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Tra le coppie padre-figlio della botanica, forse quella che collaborò in modo più stretto è quella formata dai botanici austriaci Josef August e Julius Hermann Schultes, che firmarono a quattro mani il settimo volume della sedicesima edizione di Systema vegetabilium, la continuazione della sezione botanica del linneano Systema naturae. In questo caso, pur trattandosi di una figura gigantesca e per molti versi scomoda, il padre forse non avrebbe fatto ombra al figlio se la morte precoce non avesse impedito a quest'ultimo di portarne avanti l'eredità scientifica. A ricordare Schultes padre, Schultesia (famiglia Gentianaceae). Confusioni bibliografiche Nel corso della sua vita, Linneo pubblicò dodici edizioni di Systema naturae, dalla prima di undici pagine (1735) all'ultima di 2000 (1766-68). Nel 1774 il suo allievo Murray pubblicò separatamente una nuova edizione della sezione botanica sotto il titolo Systema vegetabilium, seguita nel 1784 da un ulteriore aggiornamento. Gettando le basi di una certa confusione, nel sottotitolo egli le indicò rispettivamente come "editio decima tertia" e "editio decima quarta", ovvero tedicesima e quattordicesima edizione di Systema naturae: confusione perché esiste davvero una tredicesima edizione dell'intera opera, pubblicata da Gmelin a Lipsia tra il 1788 e il 1783 con la medesima etichetta. In seguito la confusione rimase, anzi si moltiplicò. Nel 1797 uscì una terza edizione di Systema vegetabilium a cura di Persoon che nel frontespizio la indicò sia come terza, sia come quindicesima. Tra il 1817 e il 1830 Johann Jacob Roemer, Josef August Schultes e Julius Hermann Schultes pubblicarono una quarta edizione, presentata però come "nuova edizione aumentata e arricchita delle specie scoperte dopo la quindicesima edizione". Ad usare l'etichetta sedicesima edizione fu invece Sprengel per la sua, uscita tra il 1825 e il 1828, che dunque a rigori dovrebbe essere considerata la quinta e diciassettesima. Mentre le edizioni di Murray e Persoon sono in un solo volume e presentano un numero relativamente limitato di specie, quelle di Roemer e Schultes e di Sprengel sono in più volumi e trattano migliaia di nuove specie; corrispondono infatti alla vera esplosione delle scoperte botaniche avvenuta tra la fine del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento; costituiscono anche un ponte tra la tradizione linneana e i nuovi svilippi della botanica, rappresentati in particolare dal Prodromus di de Candolle, che incominciò ad uscire nel 1824. La più significativa, per numero di specie e impatto sulla storia della botanica, è l'edizione di Roemer e Schultes, anche se non fu mai terminata; benché conti sette volumi e otto tomi, gli autori riuscirono a trattare solo le prime sei classi del sistema linneano (che ne conta 24). L'opera fu pubblicata a Stoccarda presso l'editore Cotta e iniziò ad uscire nel 1817; entro il 1820, in rapida successione, uscirono i volumi 1-6, i primi quattro curati insieme da Roemer e Josef August Schultes, il quinto completato da quest'ultimo dopo la morte del collega, il sesto scritto solo da lui. Poi ci fu un intervallo di quasi dieci anni, durante il quale egli, mentre andava preparando il settimo volume, pubblicò tre tomi di Mantissae, ovvero di supplementi, con nuove piante delle classi linneane già pubblicate scoperte o riclassificate nel frattempo. La terza Mantissa, uscita nel 1827, reca la firma congiunta di Josef August Schultes e di suo figlio Julius Hermann, che sono anche gli autori del settimo volume di Systema vegetabilium, in due tomi, usciti tra il 1829 e il 1830. Si tratta di uno dei casi di più stretta collaborazione tra padre e figlio nella storia della botanica, Certamente completare l'opera era intenzione dei due Schultes, ma le circostanze della vita (e della morte), come vedremo meglio tra poco, lo resero impossibile. Un professore contro Dopo questa permessa bibliografica, noiosa ma credo utile, è ora di conoscere meglio Schultes padre (Schult.) e figlio (Schult.f.). Joseph August Schultes (1773-1831) nacque a Vienna; il padre era un fabbro e non aveva alcuna intenzione di far studiare il figlio, che per altro fin da piccolo, oltre ad essere un avidissimo lettore, aveva dimostrato notevole abilità manuale. Per sua fortuna a incoraggiarlo a studiare era invece la madre. Entrambi i genitori erano molto religiosi e il ragazzino frequentava assiduamente la parrocchia, serviva messa e inizialmente pensò di diventare prete. Anche a Vienna però si facevano sentire le istanze dell'Illuminismo e presto egli cambiò completamente idea. Ora il suo interesse andava alle scienze naturali. Si iscrisse al liceo contro la volontà del padre e dovette pagarsi gli studi da sè, lavorando di giorno come miniatore per un mercante d'arte e studiando di notte. Si iscrisse poi università, seguendo il corso propeutico di filosofia. Un aneddoto dà la misura del suo carattere e della sua libertà di pensiero; spesso si era scontrato con un professore che non tollerava dubbi e contraddizioni. Durante l'esame finale ebbe il coraggio di contestarne un errore grossolano. Il barone von Swieten che assisteva a tutti gli esami riconobbe la fondatezza della sua argomentazione, si schierò dalla sua parte e gli assegnò la borsa di studio che gli prmise di studiare medicina. Appassionato di botanica, nel tempo libero dalle lezioni frequentava l'orto botanico e, grande camminatore, faceva spesso escursioni nelle campagne che in parte confluirono nella sua prima opera a stampa, Flora austriaca (1794). Modesto tascabile privo di figure, veniva incontro alle esigenze di chi non poteva permettersi la costosissima opera omonima illustrata di von Jacquin. Nel 1796 completò il dottorato sotto la guida di Frank e aprì uno studio medico. Due aneddoti del periodo universitario danno la misura del suo carattere fiero e della sua libertà di pensiero. In occasione dell'esame finale del corso di filosofia (propedeutico al passaggio a medicina) non Nel 1797 fu nominato professore di botanica e scienze naturali al Teresianum. Lo stesso anno si sposò. Per arrotandare le entrate, pubblicò anche traduzioni, apprezzati resoconti di viaggio, un almanacco per le famiglie e la rivista "Annals of Austrian Literature and Art". In questi anni viaggiò in Svizzera e in Germania, per lo più a piedi, raccogliendo piante e dati di altra natura e stringendo numerosi contatti con altri studiosi, tra cui Roemer, che insegnava botanica a Zurigo. Potrebbe essere nato fin da quel momento il progetto che sarebbe diventato la sedicesima edizione di Systema Vegetabilium. Schultes era un buon alpinista, scalò lo Schneeberg in Stiria e nel 1802, poco dopo la prima ascensione, il Grossglockner. Apprezzato come medico e docente, avrebbe potuto considerarsi arrivato, ma guardava con simpatia alla rivoluzione francese e a Napoleone e sopportava sempre meno l'atmosfera retriva di Vienna. Nel 1806 si trasferì così come professore di botanica e chimica all'Università di Cracovia, sperando di trovare un'atmosfera più libera e materiali per le sue ricerche botaniche. Trovò l'orto botanico quasi abbandonato, ma grazie agli invii dei molti colleghi con cui era in contatto riuscì a farlo risorgere e ne pubblicò il primo catalogo. Nel 1807, come commissario governativo, visitò la Galizia e ne studiò le sorgenti minerali e le miniere, non senza denunciare le ruberie e mettersi in urto con gli appaltatori. Ora anche a Cracovia si sentiva soffocare. Nel 1803 il Tirolo era entrato a far parte del Regno di Baviera, alleato di Napoleone, Sperando di trovarvi un'atmosfera più aperta e più vicina alle sue idee politiche, nel 1808 Schultes decise di lasciare Cracovia e di accettare una cattedra all'Università di Innsburck, anche se sarebbe stato pagato molto meno. Aveva scelto il momento peggiore; nel paese dilagava la rivolta contro la coscrizione obbligatoria e le misure modernizzatrici dell'amministrazione bavarese (compresa la vaccinazione contro il vaiolo, che i montanri tirolesi temevano inoculasse... il protestantesimo) e nel 1809, quando per un breve periodo il Tirolo fu riconquistato dall'Austria, fu arrestato, separato dalla famiglia e deportato a Pecs in condizioni durissime. Dopo qualche mese fu rilasciato e nominato dal re di Baviera consigliere di corte e professore di storia naturale e botanica all'università di Landshut, e poi professore di terapia clinica. Il suo carattere fiero e le sue idee politiche anche qui non mancarono di attirargli l'ostilità dei conservatori e dei clericali. Come esempio, basti la vicenda dell'orto botanico. Quando Schultes assunse la cattedra, era poco più di un orto, regolarmente allagato dalle piene dell'Isar. Egli ne chiese lo spostamento in un luogo più idoneo, ma gli furono negati i fondi con l'argomentazione per insegnare materia medica a futuri medici e farmacisti le piante medicinali erano più che sufficienti. Nonostente le contrarietà, questi furono i suoi anni più produttivi. Nel 1811 visitò la Francia meridionale e Parigi con un gruppo di studenti; pubblicò una Flora della Baviera, osservazioni mineralogiche, botaniche. mediche e scritti politici, e, come abbiamo visto, tra il 1817 e il 1820, i primi sei volumi di Systema vegetabilium e le Mantissae, che gli assicurarono una posizione di rilievo nel mondo botanico. Nel 1824 Thunberg gli affidò la cura della pubblicazione di Flora capensis. Era anche membro di numerose società scientifiche. Aveva però una famiglia numerose (ben otto figli) e l'impegno come medico divenne via via più pressante. Nel 1824 fu nominato direttore dell'Ospedale universitario di Landshut e nel 1826, quando l'università fu trasferita a Monaco, direttore della Scuola di Chirurgia di Landshut. Benché ora fosse assistito dal figlio, i tempi si dilatarono e come ho anticipato riuscì a pubblicare l'ultimo volume di Systema vegetabilium solo tra il 1829 e il 1830. La perdita della moglie e di tre delle sue figlie lo fece entrare nel tunnel della despressioni; così, dopo sei mesi di penosa malattia, si spense nell'aprile 1831. Per concludere, una piccola curiosità. Dotato di eccellente manualità e capacità tecniche, dopo aver studiato le proprietà dell'ossigeno e il consumo dell'aria durante la respirazione, nel 1792 inventò e pubblicò su una rivista un dispositivo per comprimere l'aria e un casco per immersioni da collegare a una riserva di aria compressaa. Egli però non aveva i soldi per costruirli e non trovò finanziatori. Pochi anni dopo in Inghilterra furono brevettati due dispositivi subacquei analoghi. Convinto di essere vittima di un plagio, cercò di rivendicare legalmente i suoi diritti, ma senza esito. Un figlio devoto (anzi due) Ed eccoci al figlio Julius Hermann Schultes (1804 – 1840), nato quando ancora i genitori vivevano a Vienna. Fin dall'infanzia era stato educato dal padre alle scienze naturali, specialmente alla botanica, e aveva creato un piccolo erbario, Eppure Joseph August, immemore della lotta sostenuta con il proprio padre o forse deluso dalla propria carriera accademica, non voleva che egli percorrere la stessa strada. Lo destinò al commercio e lo inviò a Vienna presso una casa commerciale perché imparasse il mestiere. L'esilio però durò poco; nel 1818, quattordicenne, riprese gli studi liceali, per poi laurearsi in scienze naturali e conseguire il dottorato di medicina all'università di Landshut nel 1825, Da quel momento divenne il braccio destro del padre: frequentava le sue lezioni alla scuola di chirurgia, lo assisteva nella cura dei pazienti ospedalieri, lo accompagnava nei suoi viaggi, e lo affiancò nella stesura di Mantissa III e del settimo volume Systema vegetabilium. Le nuove specie da loro introdotte in queste opere sono contraddistinte dalla sigla d'autore Schult. & Schult.f.. Era un botanico brillante e certo pensava di dedicarsi interamente alla ricerca e all'insegnamento. La morte del padre sconvolse questi progetti. All'epoca aveva ventisette anni, ma molti dei suoi fratelli erano ancora bambini (il più giovane aveva appena undici anni). Bisognava pensare a crescerli ed educarli. Così Julius Hermann decise di sostenere l'esame di abilitazione alla professione e di trasferirsi a Monaco come medico. La ricerca scientifica non fu abbandonata, ma passò in secondo piano. Scrisse un certo numero di articoli di botanica e medicina e collaborò regolarmente alla rivista "Polytechnical Journal" con articoli e traduzioni. Considerava la continuazione di Systema vegetabilium un'eredità sacra e certo contava di riprenerla in mano non appena possibile, ma, dopo una breve malattia, morì ad appena 36 anni. Gli amici erano convinti che la vera causa fosse stato il superlavoro. Resta ancora da dire qualche parola sul terzo botanico di famiglia, ovvero sul più giovane dei figli di Joseph August, che si curiosamente si chiamava anche lui Julius Hermann (1820-1887). Forse, tra tante capacità, l'illustre genitore mancava di fantasia. Come autore botanico è contraddistinto dalla sigla J.H.Schult.bis. Nato a Landshut, fu allevato dal fratello e si laureò in medicina a Monaco nel 1843. Subito dopo lo trovamo a Leida, dove fu assistente di Blume all'erbario nazionale fino al 1852. Poi tornò a Monaco dove assunse lo stesso incarico, lavorando su Flora Brasiliensis a fianco di von Martius. Una Gentianacea pantropicale L'importanza di Joseph August Schultes come tassonomista è evidenziata dall'enorme numero di taxa di cui fu autore, da solo o con Roemer o con il figlio: più di 4000, secondo l'International Plant Names Index (IPNI). Per limitarci ai generi validi, troviamo con Roemer Adenium, Angostura, Tridens, Tripogon, con il figlio Arcytophyllum, Brocchinia, Cottendorfia, Dyckia, Hohenbergia, Navia, da solo Aegalina e Tina. I colleghi lo onorarono con ben quattro generi omonimi Schultesia. Quello considerato valido (nomen conservadum) gli fu dedicato da Martius nel 1827, quelli per una ragione o per l'altra non validi o da respingere giunsero da parte di Sprengel, Schrader e Roth. Schultesia Martius è un genere di circa quindici specie di erbacee annuali o perenni della famiglia Gentianaceae, prevalentemente sudamericano con centro di diversità in Brasile. Prive di foglie basali, sono caratterizzate da steli sottili, foglie cauline lanceolate, ellittiche o ovate e fiori solitari o raccolti in infiorescenze cimose. Questi ultimi possono avere calice verde o viola, tuboloso o campanulato, alato o carenato, corolla imbutiforme con quattro-cinque lobi più brevi del tubo, bianca, rosata, rossa o lilla. I frutti sono capsule. Il genere tuttavia presenta una certa variabilità, come adattamento a diversi ambienti, dalla foresta tropicale alle praterie, Tra le specie più comuni le brasiliane S. angustifolia, S. aptera e S. bahiensis e l'ampiamemnte diffusa S. guianensis (dal Messico all'Argentina, ma anche Africa occidentale tropicale per alcune varietà).
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
November 2025
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