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Tra i botanici il cui nome di autore è seguito dall'abbreviazione f. (filius) troviamo anche Scheuchzer f. Si tratta del medico e botanico svizzero Johann Scheuchzer che fu tra l'altro direttore dell'orto botanico di Zurigo negli ultimi anni del Settecento. Molto più illustri di lui furono però il padre Johann Gaspar, pioniere dello studio delle Poaceae, e ancor più lo zio Johann Jakob, naturalista a tutto campo e grande studioso delle Alpi (comprese le piante alpine). Ad entrambi, per i loro rispettivi contributi alla scienza, Linneo in persona dedicò il genere Scheuchzeria. Lo zio: alla scoperta delle Alpi Per conoscere le motivazioni dei generi celebrativi linneani, bisogna cercarle in Critica botanica, in cui Linneo, oltre a difendere la legittimità della dedica di generi a studiosi e benfattori della botanica ("la sola gloria per un botanico"), chiarisce i meriti dei dedicatari di numerosi generi. Nel caso di Scheuchzeria lo fa con insolita ampiezza: "Scheuchzeria è una pianta graminiforme e alpina, e deriva [il nome] dalla celebre coppia dei fratelli Scheuchzer, uno dei quali ecceleva nelle graminaceae, l'altro nelle piante alpine". In effetti i fratelli Johann Jakob (1672-1733) e Johann Gaspar Scheuchzer (1684-1738) si distinsero come studiosi innovativi nei due campi indicati da Linneo, entrambi con un ruolo pionieristico. Erano figli di Johann Jakob Scheuchzer (1645-1688), medico cittadino della città di Zurigo, e della moglie Barbara Fäsi; anche il padre è una figura interessante: si formò e laureò a Montpellier e intraprese diversi viaggi nelle Alpi, tra l'altro sul Rigi e sul Pilatus, dove fece rilievi altimetrici e raccolte botaniche. Purtroppo però morì a poco più di quarant'anni. Al momento della sua morte, il figlio maggiore e omonimo Johann Jakob era un adolescente di 16 anni, mentre il più piccolo Johann Gaspar era un bimbo di appena 4 anni. Probabilmente grazie al sostegno della famiglia materna (il nonno insegnava alla scuola latina, di cui fu anche rettore supplente) Johann Jakob poté completare gli studi e ricevere un'eccellente formazione universitaria. Nel 1692 iniziò gli studi di filosofia all'università di Altdorf presso Norimberga, dove fu introdotto alle tecniche sperimentali da Johann Christoph Sturm, professore di matematica e fondatore del Collegium Curiosum, ispirato al modello della fiorentina Accademia del Cimento. L'anno successivo si trasferì a Utrecht dove nel 1694 si laureò in medicina. Seguì un secondo soggiorno ad Altdorf e Norimberga, dove completò lo studio della matematica e studiò astronomia con Georg Eimmart. Nel 1695 tornò a Zurigo, dove fu nominato medico dell'orfanatrofio e allo stesso tempo direttore della biblioteca municipale e della camera d'arte e scienze naturali; divenne anche segretario di una società erudita, il Collegium der Wohlgesinnten, dove teneva anche lezioni di filosofia. Erano incarichi modesti, che tuttavia gli permisero di mantenere se stesso e la famiglia e di dedicarsi alla ricerca. Solo nel 1710 gli fu assegnata la cattedra di matematica al Carolinum di Zurigo, con la promessa di estenderla quanto prima all'insegnamento della fisica. Ma la promozione a professore di fisica arrivò solo nel 1733, insieme alla nomina a primo medico cittadino. Sarebbe morto pochi mesi dopo. A una carriera tanto lenta e modesta si contrappone una multiforme e straordinaria attività scientifica. Risale al 1694 il primo dei suoi viaggi scientifici sulle Alpi, nel corso del quale scalò il Rigi, il Pilatus e altre cime, compì misurazioni altimetriche utilizzando un barometro (fu uno dei primi a farlo) e raccolse campioni di piante e minerali. Dal quel momento e fino al 1714, le sue spedizioni avrebbero avuto cadenza quasi annuale. Interessato a tutti gli aspetti dello spazio alpino, compreso quello umano, nel 1699 compilò e inviò alle autorità cantonali un questionario dettagliato per raccogliere informazioni sul paesaggio e le comunità alpine; i risultati però furono deludenti. Nel 1701 pubblicò la sua prima opera scientifica Physica oder Natur-Wissenschaft, un eclettico manuale di filosofia naturale in cui cercò di conciliare la religione con le teorie di Cartesio e Newton. L'anno successivo fu la volta di Ouresiphoítes Helveticus (il "frequentatore di monti elvetico") contenente il resoconto dettagliato di un viaggio nelle Alpi; è la prima parte di Itinera alpina; nel 1708 fu infatti seguito da un secondo volume, pubblicato a Londra e finanziato da diversi soci della Royal Society (inclusi il presidente Newton e Sloane), con illustrazioni di grande impatto visivo; nel 1723, l'edizione definitiva dei suoi itinerari alpini uscì a Leida, in quattro volumi in quarto. Per la botanica è la sua opera più importante perché contiene la descrizone di molte piante alpine, spesso descritte per la prima volta. Fu quest'opera, almeno fino a von Haller, a trasmettere all'Europa l'immagine delle Alpi svizzere, lasciando una traccia riconoscibile ancora nel Guglielmo Tell di Schiller. Scheuchzer era stato ammesso alla Royal Society nel 1704 e da allora collaborò attivamente alle Philosophical Transactions; era membro anche di altre società scientifiche, tra cui l'Academia naturae curiosorum (la futura Leopoldina) e corrispondeva assiduamente con altri scienziati (i suoi corrispondenti furono circa 800). Scriveva anche sulle riviste da lui stesso fondate Beschreibung der Natur-Geschichten des Schweizerlands e Historischer und politischer Mercurius. La sua vocazione pedagogica è riconoscibile anche in Seltsamer Naturgeschichten des Schweitzer-Lands wochentliche Erzehlung (1706-08) con il quale cercò di avvicinare alla scienza un vasto pubblico, confutando allo stesso tempo le credenze popolari superstiziose. Per diversi anni pubblicò inoltre la rassegna bibliografica Nova literaria Helvetica (1702-15). L'esplorazione della natura elvetica si tradusse in una serie di opere: Beschreibung der Natur-Geschichten des Schweizerlands (in tre volumi, 1706–1708), Helvetiae historia naturalis oder Naturhistorie des Schweitzerlandes (1716–1718), e in una carta della Svizzera formata da quattro tavole (Nova Helvetiae tabula geographica), rimasta celebre per l'accuratezza e la bellezza delle scene ornamentali, disegnate da Johann Melchior Füssli. Importanti le sue ricerche sui cristalli e sui fossili, di cui raccolse la maggiore collezione dell'epoca; ne comprese la natura organica ma li ritenne resti del diluvio universale. Tornò più volte su questa tesi, in particolare nel trattato Piscium querelae et vindiciae (1708), in Herbarium diluvianum (1709), in Lithographia Helvetica (1726) in cui pubblicò tra l'altro un fossile trovato a Öhningen sul lago di Costanza comeHomo diluvii testis ("uomo testimone del diluvio"), ritenendo si trattasse dei resti di un essere umano annegato durante il biblico diluvio. Anche se diversi studiosi espressero dubbi sull'identificazione, a svelarne la vera natura fu infine Cuvier all'inizio dell'Ottocento, il quale dimostrò che si trattava di una salamandra fossile. Nel 1837 lo studioso svizzero Johann Jakob von Tschudi lo battezzò Andrias (ovvero "umanoide") scheuchzeri. Il culmine dell'opera di Scheuchzer fu Physica Sacra, in cui interpretò la storia naturale alla luce della Bibbia. In quattro volumi pubblicati contemporaneamente in latino, tedesco e francese tra il 1731 e il 1733, è un commento a 760 versetti biblici (il testo è quello di re Giacomo), ciascuno accompagnato da un'incisione su rame (questa particolarità gli ha guadagnato il soprannome Kupfer-Bibel, ovvero Bibbia di rame) e da un testo che lo illustra alla luce delle conoscenze scientifiche. Ovviamente all'episodio del diluvio sono dedicate diverse tavole, sia per ribadire la propria tesi "diluvista", sia per mostrare i pezzi più pregiati della propria collezione di fossili. La botanica non è dimenticata; ad esempio, per illustrare il versetto del Cantico dei Cantici "il mio amato è per me un grappolo di cipro della vigna di Engaddi", il commento di Scheuchzer si concentra sull'identificazione di "cipro", proponendo diverse interpretazioni e allinenando dotte citazoni di botanici, eruditi e viaggiatori, compreso un ampio passo delle Amoenitates exoticae di Kaempfer su Laurus camphorifera, ovvero Cinnamomum camphora, pur ammettendo che non può trattarsi della pianta citata nella Bibbia. E' un tipico esempio dell'erudizione ancora di stampo barocco di Johann Jakob Scheuchzer, che tuttavia può essere considerato un precursore dell'Illuminismo per il metodo sperimentale e la vocazione pedagogica. Fondamentale il suo contributo alla nascita della paleobotanica e della paleontologia. Il padre: la nascita dell'agrostologia Rimasto orfano nella prima infanzia, Johann Gaspar Scheuchzer ebbe nel fratello maggiore un secondo padre; ancora adolescente lo accompagnò nelle spedizioni sulle Alpi e, prima di intraprendere a sua volta lo studio della medicina, prese parte alle sue attività scientifiche. Si iscrisse alla facoltà di medicina a Basilea, ma nel 1703 interruppe gli studi per arruolarsi nell'esercito olandese. In Olanda conobbe Luigi Ferdinando Marsigli, lo accompagnò nei suoi viaggi in Svizzera, Paesi Bassi e Inghilterra, e infine si trasferì a Bologna come suo segretario. Forse riprendendo ricerche iniziate in patria, si occupò di rilievi geologici e nel 1705 pubblico per l'accademia fondata da Marsigli un saggio sulla stratificazione delle montagne, in cui introdusse il concetto di corrugamento alpino. Quindi tornò in Svizzera per completare gli studi , conseguendo il titolo di dottore in medicina a Basilea all'inizio del 1706. Tornò poi in Olanda, servendo come medico militare fino al 1710. Dimostrò anche notevole abilità nella progettazione di fortezze, grazie alle ottime competenze matematiche. Nel 1708 fu ammesso alla Academia curiosorum e pubblicò Agrostographiae helveticae prodromus, un'anticipazione della sua maggiore opera di botanica, Agrostographia sive Graminum, Juncorum, Cyperorum, Cyperoidum, iisque affinium historia (1719). Entrambe trovarano ottima accoglienza nella comunità scientifica, ma non bastarono ad assicurargli una cattedra; egli, infatti, tra il 1707 e il 1720, tentò più volte invano di ottenere una cattedra a Bologna, Padova, Basilea e Zurigo. Non conosciamo nei particolari le vicende successive; nel 1724 lo ritroviamo in Svizzera, dove fu nominato cancelliere del distretto di Baden per dieci anni. Solo nel 1733, dopo la morte del fratello, tornò a Zurigo per succergli come protomedico cittadino e professore di fisica al Carolinum. Poté godere di questa posizione di prestigio per appena cinque anni; morì infatti nel 1738 a 51 anni. Le opere botaniche di Johann Gaspar Scheuchzer sono l'atto di fondazione dell'agrostologia, ovvero della branca della botanica che studia le graminacee, da intendersi nel suo caso in senso lato, visto che si occupò anche di Juncaceae e Cyperaceae (all'epoca, tutte etichettate come "gramina"); sono corredate da illustrazioni di buona qualità: 8 tavole, per un totale di 32 piante a figura intera nel Prodromus e 11 nell'Agrostographia, con particolari importanti per l'identificazione. La medesima accuratezza si trova nelle descrizioni, attente a particolari in precedenza sfuggiti ai botanici, come la ligula, da lui denominata membranula. Estremamente precisa è poi l'indicazione dei luoghi di raccolta. Fu assai stimato da Linneo che lo cita ripetutamente nelle sue opere, adottandone spesso le descrizioni. I figli Veniamo ora ai figli, al plurale perché oltre a Johann Scheuchzer, ovvero Scheuchzer f., tra i botanici di famiglia c'è anche suo cugino Johann Caspar. Cominciamo da lui. Johann Caspar Scheuchzer (1702-1729) era il terzo figlio di Johann Jakob, che come abbiamo visto era in stretto contatto con la Royal Society. Probabilmente su raccomandazione del padre, egli si trasferì a Londra come bibliotecario di Sloane che gli affidò la traduzione di un manoscritto inedito di Kaempfer, che egli aveva acquistato insieme al resto delle collezioni del botanico tedesco. Intitolato Heutiges Japan ("Giappone di oggi") contiene informazioni sulla politica, la società, la geografia fisica e la natura nipponiche. Il risultato fu History of Japan, in due volumi, pubblicati nel 1727. Appena due anni dopo il giovane svizzero morì per cause sconosciute e fu sepolto nel cimitero della chiesa vecchia di Chelsea. Veniamo infine a Johann Scheuchzer (1738-1815), figlio invece dell'agrostologo Johann Gaspar. Come il padre e lo zio fu medico; si laureò infatti a Leida nel 1760 con la tesi De alimentis farinosis. Nel 1767 collaborò al riallestimento dell'orto botanico di Zurigo; tra il 1787 e il 1794 ne avrebbe assunto la direzione. Negli stessi anni era anche amministratore dell'ex convento di Allerheiligen di Sciaffusa, e dal 1789 al 1795 fu capo bibliotecario della biblioteca cittadina di Zurigo. Dal 1803 esercitò la carica di giudice di pace. Anche se l'International Plant Names Index (IPNI) ne registra il nome d'autore, non gli attribuisce la pubblicazione di alcuna specie. Una piante delle paludi sempre più rara Come abbiamo visto nell'introduzione, Linneo dedicò ai fratelli Scheuchzer il genere Scheuchzeria perché la sua sola specie, S. palustris, è una pianta alpina e graminiforme; usò il termine gramen, che aveva un significato più esteso dell'attuale graminacee. In effetti oggi è attribuita a una famiglia propria Scheuchzeriaceae, di cui è l'unica rappresentante. Diffusa in un ampio areale circumboreale che si estende dal Nord America all'Europa e all'Asia, cresce però in ambienti molto particolari, le torbiere di sfagno, ed è dunque piuttosto rara e minacciata per la riduzione del suo habitat naturale. In Italia è presente in pochissime stazioni sulle Alpi dalla Lombardia al Friuli. E' un'erbacea perenne con un lungo rizoma ramificato e strisciante, fusti eretti, ma nodosi e a lievemente a zig zag, un po' appiattiti con alla base con i resti di guaine delle foglie più vecchie. Le foglie lineari sono erette e rigide e provviste di guaine membranacee pelose all'interno. I fiori, riuniti in brevi racemi terminali di 3-10, sono circondati da brattee; hanno sei segmenti sepaloidi persistenti, giallo verdastri, ovario supero largamente elissoidale, sei stami con lunghi filamenti filiformi. Il frutto è costituito da 1-4 follicoli globoso-ovoidi ciascuno dei quali contiene due semi. Il nome comune italiano è giuncastrello delle torbiere.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
November 2025
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