Allievo preferito del celebre botanico sistematico Adolf Engler, Ludwig Diels ne divenne assistente e successore. Resse il Museo e l'orto botanico di Berlino in anni difficili, dall'inizio degli anni '20, quando ancora si facevano sentire le conseguenze della Prima guerra mondiale, alla fine del secondo conflitto, passando per gli anni del nazismo. Con il regime ebbe una relazione ambigua, forse l'unica possibile per chi non volesse prendere la strada dell'esilio, magari nell'intento di salvare il salvabile dell'istituto. Intento inutile: tra le vittime della guerra, va infatti annoverata anche la gloriosa istituzione, totalmente distrutta prima dalle bombe poi dai combattimenti della battaglia di Berlino. Prostrato dal dolore, Diels morì pochi mesi dopo. L'importanza del suo contributo alla sistematica e alla fitogeografia è sottolineata dai ben 12 generi che gli furono dedicati, sei dei quali accettati. Due li condivide con altri botanici e li abbiamo già incontrati. E' ora di conoscere gli altri quattro. ![]() La carriera di un botanico: la formazione Nella notte del 1 marzo 1943 il quartiere Dahlem di Berlino fu pesantemente bombardato dagli alleati. Una bomba al fosforo colpì il Museo botanico, collocato nelle adiacenze dell'orto botanico; al mattino lo spettacolo era devastante: l'intera ala orientale era bruciata, e con essa erano andati in fumo la biblioteca e gran parte dell'erbario. L'incendio si era propagato alla parte centrale, distruggendo uffici e laboratori; si erano salvati solo i sotterranei e l'ala occidentale. Per capire la portata del disastro, bisogna ricordare che il Museo botanico di Berlino-Dahlem era una delle istituzioni botaniche più importanti del mondo, con circa 4 milioni di esemplari d'erbario. All'inizio della guerra erano stati spostati in luoghi sicuri l'erbario di Willdenow e la collezione di crittogame, ma il resto era ancora nell'edificio. Solo gli esemplari collocati nelle zone non toccate dall'incendio si salvarono, forse circa un dieci per cento del totale. La portata del disastro fu così espressa dal botanico statunitense Merrill: "La perdita dell'erbario di Berlino è una catastrofe di dimensioni maggiori nel mondo della botanica [...]. Questo erbario, uno dei più grandi e più importanti del mondo, conteneva le collezioni storiche di base della Germania, eccetto quelle di Monaco. Migliaia e migliaia di esemplari tipo provenienti da tutte le parti del mondo sono andati distrutti". Nei mesi successivi, frammenti di bombe danneggiarone le serre (anch'esse tra le più grandi e importanti del mondo), dove già molte delle piante più delicate erano perite per l'impossibilità di provvedere al riscaldamento. Durante la battaglia di Berlino (16 aprile - 2 maggio 1945), una batteria di obici fu collocata proprio di fronte all'orto botanico che durante gli ultimi giorni della disperata resistenza della Wehrmacht si trasformò letteralmente in un campo di battaglia con le aiuole sventrate dalle trincee e dai carrarmati. Dopo la resa, della gloriosa istituzione non rimaneva quasi nulla. Il giardino stesso passò sotto amministrazione alleata e nelle sue aiuole invece di fiori si coltivarono patate e altri verdure. Al direttore del Museo e dell'orto botanico, (Friedrich) Ludwig (Emil) Diels (1874-1945) toccò di assistere impotente a tanta distruzione. Tra gli esemplari bruciati nel raid, c'erano anche quelli che aveva raccolto lui stesso in Sudafrica, in Australia, in Ecuador. Non resse al colpo: sarebbe morto poco dopo la fine della guerra, nel novembre 1945. Aveva diretto l'istituzione per un ventennio, in tempi difficili, e in un certo senso era egli stesso un'istituzione. Ludwig Diels proveniva da una famiglia di intellettuali; il padre Hermann Alexander Diels era un illustre filologo classico, celebre per aver pubblicato i frammenti dei filosofi presocratici; uno dei suoi fratelli, Otto Diels, nel 1950 avrebbe vinto il Nobel per la chimica. Ludwig nacque ad Amburgo, ma la famiglia si trasferì a Berlino nel 1882 quando il padre ottenne la cattedra all'università Humboldt, e nella capitale compì tutti i suoi studi. Interessato alle scienze naturali fin dall'infanzia, si iscrisse alla facoltà di scienze naturali dell'università Humboldt dove studiò geografia con von Richthofen e botanica con Adolf Engler, e affinò le sue capacità di ricerca sul campo con spedizioni in Germania, soprattutto nelle Alpi. Determinante fu l'influsso di Engler che, oltre ad insegnare botanica, era il direttore del Museo e dell'orto botanico. Pioniere della fitogeografia e creatore di un influente sistema di classificazione naturale, egli indirizzò Diels verso questi campi di ricerca e gli aprì l'accesso alle collezioni del Museo. Basandosi su di esse e sulla corrispondenza con botanici neozelandesi, nel 1897 Diels si laureò con una tesi sulla flora della Nuova Zelanda (Vegetations-Biologie von Neu‑Seeland). Allo stesso anno risalgono i suoi primi articoli su "Botanische Jahrbücher für Systematik", la rivista diretta da Engler, dedicati principalmente alle flore africana e cinese. Negli anni successivi, Diels collaborò strettamente con il suo maestro, con il quale scrisse la trattazione delle Combretaceae e delle Annonaceae della monumentale serie Monographien Afrikanischer Pflanzen-Familien und -Gattungen. Inoltre scrisse la trattazione delle felci Eufilicineae di Die natürlichen Pflanzenfamilien, diretta da Engler e Prantl. Nel 1900 ottenne l'abilitazione e fu assunto al Museo come assistente. Egli desiderava studiare la flora della Nuova Zelanda sul campo e sottopose un progetto di spedidizone alla fondazione Humboldt, che decise di finanziarlo. Così, come ho raccontato in questo post, al quale rimando per la spedizione, tra il 1900 e il 1902 visitò insieme all'amico Ernst Pritzel il Sudafrica e l'Australia, raccogliendo un numero impressionante di campioni d'erbario. ![]() La carriera di un botanico: dai successi alla catastrofe Dopo il ritorno dall'Australia, la carriera di Diels proseguì in modo brillante. Il primo compito fu pubblicare insieme a Pritzel le raccolte australiane in Fragmenta Phytographiae Australiae Occidentalis (1904-05). Risale al 1906 la pubblicazione di Die Pflanzenwelt von West-Australien südlich des Wendekreises, considerato il suo capolavoro, in cui descrisse in dettaglio la vegetazione, le formazioni ecologiche e la distribuzione geografica delle piante dell’Australia occidentale. Si tratta della prima descrizione scientifica completa della vegetazione di quell'area. Lo stesso anno pubblicò la trattazione delle Droseracae in Das Pflanzenreich di Engler, seguita nel 1910 da quella delle Menispermaceae. Nel 1906 divenne professore associato dell'Università di Marburg, dove si trasferì con la moglie Gertrud Biesenthal. Gli otto anni successivi furono di felicità familiare (la giovane coppia ebbe tre figli, un bimbo e due bimbe) e di intenso lavoro, dedicato sia alla sistematica sia allo studio dell'interessante flora dell'Hangelstein, un rilievo non lontano da Gießen. Diels pubblicò inoltre diversi articoli sulle piante raccolte in Cina da Forrest (Plantae Forrestianae, 1911-1913). Ma già nel 1914 tornò a Berlino, per prendere il posto di Urban come assistente direttore del Museo e dell'orto botanico. Una ferita riportata durante un'escursione sulle Alpi gli risparmiò la partecipazione alla Prima guerra mondiale. Nel 1921, in seguito al pensionamento di Engler, gli succedette come professiore di botanica sistematica e direttore del Museo e del giardino; nel 1928 ottenne il titolo di direttore generale che avrebbe conservato fino alla morte. Raccolse l'eredità di Engler anche come direttore di "Botanische Jahrbücher für Systematik", Syllabus der Pflanzenfamilien e Das Pflanzenreich. Non era un periodo facile. In seguito alla sconfitta nella guerra, la Germania aveva perso tutte le colonie, mettendo di fatto fine alle spedizioni botaniche organizzate dal Museo di Dahlem; la crisi economica aveva ridotto anche i finanziamento per l'orto botanico, portando a un'importante riduzione del personale. I fondi erano però ricchissimi e fornirono abbondanti materiali a Diels per i suoi studi sulla flore dell'Africa, della Nuova Guinea e delle isole del Pacifico. Come direttore del Museo, promosse la riorganizzazione dell'erbario secondo criteri più moderni e sotto la sua guida l'istituzione mantenne il suo ruolo centrale per la sistematica e la fitogeografia. Diels era certamente il botanico tedesco più noto all'estero; membro o membro corrispondente di molte società scientifiche in Europa, Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti, nel 1930, in occasione del congresso internazionale di botanica, svoltosi a Cambridge, ricevette la laurea honoris causa. Nel 1933, combinandolo con un tour di conferenze negli Stati Uniti, intraprese una spedizione in Ecuador, dove esplorò in particolare la zona amazzonica e la regione vulcanica del Mera. I risultati furono pubblicati in Beiträge zur Kenntnis der Vegetation und Flora von Ecuador (1937). Fu forse la sua ultima gioia. Alla perdita del figlio in un incidente aereo si sommò l'angoscia per la situazione politica. Diels non simpatizzava con il nazismo; molte fonti lo descrivono come distaccato e critico. Non prese mai la tessera del partito, né mai si espresse a favore del regime. Allo stesso tempo, come funzionario di un'istituzione che dipendeva dallo Stato, mantenne il suo posto, forse grazie al suo enorme prestigio internazionale. Probabilmente, come molti accademici del tempo, adottò una posizione di conformismo passivo, senza esporsi né a favore né contro. Quando dal museo e dall'orto botanico furono allontanati botanici e collaboratori di sinistra o ebrei, non prese le loro difese e non si oppose. Nel settembre 1944, ricevette dal Führer la medaglia Goethe per le arti e la scienza; tuttavia il riconoscimento non era necessariamente segno di adesione al regime: spesso era conferito per meriti scientifici anche a figure non allineate che davano prestitigio al Reich. Potrebbe essere proprio il caso di Diels, che come si è visto era il botanico tedesco più noto e prestigioso. Quell'anno compiva 70 anni, ed era psicologicamente provato dalla distruzione dell'erbario, al quale aveva ampiamente contribuito con le sue raccolte e che aveva studiato per una vita intera. La storia gli avrebbe imposto anche la distruzione totale del giardino, Ora vi riposa, in una tomba sormontata da un semplice cippo in pietra con il nome e le date di nascita e di morte, coronato di edera e circondato da felci e piante verdi. ![]() Una costellazione di generi per un grande botanico Durante la sua carriera, Diels pubblicò più di 3000 taxa, diede contributi essenziali alla sistematica di numerose famiglie e alla conoscenza delle flore di varie parti del mondo (dall'Australia alla Cina, dall'Africa alla Papuasia, dalle Alpi all'Amazzonia); si occupò di varie questioni di morfologia vegetale e di geografia delle piante, studiando la distribuzione, i confini dei regni floristici, la formazione e l'ecologia delle comunità vegetali. Accanto a quello fondamentale sulla flora dell'Australia occidentale, i suoi studi più originali e stimolanti sono quelli sull'adattamento di forme filogeneticamente acquisite, sulla relazione tra forme giovanili e mature, sulla distribuzione e la filogenesi delle specie delle foreste decidue. Non stupisce che un lavoro tanto profondo e tanto esteso abbia lasciato ampie tracce nella nomenclatura botanica. Sono quasi 150 i taxa che lo ricordano con l'eponimo dielsii (vorrei ricordare almeno l'australiano Eucalyptus dielsii e l'orchidea ecuadoregna Andinia dielsii) e circa altrettanti con l'eponimo dielsianus (dalla cinese Berberis dielsiana all'australiana Grevillea dielsiana), Quanto ai generi che lo onorano, sono non meno di 12, non un record ma quasi. Ne abbiamo già incontrati due, che condivide con altri botanici: Dielitzia, con l'amico e compagno di viaggio Ernst Pritzel; Friesodielsia con Robert Fries. Ad essi si aggiungono in ordine di apparizione il non valido Dielsina (1903, da Kuntze, famiglia Annonaceae); Dielsia (famiglia Restionaceae), dedicatogli da Gilg nel 1904; Dielsiocharis (famiglia Brassicaceae), dedica di O.E.Schulz, 1924;: un altro Dielsia, ovviamente non valido (è sinonimo di Isodon, Lamiaceae), dedicatogli da Kudo nel 1929; Dielsiochloa Pilg. (Poaceae, 1943), non valido; Dielsantha (Campanulaceae), dedica di Wimm, 1948; Dielsiothamnus (Annonaceae), dedica di Fries, 1955; il non accettaato Dielsiris, dedica di Crespo e altri, 2015. Indirettamente lo ricordano anche Neodielsia Harms e Sinodielsia H.Wolff, nessuno dei due valido. Non accettato anche il genere di funghi Dielsiella. Veniamo ora ai quattro generi accettati che lo celebrano da solo. Tutti piccolissimi (cinque specie in totale) ci faranno fare il giro del mondo, a ricordare l'estensione anche geografica delle ricerche di Diels. Dielsia fu pubblicato da Ernest Friedrich Gilg, all'epoca curatore del Museo botanico e uno dei principali collaboratori di Engler, nell'ambito di Fragmenta Phytographiae Australiae Occidentalis di Diels e Pritzel; costituisce dunque una sorta di riconoscimento del passaggio di testimone alla nuova generazione di botanici del Museo. Appartenente alla famiglia Restionaceae e assai vicino a Restio, comprende una sola specie, D. stenostachya, raccolta da Pritzel lungo lo Swan River. Endemico dell'Australia occidentale, è un'erbacea perenne che cresce nelle pianure stagionalmente allagate ai margini di zone umide. E' caratterizzato da crescita compatta (circa mezzo metro) e da fiori rosa. Ci porta invece nell'Asia centrale e sui monti dell'Iran settentrionale Dielsiocharis (Brassicaceae); di apetto simile al nostro alisso, riunisce due specie di piante rupicole dai bellissimi fiori gialli; la seconda parte del nome si riferisce infatti alle Chàrites, ovvero alle Grazie, dee della bellezza. Otto Eugen Schultz lo pubblicò nel vol. 86 di Das Pflanzenreich (Cruciferae-Sisymbrieae) con la semplice frase "Dedicato in onore del famosissimo botanico berlinese Ludwig Diels". All'epoca comprendeva una sola specie, D. kotschyi, che vive sulle rupi dei monti Elbruz tra Iran settentrionale e Turkemenistan. Raramente coltivata benché bellissima, si dice abbia deluso più di un cacciatore di piante perché è difficilissimo arrampicarsi sulle rupi scoscese che sono il suo habitat naturale. All'inizio del nostro secolo è venuta ad aggiungersi D. bactriana, precedentemente Arabidopsis bactriana; rarissimo, è noto praticamente solo da esemplari di erbario raccoltisui monti Kugifrush in Tagikistan. E' invece africano Dielsantha ("fiore di Diels"), dedica dello specialista di Lobelioidee Franz Elfried Wimmer; si tratta nuovamente di un genere monotipico, costituito unicamente da D. galeopsoides; il giovanissimo Diels l'aveva pubblicata come Lobelia galeopsoides nel lontano 1899. Nativa dell'Africa tropicale occidentale (Nigeria, Camerun, Congo-Brazzaville, Guinea equatoriale, Gabon, isole del golfo di Guinea) è un'erbacea gracile, con fiori tubolari da viola a lilla. Veniamo infine a Dielsiothamnus (famiglia Annonaceae), altro genere africano monotipico. La sua unica specie D. divaricatus anche in questo caso era stata inizialmente pubblicata da Diels, come Uvaria divaricata. Diffuso in Tanzania, Malawi e Mozambico, è un arbusto o un alberello con rami giovanili vellutati, foglie da glabre a pubescenti, fiori con sepali vellutati all'esterno, pelosi e grigiastri all'interno e petali giallo-brunastri. I frutti, cilindrici, dapprima verdi, poi gialli a maturazione, sono oleosi e presumibilmente non commestibili.
0 Comments
Leave a Reply. |
Se cerchi una persona o una pianta, digita il nome nella casella di ricerca. E se ancora non ci sono, richiedili in Contatti.
CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
July 2025
Categorie
All
|