (dedicatario di Calibrachoa) oppure qualche personalità del Messico indipendente come lo storico José de Mier, autore dell'Historia de la revolución de Nueva España. Ma la parte del leone la fanno i martiri, gli eroi della patria, famosi come Hidalgo o oscuri come Casimiro Gomez. E veniamo finalmente a Casimiro. Era un indio otomì, nato a El Cardonal nello stato di Hidalgo; di famiglia poverissima, da bambino accompagnava i mulattieri che trasportavano vari tipi di materiali a Città del Messico. Adattato da uno spagnolo, visse nella capitale fino al 1810, quando, scoppiata la guerra di indipendenza, ritornò nel villaggio natale e organizzò la lotta degli indigeni contro gli spagnoli. Rivelò notevoli doti militari nelle azioni di guerriglia, tanto da vedersi riconosciuto il grado di colonnello. Tuttavia nel 1813, come luogotenente di Villagrán, quando questi venne sconfitto preferì arrendersi in cambio dell'indulto per sé e i suoi uomini. Appena liberato, ritornò sulle montagne e riprese la lotta, ma fu catturato e sconfitto dagli spagnoli nel 1815; questa volta, i realisti non ebbero pietà: Casimiro Gomez fu fucilato, quindi decapitato; il suo capo, come macabro monito e trofeo, fu esposto a un albero del burrone di Santa Monica, teatro di alcune delle sue imprese. Ma lasciamo la parola a La Llave e Lexarza e leggiamo la dedica: "A Casimiro Gómez, nato a El Cardonal, della tribù otomì. uomo sobrio e temperato, sagace e coraggiosissimo in guerra, che disprezzando le comodità e vestendosi umilmente come i suoi soldati, unicamente con un pugno di guerriglieri otomì condusse innumerevoli e gloriosissime azioni per il bene della patria". Una sintesi della sua vita nella sezione biografie. La dolce (e soporifera) Casimiroa Certo non conciliava il sonno delle truppe realiste spagnole il glorioso guerrigliero indio Casimiro Gomez, come fanno i frutti di una delle piante che ne portano il nome. Il genere Casimiroa appartiene alla famiglia delle Rutaceae come gli aranci e i limoni, tuttavia i suoi frutti non sono esperidi (come nel genere Citrus), ma drupe. Comprende una decina di specie arboree native dell'America centrale e dell'altopiano messicano. La più nota è C. edulis, nota come sapote bianco (sapote blanco) o matasano; quest'ultimo nome ("uccide le persone sane") fa riferimento ad alcune tossine presenti nei semi, che contengono alcaloidi dall'effetto sedativo. Il frutto, più o meno della dimensione di un'arancia, ha una polpa estremamente zuccherina, con un sapore che viene descritto come simile a quello del mango o della pesca, con sentori di mandorla. Oltre che in Messico e in America centrale, è coltivato commercialmente in Florida e in California (dove fu introdotto da monaci francescani), nei Caraibi, alle Hawaii, in Sud Africa, in Nuova Zelanda e in Australia. Relativamente rustico, di crescita veloce e decorativo per il bel fogliame sempreverde, con una buona resa di frutti, è occasionalmente coltivato anche da noi. Qualche approfondimento nella scheda.
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https://app.myadvent.net/calendar?id=zb2znvc47zonxfrxy05oao48mf7pymqv CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
November 2024
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