Tra i maggiori illustratori botanici del suo tempo (anzi, di tutti i tempi), l'inglese James Sowerby fu molto di più di un dotato pittore: oltre a collaborare con botanici come L'Héritier de Brutelle, Curtis, Sibthorp, James Edward Smith e molti altri, ideò e in parte scrisse egli stesso opere illustrate monumentali che applicavano la formula di Curtis di testi brevi e accessibili a un pubblico sempre più vasto accompagnate da tavole illustrate di eccezionale qualità artistica e assoluta precisione scientifica; oltre che di piante (ne disegnò quasi 3000), si occupò di funghi, conchiglie, minerali, fossili; fu tra primissimi soci della Geological Society; creò un museo per accogliere gli esemplari che andava disegnando; scrisse di teoria del colore e di minerali; fondò un'impresa familiare, anzi una vera e propria dinastia, attiva nei campi dell'illustrazione scientifica e delle scienze naturali almeno fino alla prima metà del Novecento. Lo ricorda il genere australiano Sowerbaea. Una botanica illustrata per un nuovo pubblico borghese Come abbiamo visto in questo post, la prima tavola di Botanical Magazine (futuro Curtis's Botanical Magazine) si deve alla mano di James Sowerby (1756-1822). Da Curtis, che lo aveva scoperto quasi agli esordi, questo grandissimo pittore apprese la formula che poi avrebbe applicato alle sue successive monumentali opere illustrate: testi brevi e accessibili a un pubblico che si andava sempre più allargando alle classi medie, accompagnati da illustrazioni di estremo pregio estetico unito all'assoluta precisione scientifica. Londinese, Sowerby era nato a Lambeth in una famiglia originaria dello Yorkshire; il padre era uno scalpellino che incideva lapidi. James si iscrisse all'Accademia reale di Londra dove fu allievo del pittore di marine Richard Wright. Inizialmente lavorò soprattutto come insegnante e le sue prime opere furono ritratti e miniature; per renderne gli sfondi più realistici, cominciò a inserirvi piante selvatiche raccolte durante le sue passeggiate suburbane e studiate dal vero. Tuttavia divenne illustratore botanico solo quando William Curtis scoprì il suo talento; il botanico gli trasmise le regole dell'illustrazione scientifica e gli insegnò come osservare e disegnare i particolari distintivi e come disporre nel modo migliore il soggetto. La collaborazione tra i due iniziò con il quinto volume di Flora Londinensis (1777) per il quale Sowerby disegnò e in parte incise una cinquantina di tavole, presumibilmente colorando di sua mano anche un certo numero di copie. Curtis lo coinvolse anche nell'avventura di The Botanical Magazine, per i primi numeri del quale Sowerby disegnò 56 tavole, a partire dalla magnifica illustrazione di Iris persica che inaugura il periodico. E' del 1788 la sua prima opera indipendente, An easy Introduction to drawing Flowers according to Nature, scritto per i suoi allievi di disegno e altri "Young Beginners"; nel 1791 ne comparirà una seconda edizione, sotto il titolo A Botanical Drawing-Book. Nel frattempo però il pittore aveva attirato l'attenzione di altri botanici e naturalisti. Il primo fu L'Héritier de Brutelle che nel 1784 gli commissionò dieci tavole di Stirpes novae; l'artista principale era niente meno che Redouté che Sowerby tornò ad affiancare per altre opere del botanico francese (Sertum anglicum e Geraniologia). Nel 1789 produsse una dozzina di tavole per Hortus kewensis. Lo stesso anno iniziò a collaborare con James Dickson, per il quale tra il 1789 e il 1801 disegnò e incise un centinaio di tavole per i fascicoli 2-4 di Plantarum Cryptogamicarum Britanniæ. Duraturo anche il rapporto con lo zoologo George Shaw, per il quale illustrò Speculum Linneanum (1790) e Zoology of New Holland (1794). Gli si devono anche alcune tavole della spettacolare Flora graeca di Sibthorp. La collaborazione più lunga e duratura fu però quella con James Edward Smith, il fondatore e padre padrone della Linnean Society. Eppure iniziò in sordina. Intorno al 1790, Sowerby decise di fare proprio il vecchio progetto mai realizzato da Curtis di una flora inglese illustrata. Scritta in inglese, e non in latino, avrebbe avuto un taglio divulgativo per rivolgersi a quello stesso largo pubblico che acquistava appassionatamente la rivista di Curtis; i testi sarebbero stati brevi ed essenziali ed ogni pianta sarebbe stata accompagnata da una tavola della massima accuratezza e precisione; dunque le illustrazioni, a ben vedere, avrebbero avuto un ruolo preminente rispetto ai testi. Per quest'ultimi, Sowerby si rivolse appunto a Smith che accettò ma inizialmente chiese di non comparire: temeva che essere accostato, tra l'altro come autore in subordine, a quello che considerava un semplice artigiano avrebbe nuociuto alla sua reputazione scientifica. Così nel frontespizio dei primi tre volumi compare come unico autore James Sowerby. Poi, visto il successo dell'opera e il plauso anche tra gli addetti ai lavori, insistette perché a partire dal quarto volume il suo nome comparisse come autore, e quello di Sowerby come illustratore. Tuttavia, per una forma di giustizia poetica, l'opera continuò ad essere conosciuta come la "Botanica di Sowerby". Il primo volume di English Botany or, Coloured Figures of British Plants, with their Essential Characters, Synonyms and Places of Growth uscì nel 1790. In tutto l'opera comprende 36 volumi, pubblicati in 267 fascicoli mensili nell'arco di 23 anni, cioè fino al 1814. Le immagini, finemente disegnate e incise, stampate in bianco e nero e successivamente colorate a mano, sono 2592; numerose specie vi sono descritte per la prima volta, facendone a lungo la flora della Gran Bretagna più completa. I bellissimi disegni, con i loro colori vividi, insieme ai testi snelli ed essenziali in lingua inglese, gli assicurarono un immediato successo e contribuirono forse come mai nessuna opera precedente a rendere popolare la botanica. L'opera segna anche l'ingresso nelle pubblicazioni botaniche di quella che potremmo chiamare la "premiata ditta Sowerby & figli". Quando frequentava l'Accademia, Sowerby aveva stretto amicizia con un altro studente, Robert De Carle, che lo invitò nella sua casa di Norwich; qui egli conobbe la sorella minore dell'amico, Anne Brettingham De Carle, che presto divenne sua moglie. La coppia ebbe numerosi figli che, in un modo o nell'altro, furono coinvolti nell'enorme impresa del padre e dopo la sua morte, come vedremo meglio più avanti, la portarono a compimento. Minerali ed altre imprese La pur monumentale English Botany non è infatti l'unica opera concepita, illustrata e in alcuni casi scritta da Sowerby padre. In primo, luogo frutto della collaborazione con Smith come autore dei testi e Sowerby come illustratore sono ancora A specimen of the botany of New Holland, il primo libro pubblicato sulla flora australiana (quattro parti, 1793-1795); Icones pictae plantarum rariorum descriptionibus et observationibus, pubblicato privatamente da Smith e ispirato al giardino ricco di esotiche rarità di lady Rockingham. Tuttavia il ruolo di illustratore ormai andava stretto a Sowerby. English Botany non comprendeva i funghi; Sowerby decise di riservare a questi ultimi una pubblicazione specifica, Coloured Figures of English Fungi, che iniziò ad uscire nel 1797 e fu terminata nel 1815, in 32 fascicoli per un totale di 440 tavole. Anche i testi sono di mano di Sowerby, che per studiare meglio il suo soggetto predispose circa 200 modelli tridimensionali di 150 specie di funghi in diversi stadi della loro vita, poi esposti in un'ala della sua casa di Mead Place a Lambeth adibita a museo. Creati a partire dal 1796 ed esposti a partire dal 1803, sono considerati i più antichi modelli di funghi mai realizzati. Con Coloured Figures of English Fungi Sowerby esordisce dunque come naturalista, collezionista e museologo. Figlio di un lapicida, Sowerby era da sempre interessato ai minerali e alle loro mille forme, che come artista gli offrivano uno stimolante e spesso inedito campo di espressione. Con il nuovo secolo, la mineralogia divenne il suo campo di studi privilegiato; all'epoca lo studio dei minerali e delle loro componenti chimiche era appena agli esordi e la seconda opera monumentale di Sowerby, British Mineralogy; or coloured figures […] to elucidate the Mineralogy of Great Britain, per la quale, oltre a disegnare, incidere e colorare le illustrazioni insieme ai suoi figli, scrisse anche i testi, divenne un caposaldo della mineralogia e uno strumento di lavoro indispensabile per decenni. Pubblicata in 5 volumi tra il 1802 e il 1817, contiene 550 illustrazioni stupefacenti per la minuziosa precisione del disegno e i colori brillanti. Sowerby si basò su campioni reali che riceveva e acquistava da ogni parte, spesso anche donati da eminenti scienziati, e poi esponeva nel suo museo. Ancora ai minerali è dedicato Exotic Mineralogy; or Coloured Figures of Foreign Minerals, con 169 tavole, in due volumi (1811-1817), mentre a fossili e conchiglie è dedicato l'altrettanto monumentale The Mineral Conchology of Great Britain (1812-1846), iniziato da Sowerby padre ma largamente opera dei suoi figli. Inoltre l'inarrestabile Sowerby - dal 1793 membro della Linnean Society e dal 1807, l'anno di fondazione, della Geological Society - trovò il tempo di scrivere, oltre ad articoli vari, un trattato sulla teoria dei colori (A New Elucidation of Colours, 1809), che tra l'altro è il primo a fissare come colori primari giallo, rosso e blu, liste di minerali, rocce e strati con i nomi latini e inglesi e un manuale divulgativo di mineralogia e geologia (Familiar Lessons on Mineralogy and Geology). Affari di famiglia James Sowerby morì nella sua casa di Lambeth il 25 ottobre 1822. Di The Mineral Conchology erano apparsi solo i primi fascicoli, e anche English Botany necessitava di un aggiornamento, alla luce dei progressi della sistematica. A occuparsene furono i tre figli maschi di Sowerby che avevano raggiunto l'età adulta, nell'ordine James De Carle (1787-1871), George Brettingham (1788-1854), Charles Edward (1795-1842). Tutti e tre aveva collaborato a English Botany fin da quando furono in grado di tenere in mano una matita e un pennello. Probabilmente erano coinvolte anche le ragazze - Charlotte Anne e Felicia Elizabeth Anne - incaricate di colorare pazientemente a mano le copie delle pubblicazioni, che (lo ricordo) erano stampare in bianco e nero. Mentre Charles Edward (che fu soprattutto un artista botanico) rimase tutto sommato in secondo piano, i due fratelli maggiori ebbero un ruolo trainante nella "seconda stagione" di Sowerby, quella dedicata a minerali e fossili. James De Carle era stato probabilmente il più stretto collaboratore del padre come pittore e incisore, anche se fino alla morte di lui non firmò nessuna tavola. Tra il luglio 1829 e l'aprile 1831, pubblicò un primo supplemento a English Botany costituito da 100 nuove tavole con i relativi testi, scritti da William Jackson Hooker (Smith era morto nel 1828); un secondo supplemento con altre 141 tavole fece seguito tra il giugno 1831 e il gennaio 1835. Erano disponibili sia a colori sia in bianco e nero. Una seconda edizione che integrava questi supplementi, ma aveva testi più concisi, fu pubblicata in dodici volumi tra il 1832 e il 1846 a cura di Charles Edward; nel 1863 cominciò ad uscire un'edizione abbreviata, ma, poiché nel frattempo molte tavole calcografiche si erano deteriorate ed erano state malamente reincise, la qualità delle sue illustrazioni è assai inferiore. James De Carle aveva avuto un'accurata educazione con precettori privati e dimostrò una grande attitudine alla chimica; sembra che in giovanissima età avesse stabilito una classificazione dei minerali basata sulle loro costituenti chimiche, indipendentemente da quella di Berzelius. Era però devoto al padre e le sue competenze chimiche furono messe al servizio delle opere paterne; egli scrisse gran parte dei testi di The Mineral Conchology of Great Britain e di The Genera of recent and Fossil Shells, iniziate da James Sowerby ma portate a compimento da lui e dal fratello George Brettingham. Impegnato in mille lavori non meno del padre, James De Carle illustrò numerose opere di botanica, paleontologia, zoologia. Le sue tavole hanno la medesima qualità di quelle paterne, tuttavia aveva fama di tendere a non rispettare i tempi di consegna. Fu anche lui membro di molte società scientifiche; nel 1838 con il cugino Philip Barnes fondò la Royal Botanic Society and Gardens, di cui fu segretario fino alla morte; per breve tempo fu anche curatore del museo della Geological Society. Insieme al fratello George Brettingham inoltre pubblicò due numeri della rivista The Zoological Journal (1825-26) di cui disegnò gran parte delle tavole. Il campo di elezione di George Brettingham era invece lo studio delle conchiglie, ma anch'egli fu inizialmente strettamente associato alle opere del padre e poi del fratello. Contribuì a molti testi di Mineral Conchology, e, come abbiamo già visto, collaborò strettamente con James De Carle per completare The Genera of Recent and Fossil Shells e nella direzione di The Zoological Journal. In modo indipendente, illustrò diverse opere altrui, scrisse diversi articoli principalmente sui molluschi, descrivendo tra l'altro conchiglie fossili nelle Geological Observations di Darwin. Ma soprattutto scrisse i testi delle due poderose opere concepite dal figlio omonimo, George Brettingham Sowerby II (1812-1844): Conchological Illustrations (2 volumi, 1841) e Thesaurus Conchyliorum (5 volumi, 1847-1887). Quest'ultima coinvolse tre generazioni di Sowerby, venendo completata dopo quarant'anni dall'inizio da George Brettingham Sowerby III (1843-1921). L'opera dei tre George Brettingham Sowerby ebbe un ruolo centrale nello sviluppo della malacologia; complessivamente, essi disegnarono e in molti casi classificarono e nominarono migliaia di specie, anche se non sempre è facile distinguere i contributi dell'uno da quelli degli altri. Con George Brettingham Sowerby II siamo arrivati alla seconda generazione. Meritano di essere ricordati anche il fratello minore Henri, che emigrò in Australia e divenne disegnatore dell'Università di Melbourne; i cugini James II, figlio di James De Carle e autore di The Mushroom and Champignon illustrated, e soprattutto John Edward (1825-1870), figlio di Charles Edward. Egli tornò alla botanica e illustrò una serie di opere divulgative scritte da Charles Johnson e da suo figlio Charles Pierpoint Johnson. La sua unica opera indipendente è An Illustrated Key to the Natural Orders of British Wild Flowers (1865). Altri membri della famiglia continuarono a dare contributi alle scienze naturali. Nelle generazioni più recenti, il più illustre è indubbiamente Arthur De Carle Sowerby (1885–1954) che, figlio di una coppia di missionari in Cina, partecipò diverse spedizioni scientifiche in quel paese, altre ne organizzò in proprio e dedicò diversi libri all'arte e alla natura cinesi. Interrogando il Database of Scientific Illustration (DSI) emergono altri nomi, e tra di essi quelli di alcune illustratrici appartenenti alla famiglia. La più nota è Charlotte Caroline Sowerby (1820–1865), figlia di George Brettingham I e sorella di George Brettingham II; essa fu la principale illustratrice della rivista The Illustrated Bouquet, pubblicata tra il 1857 e il 1864 da Edward George Henderson e da suo figlio Andrew. Alla stessa rivista collaborò con qualche tavola anche sua cugina Judith, figlia di James De Carle. mentre alcune tavole di un'altra cugina, Ellen (ca. 1810-1863), comparvero sull'Edwards Botanical Register tra il 1828 e il 1832. Anche nelle generazioni più recenti troviamo illustratici di questa famiglia di artisti: poiché George Brettingham Sowerby III era daltonico, fu sua figlia (non sono riuscita a scoprirne il nome) a colorarne le opere; Amy Millicent Sowerby (1878-1967) fu una celebre illustratrice di libri per l'infanzia. Sua sorella Githa Sowerby (1876-1970) fu invece una drammaturga, femminista e membro della società Fabiana. Complessivamente sono 14 i membri della famiglia Sowerby che scrissero e/o illustrarono più di 100 opere di botanica, mineralogia, paleontologia e zoologia. Profumo di vaniglia dall'Australia Nonostante la spocchia classista che gli aveva inizialmente impedito di presentarsi come coautore di English Botany, Smith nutriva grande stima per James Sowerby, che col tempo dovette trasformarsi in amicizia (nonostante il carattere chiuso e ombroso del botanico). Ce lo dicono anche le parole con cui gli dedicò il genere Sowerbaea, sebbene vada sottolineato che l'omaggio non venne subito, ma dopo quasi dieci anni di collaborazione e quando ormai Sowerby era stato ampiamente riconosciuto dall'establishment scientifico britannico anche come autore. Ecco dunque come si espresse Smith all'atto della dedica (1798): "In onore di James Sowerby, membro della Linnean Society, uomo assai amichevole, botanico egregio, pittore ottimo, acutissimo studioso dei funghi britannici". Sowerbaea è un piccolo genere di erbacee endemiche dell'Australia, oggi assegnato alla famiglia Asparagaceae (in passato fu incluso nelle Anthericaceae e nelle Liliaceae). Hanno radici fibrose, talvolta rizomatose, da cui emergono ciuffi di foglie da lineari a filiformi d'aspetto erbaceo. I fiori, portati su uno scapo più o meno robusto, sono raccolti in grappoli o umbelle; hanno sei tepali a stella, da bianchi a lilla, con una singola nervatura centrale, persistenti e cartacei quando appassiscono, tre stami con antere libere; in alcune specie sono presenti tre staminoidi. Il frutto è una capsula trilobata. La specie più nota (e anche la prima ad essere descritta) è S. juncea, nativa delle aree costiere dell'Australia orientale, dal Queensland sud orientale al Victoria; è presente anche in Tasmania. Cresce in terreni sabbiosi umidi e occasionalmente saturi d'acqua. In inglese è chiamata Vanilla lily, perché i suoi fiori lilla-malva profumano di vaniglia; è resa attraente anche dalle sottili foglie lineari verde-blu. È invece originaria dell'Australia occidentale S. laxiflora, caratterizzata da fiori più piccoli, ma raccolti molto numerosi in un'ombrella lasca; hanno tepali rosa-malva che contrastano piacevolmente con i lunghi stami giallo vivo. Attraente anche il fogliame grigio verde. Mentre da noi sono praticamente sconosciute, in Australia sono apprezzate piante da giardino, in particolare S. juncea, di cui sono state anche selezionate alcune cultivar come ‘Wonder Grass’, caratterizzata da habitus compatto e ricca fioritura.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
September 2024
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