Nel 1772 Banks invia in Sud Africa il primo raccoglitore ufficiale dei Royal Botanic Gardens di Kew. Il successo straordinario della sua missione (con centinaia e centinaia di nuove specie, molte delle quali faranno presto a uscire dalle serre reali per fiorire nei giardini e sui balconi dei comuni mortali) segna una rivoluzione nella storia del giardinaggio e apre la via ai cacciatori di piante che verranno dopo di lui. Affascinato dalle straordinarie capacità di adattamento delle succulente, egli gradì sicuramente l'omaggio della bella e curiosa Massonia. Una rivoluzione in giardino In giardino, la rivoluzione inizia il 30 ottobre 1772. Chiudete gli occhi e immaginate: niente gerani a finestre e balconi, nessuna erica nana a portare colore nelle fioriere invernali; non c'è l'azzurro di Lobelia erinus e dell'agapanto né il viola del Mesembryantemum in quelle estive; nessuno coltiva gardenie, né calle (o meglio Zantedeschia ethiopica), né Amaryllis né Strelitzia né Crassula né Stapelia, e tanto meno Kniphofia, Ixia o Protea. Quel giorno inizia la rivoluzione sudafricana in giardino. A metterla in moto è Francis Masson. Appena sbarcato al Capo di Buona Speranza dalla Resolution, la nave del secondo viaggio di Cook, Masson è qui per raccogliere piante "per il re e la nazione" e fare dei nuovi giardini reali, i Royal Botanic Gardens di Kew, i più belli e ricchi del mondo. A spedirlo in Sud Africa è stato Joseph Banks, che, di passaggio sulla rotta di ritorno dell'Endeauvour, ha potuto gettare solo uno sguardo a quello scrigno di tesori vegetali, quanto basta per coglierne tutte le potenzialità. Il viaggio di Masson è nuovo nel suo genere: non è una spedizione scientifica, il suo scopo non è raccogliere esemplari da erbario, da essiccare e studiare, ma semi, bulbi, se possibile piante vive da mandare in Inghilterra per essere moltiplicate e coltivate. Masson è un cacciatore di piante, il primo raccoglitore ufficiale dei Kew Gardens. Infatti non è un botanico, ma un giardiniere. In Sud Africa si tratterà tre anni, dal 1772 al 1775, e, grazie al suo fiuto, alla dedizione al lavoro, e a due incontri fortunati, metterà insieme una collezione di centinaia e centinaia di nuove specie. Si calcola che nella sua vita abbia ne abbia scoperte un migliaio e ne abbia introdotte in coltivazione non meno di 500; e la stragrande maggioranza è di origine sudafricana. Il primo viaggio nella natura sudafricana, e il primo incontro, risalgono al dicembre del 1772, quando, in compagnia di Franz Pehr Oldenburg, un soldato svedese al servizio della Compagnia olandese delle Indie Orientali, con un carro tirato da buoi, attraversa la pianura a est di Cape Town fino a Stellenbosch, allora un nuovo piccolo insediamento di 30 case. Scalano quindi le montagne del massiccio del Kogelberg, la cui ricchezza vegetale lo lascia stupefatto (oggi quest'area ospita un parco nazionale e conta non meno di 2000 specie). Al ritorno da questa spedizione, che è durata circa sei settimane (e sarà una piccola escursione rispetto a quelle che la seguiranno), avviene il secondo incontro, con un altro svedese: l'allievo (e apostolo) di Linneo Carl Peter Thunberg; della loro amicizia e delle due grandi spedizioni che intraprendono insieme si è già parlato in questo post. La strana coppia a partire dal settembre 1773 esplora tra l'altro il Namaqualand, che estasia Masson per il contrasto tra l'ambiente apparentemente inospitale e le fioriture esplosive: "Tutto il paese offre uno splendido campo d'azione per i botanici, è smaltato dal più gran numero di fiori che io abbia mai visto, di squisito profumo e bellezza". E' durante questo viaggio (che durerà 4 mesi e mezzo, per un totale di 2300 km), mentre esplorano il Piccolo Karoo, che Masson si imbatte in una curiosa Cycadacea (oggi la conosciamo come Encephalartos altensteinnii); raccoglie un po' di semi e alcune plantule; una riuscirà a sopravvivere e, inviata a Kew, è ancora oggi una delle glorie di quei giardini, pubblicizzata come "la pianta in vaso più vecchia del mondo". L'ultimo viaggio, a partire dal settembre 1774, li porterà invece a nord verso il Floral Kingdom e il Grande Karoo, un deserto inospitale dove non di meno raccolgono più di 100 piante ignote alla scienza. Nella primavera del 1775, poche settimane dopo la partenza di Thunberg per il Giappone, Masson fece ritorno in Inghilterra. Aveva compiuto egregiamente la missione affidatagli da Banks tre anni prima: i giardini reali si erano arricchiti di colpo di quasi 400 piante, e Kew poteva ormai vantare il primato tra gli orti botanici europei; in pochi anni, molte di quelle specie si sarebbero diffuse nei giardini e sulle finestre dei comuni mortali; in particolare i gerani (ovvero i Pelargonium), di cui egli aveva introdotto più di 50 specie, diverranno immediatamente popolari. Ma, dopo aver assaporato il gusto dell'esplorazione botanica, Masson si adattava ormai male al ruolo di giardiniere; chiese a Banks di essere inviato di nuovo a caccia di piante. Così seguirono altri viaggi. Nel 1776, fu inviato in Macaronesia (Madera, Canarie, Azzorre) e nelle Antille, dove, a Grenada, fu catturato e imprigionato dai francesi, e a Santa Lucia, dopo la liberazione, fu vittima di un uragano che lo privò di quanto rimaneva delle sue raccolte. Non di meno, aveva fatto in tempo a dare un contributo non indifferente alla conoscenza della flora macaronesica e a introdurre in coltivazione un'altra beniamina, la cineraria (un endemismo delle Canarie; oggi il nome botanico corretto è Pericallis cruenta). Dopo una breve spedizione nella penisola iberica (1783), nel 1785 Masson ritornò in Sud Africa. Il clima era cambiato rispetto a dieci anni prima; nel 1781 gli inglesi avevano tentato uno sbarco e gli olandesi vedevano in ogni cittadino britannico una possibile spia. Gli fu così proibito di avvicinarsi alla costa e di scalare le montagne (dalle quali avrebbe potuto osservare la costa e individuare luoghi adatti a uno sbarco militare); a parte due viaggi relativamente più lunghi nel Karoo e nel Namqualand, dovette accontentarsi di piccole escursioni nei dintorni di Cape Town, dove aveva creato un giardino di acclimatazione; continuò - pur con tutte le difficoltà causate dal crescente stato di guerra - a spedire in patria semi, bulbi, piante, approfittando di ogni nave di passaggio. Poté anche dar libero corso alla sua passione per le piante più care al suo cuore: le Stapeliae, figlie del deserto che lo affascinavano per la loro imprevedibile bellezza e la varietà di forme. Così nel 1795, rientrato in Inghilterra, si dedicò all'illustrazione e alla stesura della sua unica opera scientifica: Stapeliae novae (1796-97), una magnifica monografia in cui descrisse oltre 40 specie di Stapeliinae (prima di lui, se ne conoscevano solo due) con notevoli illustrazioni tratte da disegni di suo pugno. Ma, definitivamente non fatto per rimanere con i piedi al caldo davanti al camino, nel 1797 partì ancora una volta; la destinazione era l'America. Non sarebbe mai più ritornato in Inghilterra: dopo essere stato catturato dai pirati e aver raggiunto gli Stati Uniti con un viaggio fortunoso, aver raccolto piante per qualche anno negli Stati Uniti settentrionali e in Canada, fu infine vinto da un ultimo nemico: il freddo di un inverno canadese. Morì l'antivigilia di Natale del 1805, a Montreal. Qualche particolare in più su questa vita avventurosa e straordinaria nella sezione biografie. Massonia: foglie appiattite a suolo e fiori come puntaspilli Un unico premio stava a cuore a Masson, lavoratore infaticabile che per tutta la vita si accontentò di un stipendio annuo di 100 sterline: vedere il suo nome ricordato da un genere di piante, se possibile per mano del grande dottor Linneo, che ammirava più di ogni uomo al mondo. Grazie a Thunberg era diventato suo corrispondente e a lui a suo figlio Carl Jr. aveva inviato molti esemplari dalla Macaronesia. Ma purtroppo Linneo, ormai vecchio e malato, morì prima di accontentarlo. La dedica arrivò nel 1780 dal botanico olandese Maarten Houttuyn, che, su suggerimento di Thunberg, creò il nuovo genere Massonia sulla base di un esemplare inviato dallo svedese all'Orto botanico di Amsterdam. Era una delle tante nuove piante raccolte in Sud Africa con l'amico, allo stesso tempo una bulbosa e una di quelle succulente che tanto affascinavano Masson. Il genere Massonia (della famiglia Hycinthaceae o, secondo un'altra classificazione, Asparagaceae), che comprende 13 specie, è endemico del Sud Africa, dove vive nelle Provincie del Capo Settentrionale e Occidentale dal Namaqualand a Lamgkloof, nello Stato libero e nel Karoo. E' una geofita con foglie prostrate al suolo, che si è adattata alle condizioni aride o semiaride; presenta infatti una sola coppia di foglie, più o meno cordiformi, succulente, appiattite al suolo, che compaiono in autunno, in mezzo alle quale in inverno o all'inizio della primavera sboccia una curiosa infiorescenza che ricorda un puntaspilli o un pennello da barba, con numerosi stami rigidi e appuntiti. D'estate, nella stagione arida, la pianta scompare e va in dormienza. E' una vita ridotta al minimo, ma straordinariamente efficace; le larghe foglie succulente "raso terra" offrono infatti diversi vantaggi: in primo luogo, riducono il rischio di essere brucate dagli animali; mantengono l'umidità attorno alle radici, riducendone l'evaporazione; regolano la temperatura proteggendo anche i fiori. Tanto che questa conformazione ritorna in diverse specie del Capo e del Karoo, appartenenti a famiglie diverse. Un'altra curiosità: la maggior parte delle specie di Massonia ha fiori profumati, impollinati dalle api o da altri insetti; Massonia depressa (la specie raccolta da Thunberg e Masson, e la prima ad essere stata descritta) emana odore di lievito, ed è impollinata da piccoli roditori; lo stesso fa M. bifolia. Altri approfondimenti nella scheda.
0 Comments
Sulla strada non di Damasco ma della Virginia, Catesby si converte da gentiluomo di modesti mezzi in raccoglitore e illustratore naturalista. Il frutto di undici anni di viaggio e di venti anni di lavoro di penna, pennello e bulino è la prima opera illustrata mai dedicata alla natura delle colonie britanniche d'America. A ricordarlo tanti nomi specifici e il "curioso" genere Catesbaea. Da gentiluomo di campagna a raccoglitore In un'epoca in cui non esisteva la fotografia, saper disegnare era un'abilità essenziale per un naturalista. Solo uno schizzo dal vero poteva rendere quei particolari che, una volta essiccata la pianta o preparato l'animale per la conservazione, sarebbero andati irrimediabilmente perduti. Le grandi spedizioni, finanziate dalle monarchie o dalle istituzioni scientifiche, comprendevano sempre almeno uno o due pittori; ma la maggior parte degli esploratori-cacciatori di piante si muoveva da solo, o con pochissimi compagni, e doveva saper fare da sé. Le note sul campo dei naturalisti del Settecento sono piene di schizzi e figure, talvolta di notevole qualità (basti pensare ai delicati acquarelli di Rudbeck il giovane o alle lussureggianti tavole di padre Plumier). Ma anche in questo contesto l'opera di Mark Catesby spicca per resa artistica e originalità della concezione. Tanto che Cromwell Mortimer, segretario della Royal Society, ebbe a definire la sua The Natural History of Carolina, Florida and the Bahama Islands, "la più bella opera che io conosca da quando è stata inventata l'arte della pittura". Nel 1712, Catesby, un inglese di buona famiglia, giunse a Williamsburg, allora capitale della Virginia, in visita a una sorella, sposata con un medico stabilitosi nella colonia. Vi sarebbe rimasto sette anni, ospite del cognato e dei suoi facoltosi amici; nel 1714 visitò anche brevemente le Antille. Folgorato dall'esuberanza di una natura pressoché ignota agli europei, dedicò buona parte del suo tempo, da solo o accompagnato da qualche amico (tra cui John Clayton), alle escursioni naturalistiche, alla raccolta di piante, semi e animali, agli schizzi dal vero. Al momento, non era molto di più di passatempo, anche se egli spedì semi e piante essiccate o in vaso ad alcuni "amici curiosi". Dopo il suo rientro in Inghilterra, nel 1719, furono proprio alcuni di loro a proporgli di trasformare la sua passione in una vera e propria attività. Nel 1721, grazie al farmacista e botanico dilettante Samuel Dale, cui aveva donato il suo erbario, fu presentato alla Royal Society. La qualità dei suoi disegni e il suo talento di naturalista convinsero un gruppo di influenti membri della prestigiosa istituzione, tra i quali spiccano Hans Sloane (futuro presidente della RS), William Sherard e Charles Dubois, tesoriere della compagnia delle Indie, a finanziare una vera spedizione nelle colonie britanniche americane. A questi sottoscrittori si unirono anche gentiluomini e ricchi collezionisti (come lord Chandos, il celebre protettore di Händel), studiosi e istituzioni di altri paesi (come Gronovius e il Jardin des plantes di Parigi), ma soprattutto il governatore della Carolina del Sud, Francis Nicholson, che gli garantì una pensione di 20 sterline annue per tutto il periodo che avrebbe trascorso nella colonia. Così nel 1722 Catesby attraversò di nuovo l'Oceano nei panni di raccoglitore e illustratore. Esplorò estensivamente la Carolina, dalla costa fino agli Appalchi, raccogliendo e ritraendo ad acquarello piante, alghe, animali, uova, conchiglie. Ritrasse anche animali marini, ma il suo soggetto di gran lunga preferito erano gli uccelli. Il suo tempo si divideva tra la raccolta degli esemplari, la loro preparazione per la spedizione ai suoi sponsor, la pittura degli acquarelli (spesso in più copie, una per sé e le altre per i suoi esigenti clienti, che chiedevano avidamente sempre nuovi invii, ma non erano altrettanto solleciti a spedirgli i soldi necessari per acquistare la carta, i colori, i materiali indispensabili per la conservazione e la spedizione). Esplorò anche parte della Georgia e nel 1725 passò nelle Bahamas, dove trascorse nove mesi, ospite dal governatore Charles Phinney. L'one man show di Mark Catesby Al suo ritorno in Inghilterra nel 1729, Catesby incominciò a lavorare a un'opera dedicata agli animali e alle piante osservati durante i suoi viaggi; suoi sarebbero stati sia i testi sia le illustrazioni. Sarebbe stata scritta non in latino, ma in inglese e in francese, perché destinata non ai dotti, ma ai "curiosi"; e avrebbe avuto un grande formato (in folio) per valorizzare al meglio le illustrazioni. Insomma, un progetto ambizioso e costosissimo, che, ancora una volta richiedeva il sostegno di ricchi sponsor. Nel mercato editoriale britannico era usuale il metodo della sottoscrizione; dopo un primo fascicolo di lancio, la pubblicazione di un'opera editoriale proseguiva a fascicoli periodici, che venivano inviati a scadenze prestabilite agli abbonati o sottoscrittori (Catesby chiamerà i suoi encouragers). Catesby lanciò la sua opera con un primo fascicolo che comprendeva 20 tavole, che egli presentò personalmente nel maggio 1729 alla regina Caroline, appassionata di giardinaggio. Gli altri avrebbero dovuto seguire al ritmo di uno ogni quattro mesi. Ma occorreva denaro liquido; a prestarglielo senza interessi fu il ricco mercante Peter Collinson; ma poiché la cifra non era sufficiente per pagare un incisore che trasferisse i disegni dagli acquarelli su lastre di rame, Catesby imparò la difficile tecnica e si sobbarcò anche questa parte dell'impresa, che si andava sempre più trasformando in un one man show: come naturalista aveva osservato sul campo piante e animali e scritto le note che ora si andavano trasformano nei testi bilingui in francese e inglese, come artista aveva dipinto gli acquarelli da cui traeva le incisioni; ma non basta: dopo la stampa, ciascuna copia (in bianco e nero) doveva essere colorata a mano. Da chi? Già sapete la risposta: dal solito Mark Catesby! Poiché i sottoscrittori (ci è giunta la lista) furono poco meno di 160 e ogni fascicolo, lo abbiamo detto, aveva 20 tavole, ogni quattro mesi l'indaffaratissimo Catesby doveva colorare uno per uno 3200 fogli ad acquarello (cioè circa 27 fogli al giorno). E intanto proseguire le ricerche consultando la ricca biblioteca di Hans Sloane e mantenersi lavorando come giardiniere presso diversi vivai. Unica collaborazione esterna quella di Sherard, che scrisse i nomi-descrizione latini (al tempo la denominazione binomiale linneana era di là da venire). Inizialmente il lavoro proseguì abbastanza rapidamente; tra il 1729 e il 1731 uscirono 5 fascicoli, con un totale di 100 tavole (la maggior parte delle quali ritrae uccelli) che costituiscono il primo volume, di Natural History of Carolina, Florida and the Bahama Islands, dedicato ancora una volta alla regina Caroline. Arrivò anche il riconoscimento scientifico, con l'ammissione alla Royal Society. Con il secondo volume, le cose si complicarono. Catesby si rese conto che, per completare l'opera, non erano sufficienti i materiali raccolti durante i suoi due viaggi. Poiché amava disegnare dal vero, fece appello a John Clayton (e più tardi a John Bartram) perché gli inviasse nuovi esemplari, soprattutto semi per il suo giardino o per i vivai in cui lavorava. Importante fu anche la frequentazione dei giardini dei suoi ricchi protettori, dove poteva vedere dal vivo, ormai rigogliose e ben ambientate, molte specie che aveva contribuito a diffondere in Gran Bretagna con i suoi invii di semi fin dagli anni in Virginia. Dovette comunque rassegnarsi a chiedere la collaborazione di altri artisti: l'amico George Edwards (che sarebbe stato il suo esecutore testamentario e avrebbe dipinto a mano le tavole della seconda edizione) e il celebre artista tedesco Ehret (che disegnò per lui tre tavole); qualche disegno fu ripreso (ma non si trattò quasi mai di una semplice copia) da opere già stampate. Il secondo volume, ancora formato da 5 fascicoli con 100 tavole, richiese 12 anni e fu completato nel 1743 (con dedica a un'altra regale appassionata, Augusta principessa di Galles); i soggetti si allargarono a mammiferi, insetti e animali marini, quasi sempre associati a una pianta. Prima della morte di Catesby (1749) uscirono ancora 20 tavole, vendute senza testo. Qualche approfondimento sulla sua vita nella sezione biografie. Una pittura "ecologica" L'opera di Catesby, che si era formato come autodidatta, è innovativa sotto molti punti di vista. Anche se alle volte le sue tavole sono ingenue, non rispettano le leggi della prospettiva (come l'immagine di un minuscolo bisonte su cui incombe una gigantesca Robinia pseudoacacia), sono poco accurate nei dettagli e piuttosto piatte, colpiscono per la freschezza; in particolare gli uccelli, il suo soggetto preferito, appaiono singolarmente vivi, come colti in un'istantanea. Prima di lui, le piante venivano ritratte secondo rigide convenzioni che risalivano a tempi di Fuchs; gli animali, evidentemente ritratti da esemplari morti, sembravano disposti in una vetrina di tassidermista. Fin dalla prima (un'aquila americana in picchiata che stringe tra le zampe la preda) Catesby porta vita e dinamismo nelle sue tavole; a partire dalla decima, incomincia ad associare ad ogni animale una pianta, scelta con criteri "ecologici": ad esempio, gli uccelli sono dipinti assieme alle piante dove fanno il nido o di cui si cibano. Si è detto che forse questa scelta nasce anche da esigenze pratiche (in tal modo, saranno necessarie la metà delle tavole, anche meno, visto che alle volte si aggiungono animali più piccoli, in particolare insetti); è molto probabile che sia stata influenzata dalle stupende immagini della pittrice Maria Sybilla Merian, la quale in Metamorphosis insectorum Surinamensium - una copia era posseduta da Sloane - unì una pianta da fiore e il suo insetto impollinatore. In ogni caso, il risultato è davvero straordinario, come potete vedere nella gallery qui sotto. E se volete sfogliare le pagine della sua opera e vedere tutte le tavole, visitate l'edizione elettronica a cura dell'Università della Virginia, completa di indici delle specie con i nomi binomiali aggiornati. Il contributo di Catesby alla conoscenza e alla diffusione della flora americana fu immenso, non solo grazie al suo libro. I suoi esemplari essiccati sono andati ad arricchire alcuni importanti erbari: quelli di Sherard e Dubois oggi conservati a Oxford, quelli di Dale e Sloane oggi al Natural History Museum londinese. Linneo si servì della Natural History come fonte per la tipizzazione e la denominazione di oltre 20 specie. Ma egli arricchì anche i giardini e i parchi d'Europa: grazie ai semi inviati da lui direttamente o ottenuti dai collaboratori americani, furono introdotte in Gran Bretagna, tra l'altro, Stewartia malacodendron, Kalmia latifolia e K. angustifolia, Catalpa bignonioides. Purtroppo alcune immagini di Catesby sono anche l'unica testimonianza di specie nel frattempo estinte, come il piccione migratorio, Ectipistes migratorius, scomparso all'inizio del XX secolo, ma comunissimo all'epoca di Catesby che lo descrisse come avido consumatore di ghiande (e infatti lo dipinse insieme a Quercus laevis (o quercia di Catesby). In occasione del tricentenario dell'arrivo di Catesby in Virginia, nel 2012 è stato fondato il Catesby Commemorative Trust, che gli ha dedicato un ricco volume commemorativo, The Curious Mr. Catesby, a cura di C. Nelson e D. J. Elliott. Il sito del CCT mette a disposizione video, immagini e articoli di approfondimento sull'interessante e poliedrico personaggio. Catesbaea e altri omaggi Fu Gronovius, il suo principale corrispondente europeo, a dedicare a Catesby il genere che l'avrebbe immortalato, Catesbaea: e ringraziando dell'omaggio, l'artista ritrasse C. spinosa nell'ultima tavola del primo volume di Natural History, insieme a una splendida farfalla. Nel 1753 Linneo ufficializzò la denominazione in Species plantarum. Molte sono poi le specie animali e vegetali che lo ricordano nel nome specifico: la rana toro, Lihobates catesbeianus, Lilium catesbaei, Gentiana catesbaei, Clematis catesbyana, Trillium catesbaei. Nel 1968, si è aggiunta Catesbya pseudomuraena, un pesce anguiforme che vive nelle acque delle Bahamas. Catesbaea è un genere della famiglia delle Rubiaceae che raccoglie una quindicina di specie originarie di una piccola area che include le isole Keys in Florida, le Antille e le Bahamas. E' una dedica perfetta per ricordare Catesby: egli fu il primo a descriverne una specie, appunto C. spinosa, e fu consapevole dei rischi dell'impatto ambientale dell'uomo sulla natura. Specie originarie di un ambiente molto particolare (i boschi aridi della fascia subtropicale), spesso endemiche di piccole aree, le Catesbaeae sono oggi minacciate dalla riduzione del loro habitat. La più nota è proprio la bella C. spinosa, un arbusto molto ramificato, nativo di Cuba e delle Bahamas, con rami quasi orizzontali, spinosi e fittamente ricoperti di piccole foglie che ricordano quelle del bosso e curiosi fiori penduli, gialli, a forma di imbuto con lunghissimo calice. Qualche notizia in più nella scheda. Da giovane avventuriero, ricchissimo e fin troppo spavaldo, a grande patrono della scienza britannica. E' questo il cammino di Joseph Banks, colui che trasformò i giardini reali di Kew nel più importante orto botanico del mondo, "una casa di scambio botanico per l'impero", come egli stesso la definì. E il genere Banksia, uno dei tanti da lui scoperti insieme all'amico Solander esplorando l'Australia orientale durante il mitico viaggio dell'Endeavour, rende giustamente omaggio a questo personaggio decisivo nella storia della botanica. Prima vita: Banks l'esploratore Joseph Banks ebbe la ventura di unire nella sua biografia due figure apparentemente inconciliabili: in gioventù l'esploratore ardito, con una buona dose di arroganza datagli dalla ricchezza e dai contatti altolocati; nella maturità e nella vecchiaia, il confidente del re, il patrono delle scienze britanniche, il direttore in pectore dell'Orto botanico più importante del pianeta, l'uomo super partes e l'organizzatore di mille diverse imprese, non solo scientifiche. La distanza tra questi due personaggi è ben incarnata dai suoi due ritratti più celebri: quello dipinto da Reynolds nel 1772, un anno dopo il suo rientro dalla circumnavigazione del globo, e quello eseguito da Phillips, nel 1810. Il giovanotto spavaldo, avvenente, sicuro di sé, il maschio eroe che domina il mondo (simboleggiato dal mappamondo), il giovane leone in momentaneo riposo in quarant'anni si è trasformato in un placido elefante (la definizione è di Boswell), un obeso uomo dell'establishment con il petto ornato di onorificenze. Intatti sono rimasti la calma sicurezza, l'eleganza e la distinzione, ma soprattutto lo sguardo pieno di intelligenza. Un'intelligenza che Banks in effetti seppe pienamente dispiegare nella sua lunga vita prima di esploratore e ricercatore sul campo, poi di grande organizzatore e padre fondatore della moderna botanica britannica. Rimasto presto orfano ed erede di un'immensa fortuna, anziché sperperarla nel gioco d'azzardo, nelle bevute e nelle avventure erotiche, secondo il cliché del giovane aristocratico alla Hogarth, la mise al servizio delle scienze naturali di cui si appassionò fin da ragazzo. Nel 1766, a ventitré anni, invece di partire per il Grand Tour come era uso tra i rampolli delle famiglie altolocate ("lo fa qualsiasi imbecille", pare abbia detto) si imbarcò sulla nave Niger - il secondo ufficiale era Constantine Phipps, suo compagno a Eton - alla volta del Labrador e di Terranova. Raccolse diverse specie di piante e animali, in parte ignoti alla scienza, che al suo ritorno pubblicò (uno tra i primi in Inghilterra) seguendo la classificazione linneana. A Terranova incontrò anche brevemente il futuro capitano Cook. In tal modo, questo viaggio gettò le basi della partecipazione alla grande spedizione dell'Endeavour, con la nomina ufficiale a botanico della spedizione da parte della Royal Society. Come si è visto nel precedente post, egli vi contribuì ampiamente di tasca propria, sia allestendo un costoso e aggiornato equipaggiamento di strumenti e materiali sia stipendiando i membri della sua équipe scientifica. Secondo una dichiarazione di Solander, avrebbe investito nell'impresa non meno di 10000 sterline. Al suo ritorno in Inghilterra nel luglio 1771, divenne l'eroe del giorno. Ad agosto lui e Solander furono ricevuti dal re e ad ottobre l'università di Oxford concesse ad entrambi la laurea honoris causa. Immediatamente, Banks incominciò a fare progetti per partecipare al secondo viaggio di Cook, con la nave Resolution. In occasione del primo viaggio, si era sportivamente adattato alle ristrettezze della vita di bordo (la sua cabina era grande pressappoco come un armadio, e se c'era qualche verme nel cibo, si limitava a eliminarlo - dove averlo studiato, s'intende), ma per il secondo voleva fare le cose in grande. L'équipe scientifica doveva comprendere non meno di dodici persone, attrezzature e alloggiamenti dovevano essere adeguati alla nobiltà dell'impresa. Riuscì a convincere l'ammiragliato a trasformare la nave secondo le sue esigenze; appena vide quel mostro galleggiante, Cook andò su tutte le furie, dimostrando che le modifiche compromettevano le capacità di navigazione. Nonostante le conoscenze altolocate, questa volta Banks dovette cedere: le sovrastrutture furono smantellate e la nave partì senza di lui. Seconda vita: Banks l'organizzatore Dopo un viaggio di consolazione nelle Ebridi e in Islanda, seguito l'anno dopo da una visita all'Olanda e da un tour nel Galles con l'amico Solander, Banks incominciò ad abbandonare i panni dell'esploratore per trasformarsi in organizzatore. Nel 1772 il re Giorgio III - così appassionato di piante da guadagnarsi il soprannome di "Giorgio l'agricoltore" - aveva ereditato dalla madre i giardini di Kew; decise di unirli a una tenuta reale che sorgeva nella stessa località e ne affidò informalmente la direzione a Banks; l'incaricò sarà formalizzato solo nel 1797. Convinto assertore del ruolo imperiale della Gran Bretagna, Banlks volle trasformare Kew in "una grande casa di scambio botanico per l'Impero". A tal fine creò una rete di contatti che includeva scienziati europei e americani, capitani di navi, funzionari coloniali di ogni livello. Ispirandosi al modello degli apostoli di Linneo, convinse la Royal Navy a imbarcare almeno un naturalista su ogni nave che compisse viaggi di esplorazione e molti capitani di vascello gli procurarono esemplari di piante e animali. Il bottino più ricco fu assicurato tuttavia dai "cacciatori di piante" al servizio di Kew, assunti da Banks e pagati dal re: la serie sarà inaugurata da Francis Masson, che quello stesso anno si imbarcò proprio sulla Resolution, la nave di Cook, alla volta del Sud Africa. Le mete spaziarono dall'Africa all'India, dalla Cina ai Caraibi e, ovviamente all'Australia. E' stato calcolato che nel periodo di Banks e Giorgio III siano state introdotte in Gran Bretagna circa 7000 nuove specie. Una seconda tappa decisiva della carriera scientifica di Banks fu nel 1778 la nomina a presidente della Royal Society, una carica prestigiosa che mantenne per oltre quarant'anni. In questa veste, poté organizzare direttamente imprese scientifiche come i due viaggi di Bligh finalizzati a trasferire l'albero del pane da Tahiti ai Caraibi (1787-90 e 1791-93), la grande spedizione di George Vancouver (1791-94), la mappatura geologica dell'Inghilterra da parte di William Smith. Egli giocò poi un ruolo importante nella colonizzazione dell'Australia, di cui si sentiva il patrono naturale, con la creazione della colonia del Nuovo Galles del Sud; ne seguì sempre da vicino lo sviluppo, mantenendo una stretta corrispondenza con diversi governatori e influenzandone le scelte politiche; il suo consiglio fu determinante nella scelta di Botany Bay come sede della colonia penale australiana. Fu sempre su sua iniziativa che vennero introdotte in Australia le pecore merino dalla Spagna. La sua casa di Soho Square (vi si era trasferito nel 1776 proprio per assicurare una sede adeguata ai suoi erbari e alla biblioteca) divenne il cuore della vita sociale e scientifica londinese, un luogo che doveva necessariamente essere visitato da ogni uomo colto che giungesse a Londra. La sua biblioteca (curata successivamente da Solander, Dryander, Brown) divenne la più importante d'Europa per le scienze naturali. Convinto assertore dell'internazionalizzazione della scienza, non solo coltivò intense relazioni con scienziati di molti paesi, ma durante la Rivoluzione americana e le guerre napoleoniche mantenne rapporti epistolari con i corrispondenti "nemici" (incluso Benjamin Franklin) e si batté perché la ricerca scientifica potesse proseguire, libera dai condizionamenti politici. Ad esempio, nel 1779 si rivolse proprio a Franklin perché gli americani garantissero l'immunità a Cook, impegnato nel suo terzo viaggio; nel 1796, quando la Royal Navy catturò la nave che trasportava la raccolta del botanico francese Labillardière, si impegnò perché fosse restituita ai francesi, giurando sul suo onore di botanico di non avergli neppure gettato uno sguardo. Membro di molte società scientifiche internazionali, fu all'origine di due istituzioni di grande prestigio: fu tra i soci fondatori della Linnean Society, creata nel 1788 dopo che l'amico James Edward Smith aveva acquistato dalla vedova di Linneo le collezioni del grande naturalista svedese, allo scopo di preservare e studiare quei preziosi materiali; fu uno dei sette fondatori della Horticultural Society, futura Royal Horticultural Society, nata nel 1804. Qualche approfondimento nella biografia. Il favoloso genere Banksia Già durante la sua vita Banks ricevetti molti onori; nel 1781 il re lo nominò baronetto e nel 1797 membro del Consiglio Privato, cavaliere dell'Ordine del bagno nel 1795 e cavaliere Gran Croce nel 1815. Diversi luoghi del Pacifico meridionale portano il suo nome: la penisola Banks nell'isola meridionale della Nuova Zelanda; le isole Banks nell'arcipelago delle Vanuatu; lo stretto di Banks, tra la Tasmania e le isole Furneaux; l'arcipelago Sir Joseph Banks Group nell'Australia meridionale. Gli sono stati dedicati anche un sobborgo di Canberra e uno di Sidney. Non mancano omaggi bizzarri, come il nome di un tipo di chip di cassava, i "Sir Joseph Banks Cassava chips" (in effetti, fu tra i primi a far conoscere la cassava in Europa). Circa 80 specie di piante e molti animali lo ricordano nel nome specifico: tra le prime, la Grevillea banksii, tra i secondi lo splendido cacatua dalla coda rossa, Calyptorhynchus banksii. Si tratta ovviamente di specie scoperte durante il grande viaggio dell'Endeavour, proprio come il genere che lo celebra, Banksia, che gli fu dedicato nel 1782 dal figlio di Linneo. Tra le eccitanti nuove scoperte di Banks e Solander a Botany Bay, figuravano quattro specie del futuro genere Banksia: B. serrata, B. ericifolia, B. integrifolia e B. robur; una quinta specie, B. dentata, fu invece raccolta durante la forzata sosta alla foce dell'Endeavour River. Il genere Banksia, della famiglia Proteaceae, comprende una ottantina di specie, tutte australiane ad eccezione proprio di B. dentata, che è l'unica a spingersi dall'Australia settentrionale fino alla Nuova Guinea e alle isole Aru. La massima biodiversità si ha nell'Australia occidentale, dove si concentrano una sessantina di specie. Sono molto variabili per dimensioni, andando dal mezzo metro di B. prostrata ai 25 m e oltre delle specie arboree, come B. integrifolia. Molto variabili sono ugualmente gli habitat, che vanno dalla macchia alle foreste xerofite e pluviali. Pianta molto caratteristica per le grandi infiorescenze a cono (ciascuna delle quali contiene centinaia o a volte migliaia di fiori), gioca un ruolo ecologico molto importante grazie all'abbondantissima produzione di nettare. Fin dalla fine del Settecento, diverse specie hanno attirato l'attenzione dei giardinieri e sono state introdotte nei giardini e nei parchi, sia per le foglie attraenti (che variano molto per forma e caratteristiche) sia soprattutto per le vistose spighe fiorali. I coni appassiti hanno addirittura ispirato alla scrittrice australiana per l'infanzia la terrificante figura dei Big bad Banksia man, i "malvagi grandi uomini Banksia". Altre notizie su questo affascinante genere nella scheda. Non direttamente a Banks, ma a sua moglie lady Dorothea è stata dedicata invece la cinese Rosa banksiae. L'omaggio si deve a William Kerr, uno dei cacciatori di piante di Banks che fu inviato in Cina nel 1804 e fu il primo giardiniere professionista europeo a esplorare la flora del Celeste impero. Verso la metà del Settecento, l'Accademia svedese delle Scienze decide di inviare un botanico esperto alla ricerca di piante da naturalizzare per il rilancio dell'economia del paese. La scelta cade su Pehr Kalm, botanico finnico preparato e di forte fibra; la meta, scelta con la consulenza di Linneo, sarà il Canada settentrionale. Per due anni Kalm erborizza da New York al Canada, scoprendo che il clima americano è più freddo di quello europeo alla stessa latitudine; raccoglie moltissime nuove piante e, finalmente placato il suo irascibile maestro, diventa il dedicatario del più ambito degli arbusti americani da fiore: la Kalmia. Nuove piante per rilanciare l'agricoltura svedese Nel Settecento, la dottrina economica dominante è la fisiocrazia che vede nella produzione agricola la fonte della prosperità della nazione. In Svezia se ne fa portavoce il nobile Sten Carl Bielke che è convinto che il paese uscirà dalla sua cronica povertà se potrà raggiungere l'autosufficienza alimentare grazie a un'agricoltura più produttiva; l'introduzione di nuove specie di piante potrebbe essere la carta vincente. Se ne convince soprattutto dopo un viaggio in Russia, compiuto insieme a un promettente giovane botanico di origini finlandesi, Pehr Kalm, del quale ha finanziato gli studi. Membro dell'Accademia delle Scienze svedese, propone all'Istituzione di inviare Kalm in Siberia alla ricerca di piante adatte al clima scandinavo. A questo punto viene consultato Linneo che è entusiasta dell'idea, ma propone un'altra meta: l'America settentrionale. Le specie che stanno arrivando grazie agli importatori britannici sembrano molto promettenti, e, oltretutto, il viaggio costerebbe molto meno, tanto più che i contatti già ci sono e lungo il fiume Delaware c'è addirittura una piccola colonia svedese. E' d'accordo con Bielke che la persona ideale sia Pehr Kalm (suo allievo a Uppsala): gode di buona salute, è stato allevato in povertà e non ha grilli per la testa, sa adattarsi a tutto ed è un naturalista completo ed entusiasta. La decisione è presa, ma prima della partenza passano ancora mesi. Niente viene lasciato al caso: Kalm è nominato professore di "oeconomie" (cioè economia agraria) all'Università di Abo/Turku che coprirà una parte delle spese; Bielke gli procura un servitore, il giardiniere Lars Jungström; Linneo mobilita la sua rete di contatti in Inghilterra e America; l'ambasciatore svedese a Parigi si assicura la benevolenza del ministro della Marina francese. L'itinerario predisposto dall'accademia, insieme a dettagliate istruzioni, prevede come meta principale la baia di Hudson, alla stessa latitudine della Svezia e della Finlandia centrale. Kalm dovrà cercare soprattutto piante utili in agricoltura e in medicina: querce, sassofrasso, aceri, l'ambito Morus rubra (si sogna un'industria della seta svedese), il riso selvaggio da acclimatare nei laghi finlandesi; dovrà anche raccogliere da indigeni e immigrati europei notizie sugli usi di queste e altre piante utili. Da Goterborg a Filadelfia Così nell'ottobre del 1747 comincia il viaggio del secondo apostolo di Linneo. La prima tappa è Londra, dove Kalm deve incontrare i corrispondenti britannici del maestro che gli procureranno a loro volta lettere per i loro contatti in America. La sosta londinese si prolunga più del previsto: Kalm rimane a Londra sei mesi, che impiega a studiare inglese e a visitare le personalità più in vista della botanica e del giardinaggio britannici. Il contatto più importante è Collinson, botanico e mercante di piante, che durante il viaggio di Kalm farà da raccordo tra Uppsala e Filadelfia grazie alla sua rete di corrispondenti americani, primi fra tutti Benjamin Franklin e John Bartram. Finalmente nel settembre del 1748 Kalm arriva a Filadelfia; sarebbe sua intenzione partire immediatamente per il Canada, ma i suoi nuovi conoscenti locali lo informano che sarebbe inutile perché a Nord la vegetazione è giù dormiente. Fine osservatore, capisce che hanno ragione, tanto più che si rende conto che le piante tanto desiderate da Linneo sono abbondantissime in Pennsylvania; dotato di una notevole competenza meteorologica, comprende che la costa atlantica americana è molto più fredda di quella europea; propone addirittura di cambiare l'itinerario previsto: in primavera partirà in esplorazione, ma non si spingerà più a nord del New England, perché è in questa zona che si trovano le piante adatte al clima svedese. Inutile dire che Linneo va su tutte le furie: gli scrive delle lettere così sgradevoli che Kalm, con tutto il rispetto, gli chiede di evitare di svergognarlo così (le lettere, prima di arrivare a lui, passavano dalle mani di Collinson a Londra e di Bartram a Filadefia). Ma, come Garibaldi, ubbidisce. Le spedizioni botaniche Dopo aver trascorso l'inverno a Raccoon, una comunità svedese del New Jersey, Kalm e il servitore Lars nella primavera del 1749 partono alla volta del Canada. Da New York si dirigono a nord lungo il corso dell'Hudson fino ad Albany; toccano il territorio canadese al forte St. Frédéric. Con gioia, Kalm scopre che il lavorio diplomatico ha dato i suoi frutti: sono attesi e il governatore La Galissonière ha dato ordine che siano aiutati in ogni modo; il viaggio sarà a carico della corona francese; saranno accompagnati da guide locali, saranno a loro disposizione imbarcazioni e poi una carrozza; un piccolo esercito viene addirittura mobilitato per raccogliere semi e esemplari. Sempre spostandosi verso nord, Kalm esplora le rive del lago Champlain e del fiume Richelieu; ad agosto giunge a Québec, dove incontra più volte La Gallissonière, nipote di Bégon e come lo zio appassionato botanofilo. Per ordine del governatore, ora è accompagnato dal miglior botanico della colonia, il francese Jean François Gaultier, con il quale erborizza fino alla fine di settembre. Si rende però sempre più conto che il clima canadese è più freddo di quello svedese e incomincia a dubitare che le piante raccolte possano acclimatarsi in patria. Vorrebbe ancora visitare la zona dell'Ontario e sulla via del ritorno le cascate del Niagara: il permesso gli viene negato dal nuovo governatore generale La Jonquière (il disponibile La Galissonière è stato richiamato in Francia a metà agosto), a causa delle tensioni di frontiera tra francesi e britannici. Rientra quindi a Filadelfia per la stessa strada seguita all'andata. Anche il secondo inverno trascorre a Raccoon ed è allietato da una parentesi rosa: giusto a Capodanno del 1750 Kalm si sposa con Anna Margareta Sjöman, vedova del pastore della comunità. Approfitta della sosta per riordinare gli appunti e per spedire le prime raccolte di semi ed esemplari al collerico Linneo, che nel frattempo ha avuto modo di accusarlo di essere infingardo e parolaio. Nell'estate dello stesso anno riesce ad ottenere il sospirato permesso di visitare le cascate; ne trarrà un resoconto che sarà immediatamente pubblicato da Benjamin Franklin, suo ottimo amico. Ma è giunto il momento di tornare a casa; lasciata l'America nel febbraio 1751, dopo un viaggio tempestoso e un breve soggiorno a Londra, la giovane coppia rientra a Stoccolma alla fine di maggio, accolta a braccia aperte da Linneo. Ben a ragione: i risultati sono imponenti: dozzine di specie descritte per la prima volta (sono una novantina quelle che ricordano Kalm nel nome specifico), semi da acclimatare in Svezia e Finlandia, accurate descrizioni scientifiche di una zona nota agli europei ma mai prima esplorata con tanta competenza. Il diario di viaggio di Kalm En Resa til Norra America ("Un viaggio attraverso il Nord America"), presto tradotto in francese, olandese, tedesco e inglese, è importantissimo non solo per la storia naturale, ma anche come documento etnografico e storico; allo sguardo preciso dello scienziato, Kalm sa unire freschi tocchi poetici; innamorato della natura, è anche uno dei primi a cogliere l'impatto negativo della colonizzazione. Da Kalm alla Kalmia: un onore reciproco Kalm sognava di scrivere una flora del Canada; a causa degli impegni universitari (se ne parla nella biografia) rinunciò al progetto, ma i suoi appunti fornirono a Linneo una fonte di grande qualità per le piante americane pubblicate nella prima edizione di Species Plantarum (1753). In questa opera il collerico scienziato dedicò a quello che a questo punto considerava il suo allievo prediletto un genere magnifico, Kalmia (Ericaceae), che comprende spettacolari arbusti da fiori nativi dell'America settentrionale tanto accuratamente esplorata dal suo dedicatario. Kalmia latifolia era già nota (ovviamente con altri nomi) in Europa; era tra le piante più richieste dalla ricca clientela di Bartram e Collinson e la dedica a Kalm suscitò qualche malumore. Linneo veniva accusato di distribuire nomi celebrativi tra amici e allievi secondo le sue personali simpatie. In questo caso, però, le polemiche sono davvero fuori luogo. Quella di Kalm è la prima descrizione scientifica della pianta, accompagnata da accurate notazioni etnografiche sui suoi usi pressi i nativi e esatte notazioni sulla tossicità delle foglie; ma è anche un inno alla bellezza della natura: quando è in fiore "la sua bellezza rivaleggia con quella degli alberi più belli", i suoi fiori rosa che sbiadiscono in bianco "assomigliano a coppe antiche". Egli considerava un particolare gesto di amicizia e gentilezza da parte di Linneo avergli dedicato una pianta così bella. Concordo con Diana Wells: "Si potrebbe pensare che è stata la pianta ad essere onorata da una così bella persona. Peter Kalm era una persona eccezionale e bella proprio come l'arbusto che lo celebra". Kalmia latifolia - approfondimenti sul genere Kalmia nella scheda - è stata scelta come simbolo vegetale del Connecticut e della Pennsylvania. Nel 2011 la Finlandia ha coniato una moneta commemorativa del viaggio di Kalm, che reca sul recto l'immagine della pianta e sul verso le cascate del Niagara. Indirettamente Kalm ha dato il nome anche un'altra Ericacea, Kalmiopsis ("simile alla Kalmia"), nonché agli ibridi intergenerici x Kalmiodendron (ibridi tra Kalma e Rododendron) e x Kalmiothamnus (ibridi tra Kalmiopsis e Rhodotamnus). Approfondimenti sul genere Kalmiopsis nella scheda. Anche nel Seicento un giardiniere di successo poteva venire in contatto con molti potenti; se era disposto a viaggiare e a ricercare con energia novità per arricchire i giardini, poteva mettere da parte qualche soldo e pensare addirittura di rivaleggiare con i gentiluomini come collezionista. Così John Tradescant il vecchio fonda l'Arca, il primo museo pubblico a noi noto. Introduce talmente tante piante che dopo di lui i giardini e i frutteti inglesi non saranno più gli stessi. Suo figlio John Tradescant continua l'opera paterna, anche se alla sua morte c'è un piccolo giallo. L'attiva e esuberante Tradescantia è la pianta giusta per ricordare i due intraprendenti giardinieri. L'Arca dei Tradescant Se oggi nei tour di Londra tra le attrazioni più popolari non manca mai il museo delle cere (divertente e alquanto kitsch), nel Seicento veniva raccomandato ad ogni viaggiatore di non farsi sfuggire il Tradescant Museum, comunemente soprannominato "l'Arca dei Tradescant". Pagando un biglietto di soli sei scellini, il visitatore poteva ammirare "ogni cosa strana e rara". Tra gli oggetti esposti, monete e medaglie, quadri e stampe, libri, suppellettili preziose, ma anche oggetti rari e curiosi provenienti dal mondo naturale (naturalia) o costruiti dall'uomo (artificialia). Tra i primi animali impagliati, uova e penne d'uccello, conchiglie, insetti, pesci, serpenti, fossili, minerali, cristalli, frutti esotici, semi e foglie essiccate; c'erano un dodo, cavallucci marini, uova di coccodrillo, colibrì, ma anche esemplari improbabili come la mano di una sirena, un artiglio dell'uccello Rock, il sangue piovuto nell'isola di Whigt, il vello di un agnello vegetale o Barometz, le penne della fenice, un drago lungo due pollici. Tra i secondi collezioni di abiti e scarpe di ogni foggia, armi tra cui diversi tomahawk, strumenti medici, parti di cannoni, noccioli di ciliegia o susina finemente intagliati, la culla del re Enrico VI, i guanti di Enrico VIII e Anna Bolena, il mantello di Powhattan (il padre di Pocahontas), un frammento della vera croce. La visita continuava nel giardino adiacente dove i Tradescant avevano raccolto più 700 piante, molte delle quali fino ad allora non coltivate in Inghilterra. I gabinetti delle curiosità, noti anche con l'espressione tedesca Wunderkammer, erano nati nel Cinquecento come forma di collezionismo riservato a sovrani o in ogni caso a uomini ricchi e potenti; la particolarità dell'Arca è di essere stato creata come impresa privata da due persone comuni, che alla loro attività di giardinieri al servizio di grandi nobili e del re Carlo I avevano unito quella di procacciatori di piante e curiosità; essi avevano accesso a una vasta rete di conoscenze cui facevano ricorso per procurare rarità ai loro committenti e al loro stesso museo, il primo in Europa ad essere aperto a chiunque potesse pagare il biglietto d'ingresso. Che si trattasse di un'impresa commerciale è dimostrato dal fatto che, come in un moderno museo, c'era anche un piccolo negozio dove si poteva acquistare il catalogo; inoltre è probabile che il giardino avesse anche la funzione di vivaio, con piante coltivate per la vendita. Padre e figlio intraprendenti I creatori dell'Arca, John Tradescant il vecchio (ca 1570-1638) e John Tradescant il giovane (1608-1662) sembrano personaggi da romanzo (e infatti Philippa Gregory, nota scrittrice inglese, ha dedicato loro due romanzi storici, al padre Earthly Joys e al figlio Virgin Earth). Il primo Tradescant come giardiniere servì il fior fiore della nobiltà inglese e il suo re Carlo I. Prese parte a un'ambasciata in Russia; visitò i frutteti olandesi; partecipò a una spedizione contro i pirati; accompagnò il suo signore lord Buckingham - quello dei Tre moschettieri - all'assedio della Rochelle. In tutti questi viaggi raccolse piante, semi e bulbi e curiosità per i suoi clienti ma anche per creare la collezione che sarà raccolta nell'Arca, situata a Londra nel quartiere meridionale di Vauxall. Il figlio John Tradescant il giovane (1608-1668) collaborò con il padre come giardiniere e raccoglitore di piante e curiosità; tra il 1628 e il 1637 fece un viaggio in Virginia in cui raccolse piante e molte curiosità americane per il museo. Dopo la morte del padre divenne giardiniere capo del re Carlo I; continuò ad arricchire il museo di cui scrisse anche il primo catalogo. Alla morte del suo unico figlio, promise di legare la collezione a Elias Ashmole; tuttavia alla sua morte si aprì un contenzioso con la vedova di John, Ester. Qualche tempo dopo Ester fu trovata annegata in uno stagno del giardino: incidente, suicidio, assassinio? In ogni caso, gli oggetti raccolti nell'Arca finirono a Ashmole, che alla sua morte li donò all'Università di Oxford, dove andarono a costituire il primo nucleo del celebre Ashmolean Museum. Altre informazione sui due Tradescant nella sezione biografie. Entrambi i Tradescant furono sepolti nel cimitero della chiesa di St. Mary a Lambeth; salvata dalla demolizione, la chiesa a partire dal 1977 ospita il Garden Museum, che recentemente ha riaperto dopo un'importante ristrutturazione che ha permesso di aggiungere due nuovi padiglioni con una parziale ricostruzione dell'Arca. I Tradescant riposano ancora nelle loro tombe circondate da un bel giardino a nodi. Hortus tradescantianus I Tradescant sono considerati in Inghilterra i padri fondatori del giardinaggio inglese. Lo sanno bene i soci della Royal Horticultural Society, che per anni hanno letto nella rivista dell'associazione una rubrica firmata Trad's Diary (pseudonimo assunto dal pubblicista Hugh Johnson proprio in loro onore). Grazie ai viaggi e all'incessante attività di raccolta e coltivazione dei Tradescant fecero il loro ingresso nei giardini, negli orti e nei frutteti inglesi decine di piante provenienti dall'Impero ottomano, dal Nord Africa, da molti paesi europei, dal Nord America e dalle Indie. L'elenco delle nuove introduzioni è infinito: nuove varietà di peri, meli, pesche, nettarine, viti, ciliegie, noci; melograni, albicocchi, limette, pompelmi, ananas; nuove varietà di rose, gigli, anemoni, iris, clematidi e fragole; tulipani, fritillarie, gelsomini, vite vergine, Agapanthus, Anemone nemorosa, glicine, alcune varietà di rododendri; alberi come il larice, Liriodendrum tulipifera, Taxodium distichum, l'ippocastano, la robinia, il gelso... E l'elenco potrebbe continuare. Tra le piante americane introdotte dai Tradescant c'è anche quella che ne tramanda il nome: Tradescantia virginiana. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, non fu introdotta dal figlio, ma dal padre che la ebbe da un amico, secondo la testimonianza del grande botanico John Parkinson, grazie alla quale risulta che la pianta era già coltivata nel 1629. Il legame con i Tradescant è presente fin dall'inizio, sia nel nome latino Phalangium virginianum Tradescanti sia in quello inglese Tradescant's Virginian spiderwort. Linneo ufficializzerà il nome Tradescantia virginiana nella prima edizione di Species plantarum del 1753. Tradescantia è un vasto genere di Commelinacaee, familiare a tutti, talmente facile da coltivare e comune nelle nostre case da essersi guadagnato il nome volgare "erba miseria". Racchiude piante talmente attraenti, varie e generose che vale la pena di rivalutarlo. Nella scheda se ne parla più diffusamente. |
Se cerchi una persona o una pianta, digita il nome nella casella di ricerca. E se ancora non ci sono, richiedili in Contatti.
CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
March 2024
Categorie
All
|