A inizio Ottocento, la crescente richiesta di esemplari naturalistici da parte di istituzioni e privati apre nuovi spazi ai raccoglitori indipendenti, diversi dalla tradizionale dipendenza da un patrono. Così, quando non sopporta più lo sponsor iniziale, il tedesco Ferdinand Deppe decide di mettersi in proprio. Convince poi a unirsi a lui un amico, il botanico Christian Julius Wilhelm Schiede. All'inizio con un certo successo, ma poi l'avventura finirà piuttosto male per Deppe, malissimo per Schiede. I due amici sono ricordati dai generi Deppea, Schiedea, Schiedeella. A caccia di animali e piante in Messico Nel 1821, il Messico divenne ufficialmente indipendente. Ciò apriva nuove possibilità per la ricerca naturalistica. Fino ad allora, la corona spagnola era stata gelosissima delle sue colonie americane e solo a pochissimi naturalisti, tra cui spicca il nome di Humboldt, era stato concesso di varcare la frontiera messicana. Quasi immediatamente, il conte Albert von Sack, ciambellano del re di Prussia e Secondo maestro della caccia reale, inziò a progettare una spedizione che, iniziata in Messico, proseguisse in Guatemala e poi ancora in Sudamerica. Era un personaggio piuttosto eccentrico, con precedenti esperienze di viaggio in contrade lontane: tra il 1805 e il 1807, poi di nuovo tra il 1810 e il 1812 era stato in Suriname raccogliendo "ogni genere di rarità naturali" per la recentemente fondata università di Berlino; tra il 1818 e il 1820 aveva viaggiato in Grecia, Cipro, Egitto, raccogliendo oggetti naturali e archeologici per varie istituzioni berlinesi. Egli avrebbe finanziato la spedizione a beneficio del Museo di storia naturale di Berlino; oltre a lui, vi avrebbero preso parte un suo servitore, uno zoologo del museo e il giardiniere Ferdinand Deppe (1795-1861), da lui scelto e imposto. Nato a Berlino in una famiglia di origini francesi, quest'ultimo si era formato presso i giardini di Graz, Vienna, Kassel e Monaco e al momento lavorava come giardiniere a Charlottenburg. Attivo e serio, si preparò con cura, leggendo ogni opera disponibile sulla flora, la fauna e la geografia del Sudamerica e imparando a preparare le pelli degli animali. La preparazione della spedizione tuttavia si trascinò per le lunghe e fu pronta a partire solo nell'ottobre 1824, previa una lunga tappa a Londra per visitare le collezioni del British Museum e l'esibizione messicana di William Bullock, un avventuriero inglese che aveva fatto qualche fortuna nel settore minerario. Lasciata Londra all'inizio di ottobre, via Barbabados e Giamaica il gruppo raggiunse Alvarado nello stato di Veracruz a metà di dicembre, ma durante il viaggio il servitore del conte morì di febbre gialla. Dopo un'escursione alla laguna di Tlaticalpán, proseguirono poi per Città del Messico via Xalapa. Ad aprile un'escursione portò Deppe a Temascaltepec, dove egli conobbe William Bullock jr., figlio del citato Mr. Bullock, che era tornato in Messico con la famiglia sperando. Fu forse questo incontro o la crescente insofferenza per i modi del conte che spinsero Deppe a lasciare la spedizione e a proseguire da solo a proprie spese. A giugno e a luglio visitò diverse località dello Stato del Messico, ad agosto raggiunse Bullock a Tehuantepec, quindi i due intrapresero una lunga spedizione che a settembre li portò a Oaxaca via Puebla, quindi nuovamente a Tehuantepec e alla costa del Pacifico. Tornati a Oaxaca, i due amici si separarono; per raggiungere Bullock la famiglia a Città del Messico, Deppe Alvarado dove averebbe spedito le ingenti raccolte. Per venderle contava sul fratello minore Wilhelm, contabile del Museo di storia naturale, e su Hinrich Lichtenstein, direttore del Museo zoologico di Berlino, che infatti acquistò e pubblicò le raccolte zoologiche. L'anno successivo fu dedicato a ampie escursioni negli stati di Veracruz, Messico e Oaxaca, intervallati da visite alla famiglia Bullock. William Bullock senior aveva fondato una compagnia mineraria e tornando a Londra nel settembre 1826 prese con sè le pelli di molti uccelli preparate da Deppe; furono in parte vendute all'ornitologo William Swainson che ne descrisse diverse. Anche per Deppe era ora di tornare in Europa dopo tre anni di assenza; imbarcatosi a Veracruz nel gennaio 1827, raggiunse Amburgo ad aprile. Le raccolte zoologiche del triennio messicano erano imponenti: 958 pelli di uccelli di 315 specie, molte delle quali ancora ignote alla scienza, migliaia di insetti, e ancora mammiferi, rettili, anfibi, pesci. Gli animali erano il prodotto più richiesto dai clienti, ma Deppe non trascurò le piante; di particolare interesse alcuni cactus raccolti verso la fine della spedizione. A Berlino riuscì a vendere con successo le sue raccolte, ma andò delusa la speranza di un posto una delle istituzioni scientifiche della capitale. Decise così di tornare in Messico come raccoglitore freelance, contando che la vendita di esemplari zoologici e botanici gli avrebbe permesso di vivere. Lo accompagnava il medico e botanico Christian Julius Wilhelm Schiede (1798 – 1836). Quest'ultimo era nativo di Kassel, dove era tornato ad esercitare la professione dopo aver studiato a Berlino ed essersi laureato a Gottinga. E forse proprio a Kassel i due si erano conosciuti, quando vi lavorava anche Deppe. A differenza del "pratico" Deppe, aveva all'attivo almeno due pubblicazione: la tesi di laurea dedicata agli ibridi spontanei e un articolo sullo stesso argomento pubblcato nel 1824 su "Flora". Nel luglio del 1828 i due amici si stabilirono a Xalapa, che divenne la loro base per un'ampia esplorazione dello stato di Veracruz. Tra l'altro scalarono il Pico de Orizaba, raggiungendo quasi la cima. Le loro raccolte, anche botaniche, erano sensazionali, ma i risultati finanziari meno. Il loro principale cliente Hinrich Lichtenstein non poteva più permettersi di acquistare gli esemplari a prezzi ragionevoli e, anche se molto fu venduto ai musei di Vienna e Berlino, non bastava per vivere. Sperando di raggiungere una clientela più vasta, il fratello di Deppe Wilhelm fece stampare un catalogo e un prezzario delle raccolte zoologiche, ma non fu sufficiente. Nel 1830 Deppe e Schiede furono costretti ad abbandonare l'attività di raccoglitori; Schiede lavorò come medico a Città del Messico, dove morì di tifo nel 1836; Deppe trovò lavoro come agente di una compagnia commerciale e si trasferì prima ad Acapulco poi a Monterray in California, che all'epoca faceva ancora parte del Messico. Qui fece ancora qualche raccolta, visitò le missioni dell'interno e almeno una la dipinse in quadro ad olio, collezionò oggetti etnografici. Nel 1836, rovinato finanziariamente da una truffa, decise di tornare in patria. Durante il lungo viaggio di ritorno, toccò le Hawaii, le Filippine, Canton e la Malesia, facendo raccolte di oggetti naturalistici e etnografici. Di ritorno a Berlino nel 1838, si scontrò nuovamente con l'indifferenza degli ambienti scientifici. Non gli restò che tornare agli inizi: nel 1840 acquistò una proprietà sul lago Lietzen, non troppo lontano dal parco di Charlottenburg dove aveva iniziato la sua carriera come giardiniere del re di Prussia, e vi fondò un apprezzato vivaio, famoso per le sue dalie e le sue rose; si sposò ed ebbe dei figli. Vi lavorò fino alla morte nel 1861. Una delle piante più rare del mondo Anche se Deppe si segnalò soprattutto per le raccolte di animali, e in particolare di uccelli, anche le sue raccolte botaniche, soprattutto quando si associò con Schiede, sono di notevole importanza per la conoscenza della flora messicana. A partire dal 1830, le loro raccolte botaniche furono oggetto di numerose pubblicazioni su "Linnea" da parte di Schlechtendal e Chamisso; si tratta di diverse centinaia di specie. Sempre a Schlechtendal e Chamisso si deve la dedica del genere Deppea "in onore dello scopritore, lo stimato Deppe, instancabile nell'esplorazione della fauna e della flora". Sono numerosi anche gli eponimi che gli rendono omaggio, a cominciare dalla più nota delle sue scoperte Oxalis deppei (oggi Oxalis tetraphylla var. tetraphylla). Per limitarci alle denominazioni ancora accettate, aggiungiamo la bellissima orchidee Lycaste deppei, Struthanthus deppeanus, Eryngium deppeanum, Monochaetum deppeanum, Juniperus deppeana, Sinclairia deppeana, Tillandsia deppeana, Euphorbia deppeana, Moussonia deppeana, Aegiphila deppeana, Peperomia deppeana, Arundinella deppeana. Deppea (famiglia Rubiaceae) comprende da 25 a 39 specie di arbusti o piccoli alberi, con distribuzione disgiunta: Messico e America centrale da una parte, con la grande maggioranza delle specie, Brasile e Argentina settentrionale dall'altra con un'unica specie; l'ambiente tipico sono le foreste nebulose di montagna al confine tra Messico e Guatemala. La tassonomia del genere non è ancora del tutto chiara. Alcuni autori lo intendono in senso più largo, includendovi generi più piccoli come Bellizinca, Csapodya ed Edithea, altri in senso più ristretto. Si tratta spesso di endemismi puntiformi con in areale estremamente ridotto, il che ne mette a rischio la sopravvivenza. È il caso della specie più nota, Deppea splendens, chiamata in inglese Golden fuchsia, per suoi fiori penduli a campana, anche se non ha alcuna parentela con le fucsie. La sua diffusione era limitata a una gola del versante merdionale del Cerro Mozotal nel Chapas. dove cresceva nella foresta nubilosa mista di pini e querce. Qui fu raccolta nel 1972 per la prima volta sotto forma di esemplari d'erbario da Dennis Breedlove che stava preparando un lavoro sulla flora del Chapas. Negli anni successivi furono raccolti altri campioni, ma solo nel 1981 Breedlove e Bruce Bartholomew raccolsero dei semi che furono affidati all'orto botanico dell'universtà della California e agli Huntington Botanical Gardens. I semenzali prosperarono e furono distribuiti ad altre istituzioni e vivai; anche se molti perirono per il freddo nel dicembre 1990, almeno alcuni sopravvissero. Fortunamente! Infatti nel frattempo il loro habitat originario era stato disboscato e trasformato in terreno agricolo, causandone l'estinzione in natura. E' una pianta bellissima, considerata una delle più rare al mondo. Piante rare (o che fingono di esserlo) Numerose sono anche le piante dedicate a Schiede, dei due il vero botanico, sebbene raccogliessero insieme e Deppe fosse l'inizatore e l'anima della ditta. Lo ricordano nell'eponimo circa una sessantina di specie, numerose delle quali sono orchidee che Schiede e Deppe contribuirono a far conoscere in Europa agli albori dell'interesse per le orchidee tropicali, e due generi: Schiedea e Schiedeella. Il primo è in un certo senso una dedica di augurio e speranza: Schlechtendal e Chamisso glielo dedicarono nel 1826, dunque prima della partenza per il Messico, come auspicio di raccogliere nei suoi futuri viaggi una messe fecondissima delle piante più rare. Per l'occasione Chamisso scelse una delle piante raccolte da lui stesso alle Hawaii durante il suo giro intorno al mondo, Schiedea ligustrina. Sono infatti endemiche di quell'arcipelago le 35 specie di questo genere della famiglia Dianthaceae. Erbacee o arbustive, sono spesso endemiche di una sola isola, e non di rado presenti in popolazioni limitatissime; non poche rischiano di fare la stessa fine di Deppea splendens ed essendo più modeste e meno vistose, non possono neppure sperare che la loro bellezza venga a salvarle. A minacciarle sono la restrizione dell'ambiente naturale e il cambiamento climatico. Schiedeella (famiglia Orchidaceae) fu dedicata a Schiede molti anni dopo la sua morte da Schlechter, a partire da otto orchidee diffuse nelle steppe aride d'altura in Messico e Guatemala, alcune delle quali furono segnalate proprio da Schiede. Oggi al genere sono assegnate una ventina di specie, diffuse dall'Arizona e dal Texas al centro America passando per i Caraibi. Sono piccole orchidee terrestri erbacee, modeste nelle dimensioni come nella foritura. L'unica specie statunitense Schiedeella arizonica, classificata come vunerabile, è stata considerata rara finché i ricercatori si sono resi conto che in realtà è relativamente abbondante, ma è difficile da osservare perché si confonde nella vegetazione e ogni anno ne fiorisce solo dal 10% al 15%. E la fioritura stessa è tutt'altro che vistosa.
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Fu molto sfortunato per il suo protagonista il primo viaggio di un raccoglitore della Horticultural Society, John Potts. Inviato in Cina nel 1821 a fare incetta di crisantemi ed altre ornamentali nei vivai cinesi, si dimostrò abile ed industrioso, ma purtroppo si ammalò e morì poche settimane dopo il ritorno in Inghilterra. Le sue introduzioni furono tuttavia molto apprezzate; all'epoca la più ammirata di tutti fu una peonia rosso scuro, oggi purtroppo non più in coltivazione. Lo ricorda il piccolo genere di liane Pottsia. Il primo raccoglitore della Horticultural Society Fondata da sette soci nel 1804, come abbiamo visto in questo post, per qualche anno l'Horticultural Society, poi Horticultural Society of London, fu una società scientifica piuttosto elitaria, con un numero così ridotto di membri che per le riunioni era sufficiente una stanza in una casa privata. Ma con la fine delle guerre napoleoniche si ebbe un salto di qualità. Dal 1817 la società ebbe un giardino sperimentale, prima molto piccolo a Kensinghton, poi finalmente adeguato a Chiswick, più grande e dotato di serre adatte alle piante esotiche. Fu così che la HSL cominciò a pensare di organizzare e finanziare proprie spedizioni di raccolta. La meta più desiderata era la Cina, da cui, grazie a funzionari e capitani delle navi della Compagnia delle Indie che annualmente raggiungevano Canton per riportarne tè, porcellane ed altri prodotti cinesi, avevano incominciato a filtrare alcune ammiratissime piante da giardino, in particolare rose, camelie, peonie e crisantemi. Alcune erano state inviate dai due corrispondenti della HSL in Cina: l'ispettore del tè a Canton John Reeves e il chirurgo della Compagnia delle Indie John Livingstone, che risiedeva a Macao. Ricordo che la Cina era chiusa agli stranieri e Macao, enclave portoghese fin dal Cinquecento, e Canton, che ospitava le factories o empori delle Compagnie europee, erano gli unici porti aperti. Quelle poche piante avevano stuzzicato l'appetito senza soddisfarlo. Con una navigazione che si protraeva per mesi e mesi, era difficilissimo far giungere piante vive in Inghilterra. Il dottor Livingstone, consultato in proposito, stimava che su mille piante spedite dalla Cina, forse una sarebbe sopravvissuta al viaggio. Avanzò anche qualche suggerimento, il più praticabile dei quali fu far accompagnare ogni invio di piante da un giardiniere che se ne prendesse cura. Maturò così la decisione di inviare a Canton un giardiniere che, grazie ai contatti di Reeves, facesse incetta di piante nei mercati e nei vivai aperti agli europei (ne ho parlato qui), per poi scortale in Europa nelle migliori condizioni possibili. La scelta cadde su John Potts, del quale sappiamo ben poco. Siamo invece ben informati sul suo viaggio grazie al diario che tenne dal 23 gennaio 1821 al 4 luglio 1822, conservato in un manoscritto nella biblioteca della Royal Horticultural Society. Ne emerge la figura di un eccellente professionista, solerte ed attento, nonché dotato di spirito di osservazione. Il 23 gennaio 1821 Potts si imbarcò sul General Kyd, una nave della Compagnia delle Indie diretta a Calcutta; gli furono perciò affidati corrispondenza e pacchi per l'amministrazione, l'orto botanico e altri. Potts arrivò a Calcutta il 13 giugno e occupò i primi giorni nella consegna di questi materiali, incluse scatole di piante e semi per l'orto botanico. Visitò poi più volte l'orto botanico stesso e il giardino di Carey a Serampore per stilare una lista delle piante più desiderabili da inviare alla HSL; trovò anche il tempo di fare qualche raccolta "nella giungla", preparò scatole di piante, semi, esemplari d'erbario da spedire in Inghilterra sulle prime navi in partenza, scrisse osservazioni sui frutti del Bengala e sull'orticoltura indiana, copiò estratti di trattati di agronomia; insomma, si tenne occupato in attesa di un imbarco per la destinazione finale. Infine, il 27 agosto lasciò Calcutta a bordo di un'altra nave della Compagnia, la Hebe. In rotta per la Cina, la nave passò al largo delle Andamane e delle Nicobare, fece brevi scali a Pulo Penang, Malacca, Singapore, fu costretta da un tifone a un ancoraggio di fortuna a St John nelle isole Ladrones ed infine l'11 novembre gettò l'ancora a Canton. Qui Potts fu benevolmente accolto da Reeves che lo accompagnò a visitare diversi giardini e il famoso vivaio Fatee. Secondo le istruzioni ricevute da Joseph Sabine, il segretario della HSL, Potts fece talee di crisantemi, all'epoca una delle piante più desiderate, ma si procurò anche camelie, azalee, piante verdi, e, nonostante i limitati spostamenti permessi agli stranieri, fece qualche escursione botanica sulle colline. Fino alla fine dell'anno, quando lasciò Canton per Macao, fu occupatissime a seminare, fare talee e innesti, imballare semi e piante, parte da portare con sé, parte da spedire a bordo di varie navi in partenza per l'Inghilterra. Il 31 dicembre sbarcò a Macao, dove fu accolto dal dottor Livingstone che lo accompagnò a visitare alcuni giardini; anche qui fece qualche breve escursione. L'11 gennaio però Livingstone lo avvisò di tenersi pronto a partire, a causa di contrasti tra le autorità cinesi e la Compagnia delle Indie. Nell'arco di pochi giorni il contrasto si appianò, ma nel frattempo Potts si era ammalato e da quel momento fino alla sua partenza da Macao avrebbe avuto appena la forza di fare qualche passo. Smise anche di tenere il diario, anche se riuscì a scrivere qualche osservazione sui giardini cinesi. Dopo un'interruzione di quasi due mesi, il diario riprende il 22 marzo quando Potts lasciò Macao per imbarcarsi il giorno successivo sul General Kyd; con delusione scoprì che a bordo non c'erano né le piante da lui preparate a Canton né quelle che aveva spedito da Macao a Canton; dunque viaggiarono con lui solo quelle che aveva con sé. Durante il viaggio di ritorno, attraverso gli stretti dell’Indonesia, il Capo di Buona Speranza e Sant’Elena, la sinteticità delle sue note ci dice che doveva essere abbastanza malato, anche se fece ancora qualche raccolta a Sant'Elena. Rientrò in Inghilterra nell’agosto 1822; ad ottobre si spense. Se dal punto di vista umano (ma anche organizzativo) la prima spedizione botanica della Horticultural Society fu un disastro, le piante riportate o spedite da Potts soddisfecero pienamente le aspettative della HSL che già l'anno dopo inviò un secondo raccoglitore in Cina. Cox nel suo Plant Hunting in China non condivide questo entusiasmo; il bottino più importante, una quarantina di varietà di crisantemi, andò perduto durante il viaggio; Potts introdusse alcune varietà di Camellia, Callicarpa rubella e C. longifolia, Ardisia punctata (oggi A. lindleyana) e alcune altre piante da serra "ma niente che non avrebbe potuto essere mandato a casa da Reeves". Secondo Cox, il lascito più importante fu una grossa partita di semi di Primula sinensis (oggi P. praenitens) che in effetti conobbe una certa diffusione. Le riviste del tempo però magnificano un'altra introduzione dello sfortunato giardiniere: la peonia di Potts (Paeonia albiflora var. pottsii), descritta in "The British flower garden" come «la più splendida delle cinque varietà di albiflora oggi coltivate nei nostri giardini». Oggi è perduta e rimane solo un'illustrazione a evocarne la bellezza. Liane dall'Asia sudorientale Diversi anni dopo la sua morte, nel 1837, Hooker volle ricordare Potts dedicandogli una pianta cinese, Pottsia cantonensis, con queste parole: "Ho nominato questo genere in onore del signor Potts che inviò in Europa diverse piante interessanti da Canton e dai suoi dintorni". Oggi il genere Pottsia (famiglia Apocinaceae) comprende tre specie di liane legnose originarie dell'Asia sudorientale (Cina meridionale, Indocina e Indonesia). La specie di più ampia diffusione è Pottsia laxiflora (sin. P. cantonensis), distribuita dall'Assam alle isole della Sonda (Bali) attraverso la Cina meridionale; P. grandiflora è nativa della Cina meridionale; P. densiflora è endemica della Tailandia settentrionale e del Laos. Vivono in diversi habitat forestali, dalla foresta aperta alla foresta montana, dove si arrampicano sugli alberi. Come molti membri della famiglia , secernono un latice bianco. Hanno foglie opposte e fiori incospicui raccolti molto numerosi in cime racemose o panicolate; i fiori hanno calice profondamente diviso con molte ghiandole basali, corolla a imbuto, tubo cilindrico con gola ristretta e lobi lievemente sovrapposti verso destra. I fiori sono seguiti dai frutti, due follicoli allungati lineari che contengono molti semi muniti di pappo. Sono raramente coltivate in Europa, per lo più in qualche orto botanico. Nella prima metà dell'Ottocento, un dilettante appassionato che disponesse di sufficienti capitali e di una valida rete di corrispondenti nell'introdurre piante esotiche poteva ancora rivaleggiare con successo con orti botanici, società scientifiche e grandi vivai . E' il caso di Robert Barclay che fece una vasta fortuna fondando il più importante birrificio del suo tempo, e, quando si ritirò dagli affari, la impiegò nella creazione di un giardino dove un sorprendente numero di piante esotiche fu coltivato per la prima volta in Inghilterra. Lo ricorda il curioso genere Barclaya, dedica di uno dei suoi corrispondenti, Nathaniel Wallich. Collezionista di esotiche e patrono della botanica Secondo la leggenda familiare, nell'aprile del 1781 il giovane Robert Barclay (1751-1830), lo zio David Barclay e il cugino Silvanus Bevan passando davanti alla famosa birreria dell'Ancora (Anchor Brewery) di Southwark notarono che era stata messa in vendita. Lo zio esclamò: "Andrebbe proprio bene per il giovane Robert". Presto l'affare venne concluso e David Barclay divenne birraio. In realtà, i fatti devono essere andati in modo un po' differente. La birreria dell'Ancora, fondata nel lontano 1616 e molto celebrata per la sua birra scura, era di proprietà della famiglia Thrale fin dal 1729; Ralph Thrale prima, il figlio Henry Thrale poi ne fecero il maggiore birrificio di Londra. Henry, che era un uomo colto e amico del dottor Johnson, il quale disponeva di una stanza fissa nella birreria, fu a lungo anche deputato di Southwark alla Camera dei Comuni; tuttavia non sembra avesse grandi capacità imprenditoriali - si lanciò in una serie di affari che lo portarono a sfiorare la bancarotta - e delegò la gestione della birreria all'impiegato capo John Perkins. Quando morì nell'aprile 1781 alla vedova, rimasta sola con cinque figlie da adolescenti a bambine, non rimase altra scelta che mettere la birreria in vendita. Aveva bisogno di denaro e voleva concludere in fretta; era dunque un'occasione d'oro per il futuro acquirente, come sottolineò Samuel Johnson, che era uno degli esecutori testamentari: "Non siamo qui a vendere un insieme di caldaie e tini, ma la potenzialità di arricchirsi oltre i sogni di ogni avaro". A informare della vendita della birreria i parenti di David Barclay - soci della importante banca Barclay, Bevan and Bening - non fu un annuncio letto per caso, ma molto probabilmente lo stesso John Perkins, che era imparentato con Silvanus Bevan, avendo sposato la vedova di suo fratello Timothy. D'altronde anche Perkins entrò nell'affare: i banchieri avrebbero messo i capitali, lui l'esperienza. Così, meno di due mesi dopo la morte di Henry Thrale, la vendita fu conclusa per 135.000 sterline e nacque la nuova ditta Barclay, Perkins & Co. I Barclay e i Bevan erano quaccheri, anzi facevano parte dell'élite economica e culturale della comunità quacchera sulle due sponde dell'oceano. L'avo Robert Barclay (1648-1690), discendente da una nobile famiglia scozzese, fu uno dei più influenti scrittori della Società degli amici e fu governatore titolare dell'East Jersey; suo figlio David (detto David Barclay of Cheapside) era un prospero commerciante di lino con forti connessioni con le colonie nord americane, che furono rafforzate dai suoi figli John e David (detto David Barclay of Youngsbury). Nati dal secondo matrimonio di David I con Priscilla Freame, figlia dell'orafo e banchiere John Freame, furono loro, insieme al nipote Silvanus Bevan (figlio della loro sorella Elizabeth Barclay e di Timothy Bevan, proprietario di una delle principali farmacie di Londra) a fondare la banca Barclay, Bevan and Bening, all'origine, sotto vari e nomi e mille trasformazioni, dell'attuale multinazionale Barclays. Per John e David Barclay, Robert Barclay era un po' il tradizionale parente povero. Era infatti figlio di uno dei tanti fratellastri nati dal primo matrimonio del padre; si era trasferito a Filadelfia dove assolveva il modesto incarico di controllore della dogana e allo stesso tempo gestiva la parte americana degli affari di famiglia; divenne così un membro rispettato della comunità quacchera di Filadelfia. Qui nacque anche il nostro Robert, che tuttavia dodicenne fu mandato in Inghilterra per completare gli studi alla scuola quacchera di Wandsworth nel Surrey. Salvo un breve ritorno in America nel 1771 in occasione della morte del padre, da quel momento sarebbe vissuto a Londra, sotto le ali protettrici degli zii, lavorando dapprima nella ditta di famiglia fino a rendersi indipendente con l'acquisto della birreria. Eccoci dunque tornati al fatidico 1781, quando grazie ai capitali di Barclay, Bevan and Bening, egli divenne birraio. Sia lo zio David sia il dottor Johnson ci avevano visto giusto. Già nel 1809, con una produzione annuale di 260,000 barili, il birrificio Barclay, Perkins & Co era divenuto il più grande non solo della Gran Bretagna, ma del mondo intero. Il prodotto di punta, una birra molto forte inizialmente ideata per il mercato russo e nota come Russian Imperial Stout, era venduto in tutto il continente. Per qualche anno lo zio David fu sleeping partner (socio non operativo), poi lo stabilimento passò interamente sotto il controllo di Robert, che si dimostrò un ottimo uomo d'affari e divenne miliardario. Secondo la tradizione della comunità quacchera e della sua stessa famiglia, fu impegnato in varie attività filantropiche. Come lo zio David, stretto amico del dottor Fothergill, era un sostenitore della causa abolizionista; fondò una scuola per ragazzi poveri; fu uno dei promotori del Dorking Emigrants’ Scheme, un'istituzione che aiutava i lavoratori rurali poveri e le loro famiglie ad emigrare in Canada. Era interessato alla storia e all'arte (quando si traferì nel Surrey, raccolse e commissionò vedute dei monumenti storici della zona), ma la sua passione principale erano le piante e il giardinaggio. A meno che questo interesse risalisse all'infanzia, potrebbe essere nato negli anni '80, forse per influenza dell'amico di famiglia John Fothergill, quacchero, proprietario di uno splendido giardino e sostenitore delle spedizioni botaniche di William Bartram. E proprio da Bartram nel 1788 Robert ricevette il primo invio documentato: un'ottantina di esemplari d'erbario e cinque disegni di piante americane. Lo stesso anno fu uno dei primi soci della Linnean Society, accanto a un altro quacchero, William Curtis. Secondo la testimonianza di W. J. Hooker, la stessa nascita del Botanical Magazine si dovette al suo incoraggiamento (se non al suo sostegno finanziario). Infatti Hooker, assumendo la direzione della rivista nel 1827, premise al primo volume della nuova serie la seguente dedica a Robert Barclay: "Mio caro signore, più di quarant'anni fa la prima serie del Botanical Magazine fu iniziata sotto i vostri auspici dal compianto editore, Mr. William Curtis. Allo scadere di un periodo così lungo, è con non comune soddisfazione che mi è consentito di scrivere il vostro nome in testa alla nuova serie di un'opera suggerita dal vostro zelo nell'incoraggiare la scienza e rinnovata sotto il vostro illuminato patrocinio". La passione botanica di Robert Barclay dovette però rimanere latente per qualche anno, e divenne preminente solo dopo il 1812, quando cedette la gestione della ditta al figlio maggiore Charles e si ritirò a vita privata. Lasciò Londra e si stabilì a Bury Hill presso Dorking nel Surrey; qui fin dal 1803 aveva preso in affitto un'elegante proprietà del XVII secolo; nel 1814 ne acquisì la proprietà, quindi ne estese il terreno a circa 1000 acri. Oltre a ristrutturare la casa, fece realizzare un parco con tre ampi laghi e un giardino di piacere ricco di piante esotiche, coltivate sia all'aperto sia in serra, sotto la supervisione dello stesso Barclay e dell'abile capo giardiniere David Cameron. A partire dagli anni '20, incominciò ad acquisire grande reputazione come collezionista di piante rare, che otteneva da ogni parte del mondo grazie a una vastissima rete di corrispondenti e che con grande generosità condivideva volentieri sia con la Horticultural Society, cui si associò forse intorno al 1820, sia con altri appassionati, ma anche con vivai come Loddiges. Nel 1822 fu premiato dalla Horticultural Society con la medaglia Banks per aver donato una nuova specie di ananas rosso che aveva ricevuto nel 1820 da Lisbona da un certo Joachim de Paes, che a sua volta l'aveva importata dal Brasile. Qualche anno dopo (1827) venne pubblicata da Lindley come Ananassa bracteata (oggi Ananas comosus var. bracteatus) sul Botanical Register di Edwards. Nelle Transactions della Horticultural Society Barclay è citato ripetutamente per il dono di piante rare, nonché di libri e incisioni botaniche per la biblioteca. Inoltre nel 1824 il suo nome compare tra i finanziatori del giardino della società a Chiswick. Oltre che socio della Horticultural Society, era anche membro corrispondente della Società orticola del Nuovo Galles del sud e membro onorario della Società orticola del Massachusetts. Il suo ruolo nell'introduzione di piante esotiche in Gran Bretagna è documentato dalle riviste di giardinaggio e orticoltura dell'epoca, in particolare da Gardener's magazine di Loudon, Botanical Register di Edwards e Botanical Cabinet di Loddiges, le cui note sono preziose per ricostruire almeno in parte la rete di corrispondenti e le strade di introduzione. Le piante introdotte da Barclay arrivavano letteralmente da ogni parte del mondo: dalla Cina, come un crisantemo giallo donato nel 1820 alla Horticultural Society; da Mauritius, tramite Charles Telfair; dal Messico, almeno alcune presumibilmente attraverso Thomas Drummond; dal Nord America, tramite lo stesso Drummond, Nuttall, Douglas e altri; dall'India e dal Nepal tramite Wallich; e ancora dal Madagascar e dall'Africa orientale, dall'Australia, dal Sud America. Nel 1828 si associò con il reverendo George Reading Leathes e Robert Bevan (presumibilmente uno degli associati della banca Barclay, Bevan and Bening) per inviare in Cile il cacciatore di piante Thomas Bridges; questi sbarcò a Valparaíso e nei due anni successivi inviò ai suoi sponsor uccelli, piante e semi. Del giardino di Bury Hill oggi non rimane che un muro di cinta e il blocco formato da aranciera e scuderia; la casa stessa andò distrutta nel 1950 in seguito a un incendio, dopo essere stata adibita a usi militari durante la seconda guerra mondiale. Tanto più preziosi sono dunque i due articoli che il capo giardiniere David Cameron pubblicò sul Gardener's magazine rispettivamente nel 1827 e nel 1828. Il primo è un catalogo delle piante introdotte in Gran Bretagna da Barclay e coltivate a Bury Hill; le specie elencate sono 119 e appartengono a tutte le classi vegetali; sette, ritenute maggiormente degne di nota, sono illustrate (i disegni sono piccoli e in bianco e nero). Si tratta di Combretum purpureum (= C. coccineum), Thunbergia alata, Lechenaultia formosa, Nuttalia digitata (= Callirhoe digitata), Lupinus mutabilis, Penstemon digitalis e Erythrolaena conspicua (= Cirsium conspicuum). Erano tutte coltivate all'esterno e ci raccontano della predilezione di Barclay per le bordure miste, per le rampicanti esuberanti e per le lunghe fioriture. Il secondo articolo ci racconta invece di una passione che presto sarebbe diventata di moda, ma negli anni '20 dell'Ottocento non lo era ancora: quella per le felci. E' infatti un catalogo delle felci coltivate a Bury Hill, sia quelle rustiche coltivate in una bordura esposta a nord in terreno torboso (40 specie), sia quelle rustiche ma di piccole dimensioni, coltivate in vaso ed esposte in mezz'ombra (18 specie), sia quelle delicate coltivate in serra (52 specie). Barclay morì nel 1830. Così lo ricorda il Gardener's magazine: "Quanto il mondo della botanica e del giardinaggio siano indebitati con Mr. Barclay, lo attestano questa rivista e molti dei nostri periodici di botanica in quasi ogni numero pubblicato negli ultimi vent'anni. Mr Barclay era non meno stimabile come liberale illuminato e persona benevola che come patriota e protettore della botanica e del giardinaggio". Ancora più commosso il necrologio di Botanical Cabinet: "Questa pianta è stata introdotta non molto tempo fa dal nostro degno ed eccellente amico, il defunto Robert Barclay di Bury Hill, la cui perdita sarà duramente sentita da tutti coloro che amano le piante. Egli fu giustamente celebrato per il gran numero di specie da lui introdotte tramite la sua valida rete di corrispondenti esteri, e la gentilezza e liberalità nel condividerle. Ci guardiamo attorno invano cercando qualcuno che gli succeda in questa onorevole carriera che ha perseguito per un mezzo secolo". Un singolare genere acquatico Se a distanza di quasi duecento anni il ruolo di Barclay è quasi dimenticato, ha lasciato qualche traccia nella nomenclatura botanica. Sweet gli dedicò Pelargonium × barclayanum, un ibrido particolarmente bello e raffinato con una motivazione che è un'ulteriore testimonianza del valore delle sue collezioni e della sua generosità: "E' nominato in onore di Robert Barclay di Bury-hill presso Dorking, la cui collezione di piante rare e preziose è quasi insuperabile, e al quale siamo molto obbligati per gli esemplari di numerose piante nuove e rare per le nostre varie pubblicazioni". Tra le piante coltivate per la prima volta nel suo giardino portano il suo nome Tanacetum barclayanum, Senna barclayana e Maurandya barclayana. Ma soprattutto lo ricorda il genere Barcalya, omaggio di Nathaniel Wallich, cui spedì piante per l'orto botanico di Calcutta ricevendone in cambio piante indiane: "Ho dedicato questo genere assai curioso e interessante al mio molto stimato amico Robert Barclay di Bury Hill, un validissimo benefattore della scienza della botanica". Quando scrisse queste parole, Wallich viveva ancora in India e non aveva mai incontrato Barclay di persona; la loro era un'amicizia puramente epistolare. Barclaya è un piccolo genere della famiglia Nymphaeaceae, davvero curioso e interessante come scrive Wallich. Ha anzi caratteristiche talmente peculiari che qualche studioso l'ha assegnato a una famiglia propria, Barclayaceae. Comprende sei specie di ninfee tropicali diffuse in Indocina e in Malesia, che vivono lungo i corsi d'acqua della foresta pluviale o ai loro margini. E' un habitat sempre più minacciato dalla deforestazione, mettendo a rischio anche la sopravvivenza di queste piante. Hanno rizomi bulbosi, da ovali a allungati, che emettono corti stoloni e una rosetta di foglie; queste ultime, anziché arrotondate e fluttuanti sull'acqua come quelle delle altre ninfee, sono strette e allungate e sempre sommerse, tranne nei momenti di siccità quando possono emergere dal fango del fondo. Anche la fioritura può prodursi sott'acqua; in tal caso, i fiori sono autofertili e si impollinano da sé; ma durante la stagione secca in alcune specie i fiori possono emergere per essere impollinati da insetti. I fiori solitari sono piuttosto piccoli e sono caratterizzati da una struttura singolare; cinque (talvolta quattro) tepali esterni disposti orizzontalmente alla base dell'ovario e tepali interni fusi alla base in un tubo e posti alla sommità dell'ovario. Il frutto è una bacca carnosa da ovata a globulare, con tepali esterni e parte del tubo dei tepali interni spesso persistenti a maturazione. Quando è maturo, si apre in modo irregolare, esponendo il tessuto biancastro e gelatinoso che circonda i semi. E' quest'ultimo che permette ai semi di galleggiare, disperdendoli lontano dalla pianta madre. Poi si dissolve, e i semi ricadono sul fondo. Barclaya longifolia è relativamente diffusa come pianta da acquario, apprezzata per le sue eleganti foglie allungate dai margini ondulati. Può costituire il punto focale di un acquario, soprattutto nella varietà 'Red', rosso mattone nella pagina superiore, rosso vinaccia in quella inferiore. Richiede una temperatura dell'acqua mai inferiore a 24 gradi. E' considerata una delle acquatiche più facili da riprodurre da seme. |
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https://app.myadvent.net/calendar?id=zb2znvc47zonxfrxy05oao48mf7pymqv CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
November 2024
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