A Liverpool, William Roscoe è una specie di genius loci. A cavallo fra Settecento e Ottocento, fu avvocato, bonificatore di una palude, banchiere, poeta, storico del Rinascimento italiano. Ma soprattutto fu l'anima di molte iniziative culturali, tra cui la fondazione dell'orto botanico, nato non dall'università o dallo stato, ma da un gruppo di sottoscrittori privati. Lo beneficiò con un erbario di notevole valore storico e vi creò una eccezionale collezione di piante ottenute dai suoi corrispondenti in India. Grazie ad essa poté scrivere e far illustrare la sua maggiore opera botanica, una monografia sulle Scitamineae, oggi grosso modo corrispondenti all'ordine delle Zingiberales. A ricordarlo proprio un genere della famiglia Zingiberaceae, la bella Roscoea. ![]() Un intellettuale banchiere per sbaglio L'orto botanico di Liverpool nasce nel 1802 per iniziativa di un gruppo di intellettuali e notabili, il più noto dei quali è oggi l'avvocato, banchiere, poeta e uomo politico William Roscoe (1753-1831). Già questa sfilza di epiteti ci dice di una personalità non comune. Il padre era l'oste del Bowling Green Inn di Mount Pleasant, ma faceva anche il giardiniere. William frequentò la scuola fino a dodici anni, poi la lasciò, ritenendo di aver appreso tutto quello che il maestro aveva da insegnargli. Andò a lavorare con il padre, dividendo le sue giornate tra il lavoro in giardino e lo studio come autodidatta. A quindici anni per un mese vendette libri, ma senza successo, poi entrò come praticante nello studio di un avvocato. Ora alternava allo studio della legge quello dei classici e incominciò a scoprire la lingua e la letteratura italiane. A sedici anni scrisse il suo primo poema, Mount Plaisant. Divenuto avvocato, si fece notare per le sue posizioni antischiaviste, non certo popolari in una città come Liverpool che doveva gran parte della sua prosperità al commercio triangolare. La denuncia dello schiavismo è espressa in vari pamphlet e nel poema The Wrongs of Africa (1787-88). Lasciata l'avvocatura, fu coinvolto nella bonifica di parte di Chat Moss, una vastissima torbiera situata tra Manchester e Salford, e nel salvataggio di una banca appartenente a un amico che viveva in Italia, e da quel momento - per sua sfortuna - divenne un uomo d'affari. Era però soprattutto un intellettuale, Nel 1797 fu uno dei soci fondatori del Liverpool Athenaeum, un club privato nato dall'esigenza di provvedere i soci (mercanti, professionisti, intellettuali) di periodici locali e nazionali. Oltre che come poeta, divenne noto come storico grazie a una biografia di Lorenzo de' Medici (1796), tradotta in molte lingue, seguita da una vita di Leone X (1805), che ebbe meno successo. Nel 1806 fu eletto alla Camera dei comuni, ma dopo un anno si dimise; se non altro, aveva avuto il piacere di votare la legge che aboliva il traffico degli schiavi. Nel 1814 fu tra i fondatori della Liverpool Royal Institution, una società scientifica che si proponeva di diffondere la letteratura, la scienza e le arti attraverso pubbliche letture, e ne fu il primo presidente. Appassionato di libri e dipinti (fu tra i primi ad apprezzare e raccogliere i pittori italiani cosiddetti "primitivi"), fu costretto a vendere la sua vasta collezione quando, a partire dal 1816, la banca cui era legato incominciò a trovarsi in difficoltà. Dopo cinque anni, la banca fece fallimento e Roscoe rischiò l'arresto. Molti libri che avevano fatto parte della sua biblioteca furono acquistati da amici e collocati nelle sale dell'Athenaeum, e almeno qualcosa della vendita andò a lui. Uno dei suoi amici, Thomas Coke, gli affidò la sistemazione della biblioteca di Holkham Hall, incarico che gli lasciava il tempo di dedicarsi a un'altra delle sue passioni, la botanica, come vedremo meglio tra poco. E' ora infatti di tornare sulla fondazione dell'orto botanico di Liiverpool. L'idea nacque da due medici, Bostock e Rutter, entrambi soci dell'Athenaeum; essi coinvolsero appunto William Roscoe, il reverendo William Shepherd (amico di Roscoe, era anch'egli un abolizionista e uno studioso del Rinascimento italiano) e William Bullock, fondatore di un gabinetto di curiosità, il Museum of Natural Curiosities che comprendeva anche un erbario di alcune migliaia di piante, curato da Thomas Nuttall (futuro esploratore della flora nordamericana). La prima riunione ebbe luogo nel novembre 1800 nel Liverpool Dispensary. dove entrambi i medici lavoravano, e risvegliò immediatamente un certo interesse. Erano molti i commercianti, gli uomini di affari e gli industriali ad avere un giardino, e i più ricchi potevano permettersi una serra per le piante esotiche. Fu fondata una società a sottoscrizione e stabilito un massimo di trecento quote (nessuno ne poteva sottoscrivere più di due); quasi la metà dei sottoscrittori erano anche membri dell'Athenaeum; 102 erano commercianti o bianchieri, ed erano molto variegati quanto a idee politiche e religiose: c'erano dissidenti religiosi e antischiavisti, ma anche anglicani e schiavisti e persino qualche mercante ebreo. Otto dei primi sottoscrittori erano donne. L'orto botanico di Liverpool fu così l'espressione dell'orgoglio cittadino in un momento di tumultuosa crescita sociale ed economica. A presiedere la società fu eletto un comitato di dodici membri, con Richard Walker presidente e William Roscoe vicepresidente. Una prima riunione dei sottoscrittori, nel maggio del 1801, stabilì di chiedere un terreno al Comune, che concesse in locazione per 21 anni rinnovabili un terreno di 10 acri sito presso Mount Pleasant. La seconda riunione dei sottoscrittori si tenne un anno dopo; dato che nel frattempo Walker era morto, ora il presidente era Roscoe che tenne una prolusione tanto dotta quanto verbosa sull'utilità della botanica. Si procedette quindi all'installazione del giardino, con le piante erbacee ordinatamente sistemate in aiuole rettangolari in base alla classificazione linneana; per quelle delicate c'erano una serra calda (stove), un'aranciera (conservatory), serre con cinque distinte temperature. C'era inoltre uno laghetto per le piante acquatiche, un'area per le piante palustri e una roccaglia. Un edificio disposto accanto all'entrata principale, oltre a locali di servizio, ospitava la casa del capo giardiniere, la biblioteca, cui contribuirono sia Joseph Banks sia lo stesso Roscoe, e l'erbario, Nel 1799 Roscoe aveva acquistato 3000 esemplari dell'erbario di Johann Reinhold Forster, morto l'anno precedente, che, oltre alle piante raccolte da quest'ultimo e da suo figlio durante il secondo viaggio di Cook, comprendeva esemplari raccolti da Pallas in Siberia e nella Russia centrale, da Carl Peter Thunberg in Sud Africa, Giappone e Indonesia, Johan Gerhard Koenig in India e Ceylon, Pehr Forsskal in Egitto e Yemen, Olov Swartz nelle Antille. Roscoe ne fece dono all'orto botanico. Inoltre tra il 1806 e il 1808 James Edward Smith decise di donare diverse migliaia di duplicati delle collezioni di Linneo. Così l'erbario assunse subito un'importanza nazionale; fu poi arricchito dalla raccolte di John Bradbury e dall'erbario di Thomas Velley, che comprendeva in particolare piante marine. I duplicati furono scambiati con Banks e Lambert. L'orto botanico aprì i battenti nel 1803 e crebbe rapidamente. Secondo Loudon, nel 1811, almeno come pianificazione e sistemazione generale, era già superiore a Kew e Chelsea; tra il 1820, l'anno della morte di Banks, e il 1840, l'anno del trasferimento dei Kew Gardens allo stato, l'orto botanico di Liverpool, che pure apparteneva a una società privata, divenne il più eminente del paese. Merito certamente del Comitato direttivo, di cui Roscoe era la personalità di maggior spicco, e dell'abile capo giardiniere John Shepherd (su cui tornerò in un altro post). I doni di James Edward Smith erano anche il frutto della sua calorosa corrispondenza con Roscoe, che nel 1804 fu ammesso alla Linnean Society. Fu probabilmente in seguito alle sollecitazioni di Smith che egli concentrò i suoi studi botanici su un gruppo di piante all'epoca dette Scitamineae (corrispondente all'attuale ordine delle Zingiberales e alle famiglie Musaceae, Cannaceae, Zingiberaceae, Marantaceae). Il primo frutto del suo lavoro fu "A new arrangement of the plants of the Monandrian Classe usually called Scitamineae", letto alla Linnean Society nel 1807, in cui analizzò 30 specie, tutte quelle conosciute all'epoca. Ma non era che l'inizio; più di vent'anni dopo, nel 1828, concluse una ricerca trentennale con la monografia Monandrian Plants, con la descrizione e l'illustrazione di 120 specie; secondo la stima dello stesso Roscoe, le specie note erano ora valutabili in 180. Questa crescita esponenziale si doveva soprattutto alle ricerche condotte in India da Carey, Roxburgh e Wallich. Tutti botanici con i quali Roscoe fu in corrispondenza, ricevendo da loro informazioni, materiale d'erbario e piante vive, che vennero coltivate all'orto botanico di Liverpool in un'apposita serra, per un totale di 38 specie, certo la più importante collezione inglese di questo gruppo di piante prevalentemente tropicali. Grazie ad essa, nella sua monografia Roscoe poté introdurre numerose innovazioni rispetto alla classificazione precedente, che si rifaceva fondamentalmente a Linneo (che da parte sua si era dovuto basare quasi esclusivamente su esemplari d'erbario o addirittura disegni); all'interno della prima classe linneana (Monandria, cioè le piante con un solo stame), separò le piante Scitamineae aromatiche dalle altre (Cannae e Marantae), quindi ridefinì i generi, ridistribuendo diversamente le specie al loro interno. Di grande aiuto per la descrizione di queste ultime furono le note del capo giardiniere John Shepherd e di amici che coltivavano a loro volta queste piante, come lady Amelia Hume (proprio la stessa della rosa di cui ho raccontato in questo post). Monandrian Plants fu pubblicato con il metodo della sottoscrizione tra il 1824 e il 1828 in 15 parti in grande formato, ciascuna delle quali conteneva da sette a otto tavole a colori e costava una sterlina; la tiratura era di appena 150 esemplari. Quasi tutti i disegni furono eseguiti dal vero all'orto botanico di Liverpool da artisti locali, tra cui la nuora Margaret Roscoe e la sorella Mrs. James Dixon, ma qualcuno fu tratto da raccolte di acquarelli cinesi e indiani. A trasformarli in incisioni litografiche (una tecnica relativamente nuova) e presumibilmente a provvedere alla stampa fu l'incisore londinese Charles Hullmandel; le tavole vennero colorate a mano da un altro artista londinese, George Grave. Invece la stampa dei testi avveniva a Liverpool. Le immagini sono 112; ciascuna è accompagnata da un testo di una o due pagine con il nome binomiale, una sintetica diagnosi (non però in latino, ma anch'essa in inglese), una descrizione più ampia, "osservazioni" sull'origine della pianta e la sua storia botanica, legenda dei particolari anatomici. Sono un centinaio le denominazioni botaniche introdotte da Roscoe, di cui un quarto quelle ancora valide; tra di esse, piante notissime come Zingiber officinale, Costus spiralis, Hedychium flavescens. ![]() Roscoea, esotiche ma rustiche Tra i generi riconosciuti e trattati da Roscoe c'è anche Roscoea, che gli era stato dedicato da Smith nel 1806. Ecco come il botanico racconta come nacque questa dedica: "Trovando nella raccolta del dr. Buchanan un disegno e esemplari di questo nuovo genere dell'ordine delle Scitamineae, non potevo che dedicarlo a Mr. Roscoe che ha così peculiarmente concentrato la sia attenzione su questo ordine portandovi così tanta luce". All'epoca se ne conosceva una sola specie, R. purpurea, raccolta in Nepal appunto da Buchanan. Oggi questo genere della famiglia Zingiberaceae comprende 25 specie di erbacee perenni originarie dell'Himalaya, della Cina e dell'Indocina. A differenza della maggior parte delle specie di questa famiglia, molte di esse non sono piante tropicali, essendo native di più fresche aree montane. Insieme alla taglia più ridotta, ciò ne fa perfette piante da giardino anche nei nostri climi. Dai rizomi corti e compatti emergono sia radici carnose sia le foglie basali; come tutte le piante della famiglia, non sono dotate di un vero e proprio fusto, ma di uno pseudostelo, formato dalle guaine sovrapposte delle foglie. I fiori, grandi e vistosi, sono portati in spighe terminali alla sommità degli psudosteli; ogni fiore ha un calice tubolare, diviso lateralmente e terminante con due o tre denti. La corolla è formata da tre petali uniti alla base e divisi in tre lobi, uno centrale verticale, più grande e solitamente formante un cappuccio, quelli laterali più stretti; alla base dell petalo centrale vediamo quelli che sembrano altri tre petali, ma in realtà sono quattro staminoidi, ovvero stami modificati, i due centrali fusi a formare un labello prominente. Anche la struttura degli organi sessuali è particolare, ed ha fatto pensare che questi fiori si siano coevoluti per essere fecondati da insetti con una lunga tromba, in realtà non esistenti nell'attuale area di diffusione. Fioriscono in estate, in autunno perdono la parte aerea, in inverno vanno in riposo per riemergere in primavera. Amanti del fresco e di posizioni semiombrose, possono resistere a temperature fino a -9. Le specie più coltivate da noi, reperibili presso buoni venditori di bulbose, sono R. purpurea, originaria dell'Himalaya centrale e occidentale (Tibet) con fiori viola-porpora; R. auriculata (Nepal, Sikkim, Tibet centrale) con fiori viola con occhio bianco; R. cauteloydes, originaria della Cina, con fiori giallo crema; tutte comunque sono piuttosto variabili e disponibili in diverse forme e cultivar. R. × beesiana èun ibrido orticolo (R. auriculata × R. cautleyoides) con corolle bianco crema e labello più meno intensamente striato di malva.
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February 2025
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