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I contemporanei lo soprannominarono "John Fraser l'infaticabile"; per trent'anni, fece la spola tra la Gran Bretagna e l'America settentrionale, visitando per ben sette volte gli Stati Uniti; ma fu anche a Cuba e in Russia. In questi viaggi, che furono assai avventurosi, raccolse non meno di 200 nuove specie. Senza però trarne alcun vantaggio economico: era un cacciatore di piante senza paura, ma non aveva il bernoccolo degli affari, e la sua vita professionale fu costellata di debiti e cause per mancati pagamenti e si concluse con la bancarotta. Più fortunato da questo punto di vista il figlio omonimo, che accompagnò il padre nei suoi ultimi viaggi, ne proseguì l'attività e concluse la sua vita come stimato vivaista. John Fraser senior è giustamente ricordato da un genere nordamericano, Frasera (Gentianaceae). Le prime spedizioni americane Loudon scrisse di lui: "Uno degli uomini più intraprendenti, instancabili e perseveranti che mai si siano dedicati alla causa della botanica e delle scienze naturali". Lo scozzese John Fraser (1750-1811) si innamorò delle piante a trent'anni e da quel momento si dedicò anima e corpo alla loro raccolta. Come molti giovani scozzesi della sua epoca, si era trasferito a Londra in cerca di fortuna e intorno al 1778 aprì a Chelsea un negozio dove vendeva calze. Non era lontano dal giardino dei farmacisti, che prese a frequentare assiduamente, stringendo amicizia con il capo giardiniere Forsyth. A un certo punto, decise di mollare tutto e di diventare cacciatore di piante, forse ispirato dalle avventure di Mark Catesby. Il primo viaggio lo portò a Terranova; sulla datazione c'è qualche discrepanza tra le fonti: per alcuni, esso va collocato nel 1780, per altri nel 1782; in tal caso Fraser si sarebbe unito alla spedizione dell'ammiraglio Campbell diretta a Terranova. Era ancora in corso la guerra d'indipendenza americana e il convoglio britannico fu attaccato da una flotta franco-spagnola che catturò due terzi delle navi. Poiché non risulta che Fraser abbia trascorso un periodo di prigionia, si sarebbe trovato a bordo di una delle poche che riuscirono a sfuggire. E' anche possibile che abbia visitato Terranova due volte, sia nel 1780 sia nel 1782, e vi abbia raccolto piante locali. E' invece certo che nel 1783 era di nuovo in partenza per la sua prima spedizione negli Stati Uniti, che si protrasse fino al 1785 e lo portò nelle due Caroline, con base a Charleston. A sponsorizzare il viaggio era una cordata che comprendeva Forsyth per Chelsea, Aiton per Kew e James Edward Smith per la Linnean Society. Inoltre si accordò con un vivaista di Old Brompton, un certo Frank Thorburn, che si sarebbe occupato di distribuire le piante ai clienti. Tuttavia quando tornò in patria scoprì che quasi tutte le piante che aveva raccolto e spedito di volta in volta da Charleston erano morte; le poche sopravvissute erano specie comuni che non avevano mercato. Fraser fece causa a Thorburn, ma ne risultò solo un lungo contenzioso legale, costoso e insoddisfacente per entrambe le parti. Nonostante il disastro finanziario, l'instancabile cacciatore di piante già nell'autunno del 1785 era nuovamente in partenza per Charleston. Quindi si mosse verso nord attraverso la Berkeley County fino al Santee River; qui fece amicizia con il piantatore e botanico amatoriale Thomas Walter che stava conducendo un'accurata recensione della flora in un raggio di 50 miglia dalla sua piantagione. Continuò poi nella regione pedemontana degli Appalachi e i margini sudorientali delle Blue Ridge Mountains in Georgia dove scoprì Phlox stolonifera. Nel 1787 raggiunse la Pickens County nelle terre abitate dai Cherokee Chickamauga che in quegli anni erano i protagonisti di una serie di scontri noti come Cherokee–American wars. Botanizzare in quell'area era molto rischioso, ma Fraser fu premiato da una delle sue più importanti scoperte, quella di Magnolia fraseri. Ora aveva imparato come preparare e spedire il piante in modo più efficace; secondo Hortus Kewensis, il catalogo dei Kew Gardens, nel 1786 introdusse 16 nuove piante, e altre cinque nel 1787. Nel 1788 ritornò in Inghilterra portando con sè il manoscritto sulla flora della Carolina affidatogli da Walter e lo pubblicò a proprie spese con il titolo Flora caroliniana. Si tratta della prima flora regionale degli Stati Uniti a fare uso del sistema linneano; inoltre contiene diverse specie raccolte per la prima volta da Walter e dallo stesso Fraser. Per proporre le sue piante alla clientela francese, nel 1789 quasi alla vigilia della rivoluzione egli si recò in Francia, dove vendette specie americane tra gli altri al duca d'Orlèans, frequentò botanici come L’Heritier de Brutelle e incontrò Thomas Jefferson, all'epoca rappresentate diplomatico degli States a Parigi. Presto però era di nuovo in America per la sua terza spedizione, durante la quale, in parte insieme ad André Michaux, si mosse lungo gli Allegheny, all'epoca percorsi solo da sentieri tracciati dai nativi, in condizioni spesso difficili e lontano da qualsiasi insediamento dei coloni. Forse durante questo viaggio incontrò per la prima volta Rhododendron catawbiense, che anni dopo, come vedremo più avanti, ebbe il merito di introdurre nei giardini europei. Nella sua quarta spedizione, ancora nella Carolina meridionale, fu accompagnato dal fratello minore James; nel 1791 infatti i due fratelli affittarono per dieci anni un terreno a Charleston per crearvi un vivaio dove acclimatare, moltiplicare e preparare le piante da spedire in patria. E' l'inizio di un'attività commerciale tra Stati Uniti e Inghilterra, che proseguirà per molti anni (ancora nel 1810 gli agenti dei fratelli Fraser spedirono in Inghilterra da Charleston grandi quantità di magnolie, rododendri e altre piante nordamericane), di cui il vivaio di Charleston era il punto di partenza, e quello di arrivo era il vivaio "Curious American Plants", creato da Fraser forse intorno al 1794 a Chelsea; era situato nella centrale Kings Road e aveva una superficie di 12 acri. Nel 1795 ci fu ancora una spedizione negli Stati Uniti, al termine della quale Fraser era pronto a lanciarsi in grande stile nel mercato europeo. Nel 1796 affittò con il fratello un terreno più esteso nella Johns Island e pubblicò il primo catalogo del vivaio londinese (John Fraser's Catalogue of American Plants & Seeds for Sale), con le piante introdotte nel quinto viaggio, quindi partì per la Russia, deciso a vendere le sue piante all'imperatrice Caterina II. Trovò ottima accoglienza, tanto che la zarina gli permise di decidere lui i prezzi. La sovrana morì pochi mesi dopo, ma il successore Paolo I nel 1797 confermò due ordini per quell'anno e la primavera successiva; nel 1798 Fraser tornò in Russia e poté fregiarsi del titolo di "Raccoglitore botanico dell'imperatore". Su questa base, organizzò immediatamente una sesta spedizione per assolvere all'augusta commissione. Di padre in figlio: ultime spedizioni e disastri finanziari E qui entra finalmente in scenza il figlio John Fraser jr. Non ne conosciamo la data di nascita, ma poiché sappiamo che il padre e la madre Frances Shaw si sposarono nel giugno 1778, potrebbe essere nato intorno al 1779 ed avere circa vent'anni nel 1799. Quell'anno padre e figlio partirono insieme per gli Stati Uniti. Fecero visita a Thomas Jefferson a Monticello, quindi proseguirono per un lungo giro nel Kentucky, il Tennessee orientale, la Georgia settentrionale, tornando a Charleston nel dicembre 1800. Quindi si imbarcarono per Cuba, ma naufragarono su una barriera corallina, a circa 40 miglia (64 km) dalla terraferma. Si salvarono a stento e dovettero resistere per sei giorni tra le più gravi difficoltà prima di essere raccolti da una nave di passaggio. Mentre facevano raccolte a Cuba, incontrarono Humboldt e Bonpland. Gli interessi comuni cementarono un'amicizia, e il tedesco fu di grande aiuto ai due Fraser. In cambio, John jr., che rientrò per primo in Inghilterra, accettò di accompagnare una grossa collezione di piante raccolta da Humboldt e Bonpland . Il padre invece tornò a Charleston e fece ancora qualche raccolta, tornando in patria solo alla fine del 1801 o all'inizio del 1802 con un'eccellente "collezione di rarità". Tra le nuove scoperte, Jatropha pandurifolia. Avendo assolto nel modo migliore il suo mandato di raccoglitore dello zar, Fraser pensava di trovare ottima accoglienza in Russia, dove si recò immediatamente. Ma nel frattempo Paolo I era morto e il nuovo sovrano Alessandro I non era minimamente interessato alle piante di Fraser; questi cercò inutilmente di farsi ricevere tanto a Mosca quanto a Pietroburgo e solo dopo due anni, grazie all'assistenza del corpo diplomatico britannico in Russia, riuscì a farsi versare 6000 rubli. La sua unica alleata fu l'imperatrice vedova Maria Fedorovna, che gli donò un prezioso anello e gli commissionò piante per i giardini imperiali. Il magro ricavato dell'affare russo fece precipitare la situazione finanziaria di Fraser. Il vivaio di Chelsea, trascurato per le prolungato assenze del proprietario, era in perdita, e anche la società con il fratello James non andava bene, tanto che nel 1809 gli avrebbe fatto causa presso la Charleston Court of Common Pleas, per debiti superiori a 1042 streline. L'unica soluzione era rimettersi di nuovo in viaggio. Così nel 1807 padre e figlio si imbarcarono nuovamente per gli Stati Uniti e le Antille. Per John senior era il settimo viaggio e sarebbe stato anche l'ultimo. Mentre si trovava a Cuba, cadde e si ruppe diverse costole e da quel momento non recuperò mai la salute. Fu comunque durante questo viaggio che alle sorgenti del fiume Catawba padre e figlio fecero la raccolta più lucrosa: quella di Rhododendron catawbiense, di cui raccolsero numerosi semi ed esemplari, introducendoli in Inghilterra nel 1809. Era una novità e poterono venderla a cinque ghinee l'esemplare. Ora però a viaggiare ed esplorare, più che il padre, era il figlio. Dopo un'ulteriore visita a Cuba, nel 1810 Fraser sr. tornò a casa; ormai la sua salute era compromessa e morì nell'aprile 1811. Dopo la sua morte, gli eredi dovettero dichiarare bancarotta. John Fraser jr. continuò a gestire il vivaio di Chelsea per tutta la prima metà del XIX secolo e a pubblicarne i cataloghi, presumibilmente con maggior fortuna del padre, visto che era considerato uno stimato vivaista. Era membro della Linnean Society alla quale cedette l'erbario paterno. La lista delle piante introdotte dai due Fraser ammonta a circa 220 specie. Oltre a quelle citate in precedenza, vorrei ricordare almeno Abies fraseri, Ficus fraserii, Cypripedium reginae, Quercus castanea e Q. laurifolia, Juglans amara, Rudbeckia pinnata, Sarracenia adunca e S. rubra, Jeffersonia diphylla, Pachysandra procumbens. Le affascinanti genziane verdi Si deve all'amico Walter la dedica a John Fraser senior del genere Frasera, purtroppo senza esplicitare la motivazione. Possiamo però facilmente supporre che abbiano contato l'amicizia, l'interesse comune per la flora americana e ovviamente il debito di riconoscenza per aver fatto pubblicare Flora caroliniana, l'opera in cui il nuovo genere è descritto per la prima volta. Appartenente alla famiglia Gentianaceae, Frasera comprende una quindicina di specie, distribuite dal Canada orientale ad entrambe le coste degli Stati Uniti; una specie si spinge anche in Messico. E' affine al genere Swertia, al quale infatti è stato a lungo assegnato, finché ricerche molecolari ne hanno dimostrato l'indipendenza. Le frasere Sono note come "genziane verdi", dal colore prevalente dei fiori, da bianco verdastro a verde. Ma non certo poco interessanti: sono infatti caratterizzati da macchiettature in colori contrastanti e come vedremo meglio tra poco, sono raccolti in infiorescenze anche molto imponenti, che possono rendere la fioritura di alcune specie altamente spettacolare. Vivono in una varietà di habitat: deserti, arbusteti aridi, pinete, boschi misti, pascoli montani, praterie. Alcune sono alquanto diffuse in un vasto areale, altre sono endemiche di zone ristrette. Sono erbacee perenni, per circa metà delle specie monocarpiche. Queste ultime possono avere un ciclo di vita lunghissimo. Dopo la germinazione, formano una rosetta basale di foglie e possono rimanere in questo stadio anche per decenni, crescendo molto lentamente. Un esempio tipico è la specie tipo, F. carolinensis, che raggiunge la maturità intorno ai trent'anni; al momento della fioritura, sviluppa uno scapo alto anche due metri che culmina con un tirso di 50 o 100 fiori. Dopo la maturazione dei frutti, la pianta madre muore. Di ampia distribuzione in ambienti come le praterie e le savane di gran parte del Nord America centro-orientale, è tuttavia a rischio perché il suo lungo ciclo di vita non le permette di adattarsi ai cambiamenti climatici ed è minacciata sia dalla restrizione dell'habitat sia dalle piante aliene invasive. Ancora più imponente al momento della fioritura è F. speciosa, tanto da esserci guadagnata il soprannome di "monument plant". Anch'essa monocarpica, quando giunge il momento della fioritura sviluppa un scapo alto fino a due metri denso di fiori, anche 600, con corolla verde chiaro o verde argentato con puntinature da viola a verde scuro. E' diffusa nei pascoli montani del Nord America nordoccidentale, dallo stato di Washington al Messico. La fioritura può prodursi ad età diverse, a meno di 10 anni o a più di 40. Per un meccanismo ancora non ben compreso, le piante della stessa area tendono a fiorire tutte insieme, forse per attirare un maggior numero di impollinatori e favorire l'impollinazione incrociata. Altre specie monocarpiche sono F. ackermaniae, F. albomarginata, F. fastigiata, F. paniculata, F. parryi, F. puberulenta eF. umpquaensis. Alcune prima della fioritura producono nuove rosette e si riproducono anche per via vegetativa. Tra le specie perenni che non muoiono dopo la fioritura troviamo la bellissima F. albicaulis, una specie delle montagne degli Stati Uniti nordoccidentali, caratterizzata da lunghe e strette foglie verde glauco con margini bianchi e da una densa pannocchia di fiori da bianco verdastro a lilla pallido, spesso venati o puntinati di viola o blu scuro. In questo genere solitamente dalla rosetta emerge un unico stelo, ma esistono eccezioni. F. neglecta, un endemismo della California meridionale, può emettere uno o più steli, mentre F. gypsicola, endemica del Nevada Great Basin. è munita di un caudice ramificato da cui emergono numerosi sottili steli, che le danno un inconsueto portamento cespuglioso. Peculiare è anche F. coloradensis, un endemismo del Colorado, dove cresce in praterie rocciose e aride; non produce una vera e propria rosetta, ma un ciuffo di sottili foglie lanceolate, da cui al momento della fioritura sviluppa numerosi steli alquanto ramificati e non eretti come le altre specie, ma di portamento divergente.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
November 2025
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