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Per quasi mezzo secolo, succedendo l'uno all'altro, William Jackson Hooker (Hook.) e suo figlio Joseph Dalton Hooker (Hook. f.) ressero l'orto botanico di Kew, che sotto la loro direzione si consolidò ed espanse, divenendo di gran lunga il maggiore del mondo. Impegnati in mille iniziative e autori prolifici, entrambi furono tra i più eminenti e influenti botanici delle loro rispettive generazioni. Il padre in gioventù fu un promettente briologo, e proprio agli anni giovanili risale la dedica del genere che lo onora, Hookeria, che dà anche il nome a una famiglia di muschi (Hookeriaceae); più tardi è venuto ad aggiungersi la dedica indiretta di un secondo genere di muschi, Hookeriopsis. Ritratto di un botanico da cucciolo Nelle coppie di padre e figli botanici che abbiamo incontrato finora, per le diverse vicende della tassonomia solo uno dei membri (solitamente il padre) è celebrato da un genere valido. Non è così per gli Hooker, entrambi onorati da almeno un genere accettato. Cominciamo dunque con il padre: William Jackson Hooker (1785–1865). Egli nacque a Norwich in una famiglia legata al commercio tessile. Il padre, Joseph Hooker, dopo un primo impiego presso i Baring Brothers, si dedicò agli affari a Norwich; uomo colto e curioso, era un appassionato botanico dilettante, in particolare di piante succulente. La madre, Lydia Vincent, proveniva invece da una famiglia di tessitori e artisti, che gli trasmise sensibilità estetica e inclinazione per il disegno. William da ragazzo amava leggere libri di scienze naturali, disegnare e raccogliere insetti, insieme al fratello maggiore Joseph. Entrò così in contatto con il reverendo Kirby, fondatore dell'entomologia britannica, che nel 1805 gli dedicò Apion hookeri, poi ribattezzato Apion hookerorum in onore di entrambi i fratelli. Fu invece la scoperta di un raro muschio (attualmente chiamato Buxbaumia aphylla) a metterlo in contatto con James Edward Smith che gli consigliò di rivolgersi al briologo Dawson Turner. Si interessava anche di ornitologia e amava studare e disegnare gli uccelli dal vero. L’eredità di una proprietà terriera dal padrino William Jackson gli garantì una certa indipendenza economica, permettendogli di viaggiare e di dedicarsi ai suoi interessi scientifici. Nel 1806 fu ammesso alla Linnean Society e si recò a Londra, dove visitò numerosi naturalisti, tra cui Banks. Sul piano personale, la sua relazione più importante fu tuttavia quella con Dawson Turner. Pur essendo un banchiere di professione, Turner dedicava tutto il suo tempo libero alla raccolta sul campo ed era un esperto riconosciuto di alghe e muschi. Tra il 1806 e il 1809, Hooker fu spesso ospite a Yarmouth da Turner e produsse le illustrazioni per la sua opera in quattro volumi Historia Fucorum. Nel 1807, durante un'escursione botanica, fu morso da una vipera: quasi in fin di vita, fu trasportato a casa Turner, dove fu curato e si rimise lentamente. Dopo la convalescenza, viaggiò in Scozia con Turner e sua moglie Maria, una notevole pittrice. In società con Turner e Samuel Paget, fu anche coinvolto nella gestione di una birreria, ma con scarso successo: gli mancava totalmente il senso degli affari. Nel 1808 visitò nuovamente la Scozia con l'amico William Borrer; sul Ben Nevis scoprì la nuova specie di muschio Andreaea nivalis, oggetto di una delle sue prime pubblicazioni. Sulle sue raccolte di muschi nei pressi di Holt si basò lo stesso anno James Edward Smith per stabilire il nuovo genere Hookeria, in un articolo illustrato da disegni dello stesso Hooker. Ormai un botanico promettente e riconosciuto, il suo vero sogno era viaggiare in paesi lontani. Su suggerimento di Banks — che a sua volta aveva visitato l'isola — il suo primo viaggio all'estero lo portò in Islanda. Arrivò a Reykjavík nel giugno 1809, quasi in coincidenza con il tentativo di rivolta indipendentista promossa dall'avventuriero danese Jørgen Jørgensen. Durante il viaggio di ritorno, un gruppo di prigionieri danesi incendiò la nave su cui viaggiava, con il risultato che quasi tutte le sue raccolte andarono perdute. Grazie alla sua buona memoria e all'aiuto di Banks, che gli mise a disposizione le sue collezioni, poté però scrivere, a partire da ciò che era rimasto del suo diario, una relazione sull'isola, i suoi abitanti e la sua flora: A Journal of a Tour in Iceland (1809), pubblicato nel 1811. Tra il 1810 e il 1811, fece notevoli sacrifici finanziari, vendendo anche la proprietà ereditata, nella speranza di unirsi al nuovo governatore di Ceylon, sir Robert Brownrigg; la situazione politica, con la ripresa della guerra, fece fallire il progetto. Pensò allora di partire per Giava, ma fu dissuaso da amici e parenti. Ripiegò su un viaggio europeo: partì per Parigi in compagnia dei Turner, per poi proseguire da solo nella Francia meridionale, in Svizzera e in Lombardia. Dopo nove mesi tornò a casa e, nel 1815, si sposò con la figlia maggiore dei Turner, Maria. I muschi continuarono a essere il suo principale campo di interesse: nel 1816 pubblicò British Jungermanniae e, tra il 1818 e il 1820, Musci exotici. Professore a Glasgow A imprimere una svolta alla sua vita non fu un viaggio impossibile, ma la nomina a professore di botanica dell'Università di Glasgow, dove nel 1820, grazie al sostegno di Banks, fu chiamato a sostituire Robert Graham, trasferitosi a Edimburgo. Si trattava di un'istituzione recentissima: in precedenza non c’era un insegnamento della botanica separato dalla medicina. La cattedra era stata creata proprio per Graham nel 1818 e, in parte grazie a fondi della corona e dell’università, in parte con il sostegno di molti cittadini, nel 1817 era stato creato un piccolo orto botanico, aperto al pubblico nel 1819. Un giovane botanico come Hooker, attivo, entusiasta e già ben inserito negli ambienti scientifici in patria e all’estero (nel 1812 era stato ammesso alla Royal Society e nel 1815 all’Accademia delle scienze svedese), era la scelta ideale per far crescere questa realtà ancora in embrione. Eppure, quando nel febbraio 1820 seppe della nomina, Hooker si preparò ad assumere l’incarico non senza apprensione. Per lui era una vera sfida: non aveva mai insegnato e, botanico autodidatta, si riteneva impreparato su molti aspetti della disciplina. Preparò con cura la prolusione e, con l’aiuto del suocero, cultore di studi classici, la presentò in latino nel maggio 1820, senza sfigurare di fronte all’ambiente accademico, che lo accolse con cordialità. Egli si impose soprattutto con la qualità e la portata innovativa delle sue lezioni, che attirarono un numero crescente di studenti: dai 30 del primo anno ai 130 di dieci anni dopo. Nella biografia del padre, Joseph Dalton Hooker sottolinea le qualità che gli permisero di trasformarsi rapidamente da colto dilettante in autorevole docente: "Aveva risorse che gli permettevano di superare tutti gli ostacoli: familiarità con la sua materia, dedizione al suo studio, energia, eloquenza, una presenza autorevole, modi urbani e, soprattutto, l'arte di far amare allo studente la scienza che insegnava". Le lezioni iniziavano con alcuni approfondimenti sulla storia della botanica e sulle caratteristiche generali della vita vegetale. Successivamente erano strutturate in due parti: la prima mezz’ora dedicata alla teoria (organi e morfologia delle piante, sistematica), la seconda all’analisi di campioni portati dagli studenti, sia condotta dal professore sia da studenti volontari. Molto importanti erano i supporti visivi: Hooker illustrava le lezioni con disegni alla lavagna, mentre alle pareti erano appesi grandi disegni a colori, soprattutto di piante medicinali, e litografie degli organi delle piante, originariamente di sua mano. Particolarmente gradite erano le escursioni botaniche guidate dal professore. Ogni sessione estiva ne comprendeva generalmente tre: due sabati nei dintorni di Glasgow, e una terza di più giorni, che coinvolgeva una trentina di persone tra studenti e visitatori, muovendosi anche in zone impervie delle Highlands occidentali, come le Breadalbane. Largamente frutto delle ricerche sul campo fu la sua prima opera del periodo di Glasgow, Flora scotica, pensata come libro di testo per i suoi studenti, Pubblicata nel 1821, comprendeva una prima parte limitata alle Fanerogame classificate secondo il sistema linneano, e una seconda parte, più innovativa, con Fanerogame e crittogame disposte secondo il sistema naturale. Per quest’opera si avvalse della collaborazione di Lindley e Greville, trattando in tutto 1784 piante, 802 delle quali crittogame. Il lavoro di docente era relativamente leggero, sebbene mal pagato: il salario iniziale, poi leggermente aumentato, era di appena 114 sterline, e fu necessario integrarlo con ripetizioni a ragazzi benestanti. Le lezioni si tenevano unicamente d’estate (solo negli ultimi anni egli le estese volontariamente all’inverno), lasciandogli molto tempo per studiare e scrivere. Prendeva molto sul serio anche il suo compito di direttore dell’orto botanico, che con le sue collezioni era per lui una finestra sul mondo. Glasgow, città industriale e commerciale in espansione, permise a Hooker di far crescere rapidamente le collezioni: da circa 9.000 specie nel 1821, si passò a 12.000 nel 1825, con un incremento annuo di circa 300-500 specie. Quando lasciò l’incarico, il giardino ospitava 20.000 piante, tanto da rendere necessario il trasferimento in un sito più ampio. Hooker sfruttò le sue relazioni internazionali per inserire il giardino nella rete di scambi degli orti botanici: nel 1828 aveva rapporti con 12 giardini britannici e irlandesi, 21 europei e 5 tropicali, oltre a 300 giardini privati. Sponsorizzò anche spedizioni di raccolta, come quella organizzata nel 1830 insieme all’orto botanico di Edimburgo e sottoscrittori privati per inviare Thomas Drummond in Nord America. Si deve inoltre a lui la "scoperta" di David Douglas: arrivato a Glasgow come aiuto giardiniere quasi in coincidenza con la nomina di Hooker, divenne il suo assistente nelle spedizioni di raccolta e imparò a preparare gli esemplari, per poi essere raccomandato alla Horticultural Society. Sul piano intellettuale, il periodo di Glasgow fu il più produttivo della sua vita. Tra le numerose opere pubblicate in questi anni, vanno segnalate almeno la seconda edizione di Flora londinensis di Curtis (1817-1828), a cui contribuì anche con gran parte delle tavole; i resoconti delle piante raccolte durante i viaggi artici di Parry e Sabine (1823-1828); la prima edizione di British Flora (1830), che avrebbe raggiunto otto edizioni, l'ultima nel 1860. Ancora più incisive le opere sulla flora esotica, in primo luogo Flora boreali-americana (1829-1840), dedicata alla flora del nord America, per la quale si avvalse delle scoperte e degli invii di numerosi viaggiatori e corrispondenti, tra cui lo stesso Douglas e l'esploratore artico John Franklin; in due volumi in folio, con numerose illustrazioni di suo pugno, include 2500 specie, comprese numerose felci. The Botany of Captain Beechey's Voyage to the Bering Sea (1830-1841), scritto in collaborazione con Walker Arnott, va molto al di là del resoconto di viaggio, per descrivere oltre 2700 specie, notevoli anche per appartenere a molte flore diverse. Nel 1837 avviò la grande serie di Icones Plantarum, inizialmente dedicata all'illustrazione delle piante nuove e rare del suo erbario. Come direttore di un orto botanico in crescita, a cui affluiva un gran numero di specie rare o del tutto ignote, ne pubblicò molte in riviste a puntate, iniziando da "Exotic Flora", di cui curò tre volumi dal 1823 al 1827, con 232 tavole a colori, Nel 1827, tuttavia, subentrò a Sims come curatore del "Curtis's", che da quel momento divenne lo strumento principale per pubblicare le nuove specie, anche se collaborò in modo più o meno ampio con altre riviste e, come vedremo meglio più avanti, pubblicò anche serie di carattere meno divulgativo. Un altro capitolo, iniziato a Glasgow e proseguito per tutta la vita, fu lo studio delle felci, campo in cui sarebbe diventato il massimo esperto. Come ho accennato, ne trattò diverse in Flora boreali-americana; tra il 1828 e il 1831 pubblicò i due volumi di Icones Filicum, con 240 tavole di R. K. Greville; nel 1832, con lo stesso illustratore, seguì Enumeratio filicum, inteso come un'opera complessiva sulle specie nuove o poco note; il progetto fu però abbandonato, e ripreso in altra veste negli anni di Kew. Nel 1836, in riconoscimento dei suoi meriti botanici, Hooker fu nominato cavaliere dell'Ordine reale guelfo e da quel momento poté fregiarsi del titolo di sir. Tuttavia si sentiva sempre più deluso dalla tiepida considerazione delle autorità accademiche e dalla posizione periferica di Glasgow. Così nel 1841 la nomina a direttore dei Kew Gardens giunse estremamente gradita. Direttore di Kew Quando Hooker arrivò a Kew, i tempi d’oro erano lontani: il suo compito era far rivivere il giardino e renderlo degno di una grande nazione. Dopo la morte di Banks nel 1820, il glorioso orto botanico era stato trascurato. Non c’era nessun direttore, neppure ufficioso, come era stato Banks, e il sovrintendente, il capo giardiniere William Townsend Aiton, era impegnato soprattutto a creare e curare i giardini del Royal Pavilion di Brighton e di Buckingham Palace. Al contrario del padre, il nuovo sovrano Giorgio IV non amava Kew e lo abbandonò a se stesso, così come il successore Guglielmo IV. Alla morte di questi, nel 1837, il Parlamento nominò una commissione formata da John Lindley, Joseph Paxton e Joseph Wilson per valutare lo stato dei giardini e decidere se mantenerli o chiuderli definitivamente. La relazione evidenziava degrado e cattiva amministrazione, ma sosteneva che il giardino andasse rilanciato "nell’interesse della scienza". Il governo invece decise inizialmente di smantellare il giardino e di trasferirne le collezioni in vari giardini reali. A salvare Kew fu Lindley, che riuscì ad animare un vasto movimento di opinione a favore della sopravvivenza dei giardini. Così, nel 1840, con delibera del Tesoro, essi passaroni dal patrimonio della Corona all’Ufficio dei boschi e delle foreste come orto botanico nazionale, e nel 1841 William Jackson Hooker ne fu nominato primo direttore. Il compito era gravoso ma adatto alla sua personalità e al suo talento. Oltre che scienziato, Hooker era un perfetto uomo di mondo, dotato di fascino, tatto e savoir-faire. A Glasgow aveva coltivato una vasta rete di relazioni e acquisito esperienza gestionale, ora messa a frutto. Doveva trasformare un giardino reale trascurato in una vera istituzione scientifica e una risorsa per tutta la nazione. Una delle prime iniziative fu la creazione di un Museo di botanica economica, con l’obiettivo di mostrare applicazioni pratiche e potenziale economico della botanica, stimolando la ricerca di piante utili. Esponeva prodotti vegetali da tutto l’Impero britannico non rappresentati né dalle piante vive né dagli esemplari di erbario. C'era davvero di tutto; carta, vestiti, corde, cestini, giocattoli, medicinali, gomme, resine, oli, cibi e bevande, attrezzi, modelli, e così via. A Kew non c’era un erbario. Gli esemplari inviati dai raccoglitori erano custoditi nella collezione personale di Banks a Soho Square, poi passata al British Museum. Hooker portò con sé il suo vastissimo erbario personale, sistemandolo nella sua residenza privata e rendendolo disponibile ai ricercatori. Nel 1852, Hunter House, un edificio su Kew Green, fu ristrutturato per ospitare l’erbario di Hooker e quello di William Arnold Bromfield. Da quel momento ebbe inizio l’erbario ufficiale di Kew, che si arricchì grazie a donazioni e invii da tutto il mondo, incluso l’importante contributo dell’erbario di Bentham nel 1865. L'anno dopo anche le collezioni di Hooker diventarono ufficialmente di proprietà statale. Veniamo ora ai giardini. Durante la gestione di William Jackson Hooker la superficie dell'orto botanico passò da 11 a 75 acri, e l'arboreto e i giardini di piacere a 270 acri. Egli usò tutta la sua inflenza e le sue capacità diplomatiche per acquisire molti dei terreni reali circostanti, a cominciare da parti del Deer Park, aggiunte nel 1845. Le aiuole furono ristrutturate in modo più logico e scientificamente fondato. Le vecchie serre - erano una decina - vennero smantellate e sostituite da 25 serre di maggiore dimensione e concezione moderna. Tra di esse spicca la famosa Palm House, realizzata tra il 1844 e il 1848 da Richard Turner su progetto di Decimus Burton. Destinata alla coltivazione di palme e altre piante tropicali, era interamente realizzata in ferro e vetro e all'epoca era la più grande del mondo. Altrettanto grandiosa la serra temperata, costruita sempre da Burton e Turner a partire dal 1860, e completata solo nel 1897, molto dopo la morte di Hooker. Hooker sfruttò le sue relazioni internazionali e la diplomazia con governi e istituzioni per incoraggiare spedizioni botaniche che portarono a Kew piante da tutto il mondo. Prima del suo arrivo, il giardino non era aperto al pubblico. Nel 1841 introdusse un orario di apertura di cinque ore pomeridiane, dall’una alle sei, che consentì l’accesso libero a visitatori e studiosi. Il primo anno si registrarono circa 9.000 presenze, ma entro il 1865 erano oltre 529.000, testimoniando la trasformazione dell’orto da giardino privato della famiglia reale e della corte a istituzione pubblica. Sebbene l’impegno organizzativo e gestionale a Kew assorbisse gran parte delle sue energie, Hooker non interruppe l'attività di ricerca. La sua produzione scientifica fu meno copiosa che negli anni di Glasgow, ma rimase significativa e contribuì a consolidare la reputazione internazionale del giardino. Pubblicò numerose monografie su generi e famiglie botaniche e continuò a curare il "Botanical Magazine" che sotto la sua direzione acquisì maggiore rigore scientifico e un pubblico ancora più vasto; le tavole, di eccellente qualità scientifica e artistica, erano opera del grande illustratore Walter Hood Fitch; originario di Glasgow, aveva incominciato a collaborare con la rivista nel 1834 e nel 1841 segui Hooker a Londra, divenendo l'illustratore ufficiale del giardino. Già a Glasgow, accanto al "Botanical Magazine", Hooker aveva iniziato a pubblicare serie illustrate rivolte a un pubblico più specialistico. La prima fu "Botanical Miscellany", di cui uscirono solo tre annate tra il 1830 e il 1833; seguì "The Journal of Botany" (1834-1842), poi divenuto "The London Journal of Botany (1842–1848) e "Hooker's Journal of Botany and Kew Garden Miscellany" (1849–1857); in questa veste divenne anche uno strumento per far conoscere le acquisizioni del giardino e consolidare la sua reputazione come centro di ricerca internazionale. Inoltre Hooker incoraggiò il lavoro di altri botanici e sovrintese all’uscita di opere collettive di grande respiro, spesso in collaborazione con specialisti di diversi paesi, rafforzando la funzione di Kew come centro globale di conoscenze botaniche. Tra di esse le cosiddette Florae Antarcticae (Flora Antarctica, Flora Novae-Zelandiae, Flora Tasmaniae, 1844–1860), basate sulle raccolte di James Clark Ross; Niger Flora (1849), di cui curò la parte botanica con Bentham e altri collaboratori; flore coloniali come Flora of British India, iniziata da lui e completata da suo figlio con Bentham e Baker. Un impegno di grande rilievo fu la direzione del monumentale Icones Plantarum, avviato a Glasgow e proseguito con continuità a Kew, che divenne un punto di riferimento per la tassonomia grazie alle dettagliate illustrazioni di piante rare o nuove. Parallelamente, promosse la catalogazione sistematica delle collezioni vive e dell’erbario, pubblicando repertori che gettarono le basi per il lavoro tassonomico dei decenni successivi. Un settore che coltivò con particolare intensità fu lo studio delle felci, delle quali pubblicò descrizioni e tavole illustrate in diverse serie e monografie. Ai primi lavori già citati per gli anni di Glasgow, nel 1842 si aggiunse Genera Filicum, con illustrazioni di altissima qualità realizzate da Franz Bauer, in cui presentò i caratteri distintivi dei principali generi di felci. E' considerata una delle opere fondative della moderna pteridologia. Era la premessa per un'opera di grandissimo impegno, cui continuò a lavorare per vent'anni fino ai suoi ultimi giorni, Species Filicum (1846-1864), in cui si proponeva di descrivere tutte le specie conosciute. In cinque volumi, è una pietra miliare dello studio delle felci che ebbe enorme risonanza tra studiosi e collezionisti, alimentando l’interesse del pubblico colto e degli appassionati di questo affascinante gruppo di piante nel pieno della "pteridomia" vittoriana. Ottantenne, ancora attivo, lavorava all’ultimo volume di Species Filicum quando fu vittima di una malattia respiratoria epidemica, descritta all’epoca come “epidemic sore throat”, che aveva colpito diverse persone a Kew. Alla sua morte, la direzione dei Kew Gardens passò al figlio Joseph Dalton Hooker, protagonista del prossimo post. Dediche briologiche In oltre cinquant'anni di attività instancabile, William Jackson Hooker pubblicò più di 300 lavori scientifici, realizzò migliaia di disegni e tavole botaniche – stimati in circa 8.000 – e trasformò Kew da giardino reale trascurato a istituzione scientifica di rilievo internazionale, lasciando un’eredità duratura sia nelle collezioni vive e negli erbari, sia nella sistematica delle piante e nello studio delle felci. La sua impronta nella tassonomia e nella nomenclatura botanica è rilevantissima. Secondo IPNI, pubblicò oltre 7500 taxa; sono poi centinaia e centinaia le specie con l'eponimo hookeri o hookerianus, anche se è difficile definire il numero preciso di quelle a lui dedicate perché molte si riferiscono al figlio Joseph Dalton Hooker o a entrambi. Tra le specie sicuramente dedicate a lui ne ricordiamo due di coltivazione relativamente frequente, Anthurium hookeri e Epiphyllum hookeri. Abbiamo già visto che nel 1808, quando aveva appena 23 anni, James Edward Smith gli intitolò il genere Hookeria. Tuttora valido, comprende circa nove specie di muschi prevalentemente tropicali. Ha dato il nome alla famiglia Hookeriaceae. Tra le specie più ampiamente diffuse troviamo H. lucens, che vive invece in aree temperate dell'emisfero boreale - America, Europa, Asia occidentale, isole atlantiche - soprattutto in zone costiere umide. È particolarmente associata a diversi biomi della costa pacifica del Nord America, come boscaglie sempreverdi umide, margini lacustri e torbiere, dove colonizza facilmente tronchi in decomposizione Appartiene invece alla famiglia Pilotrichaceae un secondo genere di muschi indirettamente dedicato a Hooker, Hookeriopsis ("simile a Hookeria"), creato da Jaeger nel 1877, al quale Bryophyte Portal attribuisce circa 20 specie, distribuite soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali dell'America centrale e meridionale, con qualche rappresentante nelle Antille. Tipicamente epifiti, questi muschi vivono su rami e tronchi d'albero. A William Dalton Hooker fu dedicato ancheWilliamia, da Baillon (1858), poi ridotto a sezione di Phyllanthus.
2 Comments
David Hollombe
5/10/2025 08:37:29 pm
Hookera Salisbury was named after William Hooker (1779-1832) the illustrator of Paradisus Londinensis.
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Cimbalaria
6/10/2025 07:50:02 am
thank you for the valuable information
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
November 2025
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