Tra i principali collaboratori di diverse riviste illustrate di botanica che nei primi anni dell'Ottocento fecero conoscere al pubblico britannico moltissime piante esotiche, uno dei più attivi fu John Bellenden Ker Gawler; grande esperto di Iridaceae e più in generale di bulbose, non era però un botanico di professione e nell'alta società inglese era noto soprattutto per l'eleganza del vestire, lo spirito ironico e gli affari di cuore. Era insomma un tipico dandy. Nato John Gawler, ottenne di cambiare nome in Bellenden Ker nella speranza di succedere a un nobile cugino; è per questo che il suo nome d'autore è Ker Gawl. Basato invece sul nome acquisito è il genere che lo celebra, Bellendena, Pettegolezzi mondani... Capita molto spesso di imbattersi in nomi di generi e specie seguiti dalla sigla Ker Gawl.; mi ero così figurata che dietro quel doppio nome ci fosse un eminente cattedratico o perlomeno un severo tassonomista che dividesse la sua vita tra lettura di testi di botanica e l'analisi di esemplari d'erbario. Niente di più di lontano dalla realtà. Nella biografia nazionale britannica, il personaggio è sì definito botanico, ma subito dopo wit, and man of fashion, che potremmo tradurre "buontempone e uomo alla moda". Infatti, se nei circoli della botanica il nostro John Bellenden Ker Gawler (1764-1862) era noto come sommo esperto di Iridaceae, nell'alta società a far parlare di lui erano piuttosto la sua lingua tagliente, i suoi scherzi talvolta di dubbio gusto, i liberi costumi amorosi e il vestire elegante. A noi posteri si presenta ancora bambino in un doppio ritratto firmato da sir Joshua Reynolds, noto come Schoolboys, "gli scolari". Sulla destra c'è un bimbo bruno, il fratello minore Henry Gawler, sulla sinistra un bimbo castano, che con la mano destra accarezza un cane e sotto il braccio sinistro tiene un libro. E' il protagonista di questa storia. All'epoca avrà avuto forse dieci anni (la data del doppio ritratto non è nota) e si chiamava ancora John Gawler. Il padre omonimo, John Gawler di Ramridge House nello Hampshire, era avvocato dell'Inner Temple, ed aveva sposato Caroline Bellenden, figlia maggiore John Ker, terzo barone Bellenden. Mentre il fratello seguì le orme paterne e divenne a sua volta un eminente legale, John intraprese la carriera militare. Entrò nel secondo reggimento della guardia; nel 1790 fu nominato capitano e nel 1793 capitano anziano. Ma subito dopo fu costretto a dare le dimissioni. Secondo le cronache, la causa fu uno scherzo sconsiderato. Il compito dei reggimenti della guardia era (ed è) garantire la protezione del sovrano e degli edifici reali; all'epoca era costume che ogni volta che il re passava sotto l'arco delle guardie a cavallo del palazzo di Westminster, al comando dell'ufficiale di servizio quattro trombettieri suonassero le loro trombe. Il capitano Gawler di nascosto riempì le trombe dei suoi trombettieri con la mollica di quattro panini; quando transitò la carrozza del re, essi diedero fiato agli strumenti, ma non si udì alcun suono. Allora il capitano gridò: "Soffiate, canaglie, soffiate!". Essi lo fecero, scatenando una tempesta di mollica. La vera ragione dell'allontanamento di Gawler era però un'altra. Erano gli anni della rivoluzione francese e il giovane ufficiale aveva posizioni politiche radicali, al punto di frequentare il club repubblicano Society for Constitutional Information. Ciò provocò le rimostranze di altri ufficiali che furono di fatto accolte dal comandante, costringendo Gawler alle dimissioni. Forse lo scherzo, se davvero ci fu, fu il suo modo per protestare e celebrare clamorosamente la sua uscita di scena. La simpatia per la rivoluzione non impediva tuttavia a Gawler di aspirare ad un titolo nobiliare. Su istanza della madre e con il favore del detentore del titolo, il cugino William Bellenden-Ker, 4° duca di Roxburgh e 7° Lord Bellenden, nel 1804 egli chiese e ottenne dal re il permesso di assumere il nome Ker Bellenden invece di Gawler; anche se il cugino lo favorì in tutti i modi e gli affidò la gestione dei suoi beni, alla sua morte senza eredi nel 1805 si aprì un contenzioso e dopo diversi anni la Camera dei lord si pronunciò a favore di un lontano cugino, James Innes-Ker. Non fu la sola cause célèbre che vide coinvolto il nostro. Benché già sposato e padre di un figlio, intorno al 1793 iniziò una relazione con Anne Courtenay, moglie di George Annesley lord Valentia, che nel 1796 gli intentò causa per "conversazione criminale" (ovvero adulterio) con la moglie. Il tribunale giudicò Gawler colpevole e lo condannò a pagare a lord Valentia 2000 sterline di danni ; questi ne aveva richieste 10.000. Una somma tanto inferiore fa pensare che la giuria ritenesse che il nobile (notoriamente omosessuale) avesse tollerato se non incoraggiato la relazione. Nel 1799 egli ottenne la separazione, ma non il divorzio dalla moglie, che continuò ad essere legata a Gawler fino alla morte e ne ebbe diversi figli. E pubblicazioni botaniche Insomma, Bellenden Ker era uno dei tipici dandy della società della Reggenza: un raffinato uomo alla moda ma anche un individualista provocatorio che rifiutava le regole. Eppure fin dall'inizio del nuovo secolo aveva cominciato ad occuparsi seriamente di botanica. A partire dal 1801 su The Botanist's Repository di Andrews iniziò ad uscire anonima la sua Recensio Plantarum, ovvero una rassegna delle piante illustrate nella rivista; collaborò anche saltuariamente con il Botanical Magazine di Curtis, scrivendo la descrizione di alcune piante di nuova introduzione. Quando a Curtis subentrò Sims, questa collaborazione occasionale divenne permanente, e per qualche anno egli fu l'autore - ora palese - della maggior parte dei testi del Curtis's Botanical Magazine. Molte piante da lui descritte provenivano dal Sudafrica, un'area particolarmente ricca di bulbose. Fu così che egli cominciò ad approfondire lo studio delle Iridaceae e nel 1804 pubblicò negli Annals of botany diretti da Sims e König un'importante memoria intitolata Ensatorum ordo (ordine degli ensata, ovvero delle piante con foglie a forma di spada) firmato John Bellenden Gawler, armigero (ovvero militare, anche se ormai non lo era più), in cui, seguendo Jussieu e de Candolle, il botanico inglese abbandona il sistema linneano a favore del sistema naturale. Il saggio inizia con i caratteri generali dell'ordine (ovvero, in termini attuali, della famiglia), quindi prosegue con l'esame dettagliato dei caratteri dei 26 generi ad esso attribuiti. Ben dieci sono istituiti per la prima volta e, a dimostrazione dell'alta qualità del lavoro di Ker, sei sono tuttora validi; si tratta, in ordine di apparizione, di Geissorhiza, Hesperantha, Sparaxis, Tritonia, Melasphaerula, Babiana. Nel 1812, quando Sydenham Edwards ruppe con Sims per fondare la rivista rivale Botanical Register, Ker lo seguì e ne divenne il primo editore, incarico che mantenne fino al 1823 quando gli subentrò Lindley. Libero dagli impegni editoriali, nel 1828 pubblicò a Bruxelles un'edizione ampliata del saggio sulle Iridaceae sotto il titolo Iridearum Genera cum Ordinis Charactere Naturali, Specierum Enumeratione Symonymisque. L'impostazione generale rimane invariata, ma i caratteri della famiglia e dei singoli generi sono maggiormente approfonditi; i generi trattati sono ora 30, con l'aggiunta soprattutto di generi australiani pubblicati nel frattempo; le specie, nell'edizione precedente solo elencate e accompagnate da una referenza iconografica, sono ora corredate da sinonimi e referenze bibliografiche; l'opera inoltre si arricchisce di un glossario. Anche se nei vent'anni che gli rimanevano da vivere pubblicò ancora occasionalmente qualche articolo su riviste di giardinaggio, è la sua ultima opera importante di botanica. Ora infatti il suo interesse sia era rivolto all'archeologia, all'etnografia e alla linguistica. Si dedicò in particolare alla ricerca e allo studio delle filastrocche o nursery rhymes; basate su giochi di parole, onomatopee e parole curiose, spesso apparivano incomprensibili o prive di senso. Secondo Ker, ciò era dovuto al fatto che risalivano ai tempi precedenti l'invasione normanna e il loro vero significato era stato dimenticato. Esso poteva essere recuperato sostituendo alle parole dell'inglese moderno quelle dell'antico sassone, che a suo parere poteva essere ricostruito grazie all'olandese del XVI secolo, ad esso ancora molto vicino. A partire da questa teoria, tra il 1835 e il 1842 pubblicò il vasto An Essay on the Archæology of Popular English Phrases and Nursery Rhymes, in due volumi più due supplementi. Il risultato è sconcertante, e forse il commento migliore è quello di William Henry Whitmore: "le opinioni divergono se sull'argomento fosse semplicemente pazzo o se stesse perpetrando uno scherzo elaborato". Conoscendo il personaggio e i suoi trascorsi, la seconda ipotesi non è da scartare. Anche il figlio maggiore di Ker, Charles Henry Bellenden Ker, avvocato e riformatore della legislazione britannica, si interessò alle piante. Fu uno dei primi collezionisti privati di orchidee e pubblicò una serie di articoli su esse in Gardener's Chronicle. Curò inoltre la pubblicazione di Icones plantarum sponte China nascentium (1821) basata su disegni cinesi raccolti da A.E. van Braam-Houckgeest durante un'ambasceria della VOC in Cina (1794-1795) . Un'antica pianta dalla Tasmania È sufficiente sfogliare Plants of the Word on line, il data base pubblicato a cura dei Kew Gardens, per cogliere l'ampiezza del lavoro di tassonomista di Ker. Gli si devono 25 generi, 15 dei quali validi. Oltre a quello già citati pubblicati in Ensatorum ordo, si tratta di Eucrosia, Griffinia, Aspidistra, Chlorophytum, Ophiopogon, Tupistra, Lophiola, pubblicati sulle varie riviste cui collaborò. Quanto alle specie, sono più di 700, oltre 170 delle quali accettate. Numeri che illustrano, oltre all'importanza del lavoro di questo botanico, quella del riviste illustrate britanniche del primo Ottocento, principale veicolo di pubblicazione di centinaia di specie esotiche. E quando si trattava di piante, il burlone Ker non scherzava. E certamente i suoi meriti botanici erano ben riconosciuti, come dimostrano i due generi che gli furono dedicati da altrettanti colleghi. Uno non è più accettato: si tratta di Bellendenia (Iridaceae, sinonimo di Tritonia), dedica di Endlicher ripresa da Rafinesque. E' invece valido Bellendena, dedica di Robert Brown che gli rende giusto merito con le seguenti parole: "Il nome di questo genere onora John Bellenden Ker, i cui meriti botanici sono attestati da un eccellente saggio sugli Ensata, pubblicato in Annals of Botany, e dalle sue elaborate disquisizioni sui generi di questa e altre famiglie di monocotiledoni pubblicati sui più recenti numeri di Botanical Magazine". Bellendena è un genere monospecifico della famiglia Proteaceae, rappresentano unicamente da B. montana, un arbusto endemico della Tasmania, dove cresce in ambiente alpino sopra a 1000 metri di altitudine, in terreni poveri di nutrienti. Di crescita assai lenta, può raggiungere 1.8 metri di altezza, ma anche rimanere molto più basso, e forma cespugli assai ramificati; le foglie sono molto variabili: le piante della Tasmania nordorientale le hanno più strette, mentre quelle delle altitudini maggiori sono più piccole e disposte in modo più compatto. I fiori bianchi o rosati sono raccolti in racemi terminali portati su brevi rami al di sopra del fogliame; sono seguiti da piccoli frutti obovati rossi o gialli, che maturano alla fine dell'estate o dell'autunno. E' una pianta molto attraente, ma raramente coltivata perché mal si adatta a crescere in ambienti non montani. All'interno della famiglia delle Proteaceae, è considerato uno dei generi più antichi. Infatti condivide alcune caratteristiche con le Platanaceae (la famiglia più prossima alle Proteaceae), ma con nessuna altra Proteacea.
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CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
October 2024
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