Si può entrare nel Gotha della botanica anche scoprendo una varietà di salice particolarmente adatta a costruire mazze da cricket. Soprattutto se si ha un amico influente come James Edward Smith. È ciò che successe a James Crowe, dedicatario del genere Crowea. Un esperto di salici Fino a pochi decenni fa, nella civiltà contadina erano infiniti gli usi di diverse specie di salice (in particolare Salix alba, il salice bianco, S. purpurea, il salice rosso e S. viminalis, il salice da vimini); probabilmente, il più noto è quello dei rami intrecciati per ricavare cesti, ma i rami più sottili e flessibili diventavano legacci per i tralci delle viti, i rami più dritti pali per impalcare i pomodori, quelli più robusti manici di scopa; dal legno, leggero e facile da lavorare, si ricavavano zoccoli ed altri attrezzi, e tornava utile anche come legna da ardere. Dalle foglie si otteneva una tintura per le stoffe. Note fin dai tempi dei romani erano poi le proprietà febbrifughe e antidolorifiche della corteccia, ricca di acido salicilico (la componente principale dell'aspirina). Le talee attecchiscono rapidamente e virgulti intrecciati possono diventare siepi vive, pergolati e tunnel. A tutti questi usi, in Gran Bretagna se ne aggiunge uno del tutto peculiare: la fabbricazione delle mazze da cricket. Il legno di salice è infatti leggero, ma allo stesso tempo resistente agli urti, così che nell'impatto con la palla non si ammacca né si scheggia. Anche se all'epoca erano molto diverse da quelle odierne, l'uso di mazze da cricket - non necessariamente di legno di salice - è attestato dal 1624; la più antica mazza conservata risale al 1724 e oggi è esposta in una sala dell'Oval di Londra. Nel 1979 una legge ha stabilito l'uso obbligatorio di legno di salice; non un salice qualunque, bensì la varietà Salix alba var. caerulea, detta appunto cricket bat willow. I salici tendono ad ibridarsi con facilità e se ne conoscono infinite varietà (solo in Italia, oltre trecento); questa varietà specifica è un clone femminile esclusivo dell'Inghilterra orientale (Essex, Suffolk e Norfolk), dove cresce principalmente lungo i corsi d'acqua, anche se non ama i terreni saturi d'acqua. Nelle corrette condizioni di coltivazione, cresce rapidamente, raggiungendo la maturità a dieci anni; è caratterizzato da un legname eccezionalmente leggero e resistente. In precedenza, i giocatori di cricket usavano come mazza qualsiasi ramo di salice a forma di randello a portata di mano, finché nei primi anni dell'Ottocento questa varietà si impose per la superiore qualità. Solitamente si ritiene sia stata scoperta nel 1803 nella parrocchia di Eriswell nel Suffolk da James Crowe (ca. 1750-1807), ma in English Botany James Edward Smith, che fu il primo a descrivere questo salice, dapprima come specie a sé poi come varietà, menziona un albero di dieci anni piantato a Heatherset nel Norfolk e abbattuto nel 1800; dunque la varietà doveva già essere nota localmente almeno dal 1790. Crowe e Smith erano entrambi nativi di Norwich. Crowe possedeva una proprietà nel sobborgo di Old Lakenham. In alcune fonti è indicato come chirurgo, ma in altri semplicemente come Esquire. Faceva parte del consiglio municipale di Norwich e per due volte fu eletto sindaco. Era un grande appassionato di piante e fu uno dei mentori che avviarono alla botanica il giovane Smith, di circa dieci anni minore di età. Amava esplorare la campagna alla ricerca di piante inusuali, muschi e funghi, ma soprattutto era appassionato di salici di cui aveva creato una collezione nella sua proprietà, trapiantando talee raccolte da lui stesso o ricevute da diversi corrispondenti. Smith aveva grande stima di Crowe, gli faceva spesso visita e lo cita ripetutamente nelle Transactions della Linnean Society e in English Botany, sia a proposito di diverse varietà di salici, sia di altre piante di cui gli aveva fornito esemplari. Nel 1788 lo volle nella Linnean Society, di cui fu uno dei primissimi membri, e nel 1798 gli dedicò il genere Crowea con queste parole: "In onore del mio grande amico James Crowe, che ha esplorato per filo e per segno la flora britannica e l'ha illustrata in vario modo con numerose comunicazioni". La pianta scelta per l'occasione era particolarmente adatta perché caratterizzata da foglie simili a quelle del salice. Tuttavia, all'epoca Smith non aveva l'abitudine di indicare un epiteto per i generi monospecifici; sono qualche anno dopo (1800), nel Botanic Repository di Andrews la pianta ebbe il suo nome completo: Crowea saligna, ovvero "Crowea con foglie di salice". Crowe morì nel 1807. Il "suo" salice intanto aveva cominciato ad affermarsi come irrinunciabile nella fabbricazione delle mazze da cricket. Fu trapiantato in varie parti d'Inghilterra e negli anni '20 dell'Ottocento fu importato nel subcontinente indiano. Oggi il grosso della produzione avviene in alcuni distretti del Kashmir. Il primato del "salice da mazze da cricket" però potrebbero presto tramontare: esperimenti e studi dimostrano che alcune specie di bambù permettono di costruire mazze altrettanto robuste ma più piccole e leggere. Un genere di arbusti australiani Crowea saligna è una delle tre specie del genere Crowea (famiglia Rutaceae), insieme a C. angustifolia e C. exalata. Sono piccoli arbusti sempreverdi, abbastanza affini a Boronia, con foglie aromatiche per la presenza di ghiandole oleose. In primavera e poi nuovamente dall'autunno all'inizio dell'inverno producono masse di piccoli fiori cerosi a stella con cinque sepali, cinque petali e dieci stami in due giri attorno all'ovario; solitamente il colore delle corolle va dal rosa pallidissimo a rosa scuro quasi rosso. C. angustifolia è endemica dell'Australia sudoccidentale (Jarrah Forest, Swan Coastal Plain e Warren) dove cresce in suoli sabbiosi o granitici; le altre due specie vivono invece nell'Australia orientale: C. saligna vive in luoghi riparati su arenaria nell'area di Sydney tra Woy Woy e Yerrinbool e nelle adiacenti Blue Mountains; C. exalata, la specie di più ampia distribuzione, vive su suolo sabbioso nelle foreste sclerofille di Queensland sudorientale, Nuovo Galles del Sud e Victoria. Nel suo paese è ampiamente coltivata e disponibile in diverse cultivar. Esistono anche ibridi orticoli, come 'Poorinda Ecstasy' o 'Festival' (C. exalata x saligna). Dalle foglie di C. saligna viene estratta un'essenza utilizzata in aromaterapia per i suoi effetti rilassanti.
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Tra i principali collaboratori di diverse riviste illustrate di botanica che nei primi anni dell'Ottocento fecero conoscere al pubblico britannico moltissime piante esotiche, uno dei più attivi fu John Bellenden Ker Gawler; grande esperto di Iridaceae e più in generale di bulbose, non era però un botanico di professione e nell'alta società inglese era noto soprattutto per l'eleganza del vestire, lo spirito ironico e gli affari di cuore. Era insomma un tipico dandy. Nato John Gawler, ottenne di cambiare nome in Bellenden Ker nella speranza di succedere a un nobile cugino; è per questo che il suo nome d'autore è Ker Gawl. Basato invece sul nome acquisito è il genere che lo celebra, Bellendena, Pettegolezzi mondani... Capita molto spesso di imbattersi in nomi di generi e specie seguiti dalla sigla Ker Gawl.; mi ero così figurata che dietro quel doppio nome ci fosse un eminente cattedratico o perlomeno un severo tassonomista che dividesse la sua vita tra lettura di testi di botanica e l'analisi di esemplari d'erbario. Niente di più di lontano dalla realtà. Nella biografia nazionale britannica, il personaggio è sì definito botanico, ma subito dopo wit, and man of fashion, che potremmo tradurre "buontempone e uomo alla moda". Infatti, se nei circoli della botanica il nostro John Bellenden Ker Gawler (1764-1862) era noto come sommo esperto di Iridaceae, nell'alta società a far parlare di lui erano piuttosto la sua lingua tagliente, i suoi scherzi talvolta di dubbio gusto, i liberi costumi amorosi e il vestire elegante. A noi posteri si presenta ancora bambino in un doppio ritratto firmato da sir Joshua Reynolds, noto come Schoolboys, "gli scolari". Sulla destra c'è un bimbo bruno, il fratello minore Henry Gawler, sulla sinistra un bimbo castano, che con la mano destra accarezza un cane e sotto il braccio sinistro tiene un libro. E' il protagonista di questa storia. All'epoca avrà avuto forse dieci anni (la data del doppio ritratto non è nota) e si chiamava ancora John Gawler. Il padre omonimo, John Gawler di Ramridge House nello Hampshire, era avvocato dell'Inner Temple, ed aveva sposato Caroline Bellenden, figlia maggiore John Ker, terzo barone Bellenden. Mentre il fratello seguì le orme paterne e divenne a sua volta un eminente legale, John intraprese la carriera militare. Entrò nel secondo reggimento della guardia; nel 1790 fu nominato capitano e nel 1793 capitano anziano. Ma subito dopo fu costretto a dare le dimissioni. Secondo le cronache, la causa fu uno scherzo sconsiderato. Il compito dei reggimenti della guardia era (ed è) garantire la protezione del sovrano e degli edifici reali; all'epoca era costume che ogni volta che il re passava sotto l'arco delle guardie a cavallo del palazzo di Westminster, al comando dell'ufficiale di servizio quattro trombettieri suonassero le loro trombe. Il capitano Gawler di nascosto riempì le trombe dei suoi trombettieri con la mollica di quattro panini; quando transitò la carrozza del re, essi diedero fiato agli strumenti, ma non si udì alcun suono. Allora il capitano gridò: "Soffiate, canaglie, soffiate!". Essi lo fecero, scatenando una tempesta di mollica. La vera ragione dell'allontanamento di Gawler era però un'altra. Erano gli anni della rivoluzione francese e il giovane ufficiale aveva posizioni politiche radicali, al punto di frequentare il club repubblicano Society for Constitutional Information. Ciò provocò le rimostranze di altri ufficiali che furono di fatto accolte dal comandante, costringendo Gawler alle dimissioni. Forse lo scherzo, se davvero ci fu, fu il suo modo per protestare e celebrare clamorosamente la sua uscita di scena. La simpatia per la rivoluzione non impediva tuttavia a Gawler di aspirare ad un titolo nobiliare. Su istanza della madre e con il favore del detentore del titolo, il cugino William Bellenden-Ker, 4° duca di Roxburgh e 7° Lord Bellenden, nel 1804 egli chiese e ottenne dal re il permesso di assumere il nome Ker Bellenden invece di Gawler; anche se il cugino lo favorì in tutti i modi e gli affidò la gestione dei suoi beni, alla sua morte senza eredi nel 1805 si aprì un contenzioso e dopo diversi anni la Camera dei lord si pronunciò a favore di un lontano cugino, James Innes-Ker. Non fu la sola cause célèbre che vide coinvolto il nostro. Benché già sposato e padre di un figlio, intorno al 1793 iniziò una relazione con Anne Courtenay, moglie di George Annesley lord Valentia, che nel 1796 gli intentò causa per "conversazione criminale" (ovvero adulterio) con la moglie. Il tribunale giudicò Gawler colpevole e lo condannò a pagare a lord Valentia 2000 sterline di danni ; questi ne aveva richieste 10.000. Una somma tanto inferiore fa pensare che la giuria ritenesse che il nobile (notoriamente omosessuale) avesse tollerato se non incoraggiato la relazione. Nel 1799 egli ottenne la separazione, ma non il divorzio dalla moglie, che continuò ad essere legata a Gawler fino alla morte e ne ebbe diversi figli. E pubblicazioni botaniche Insomma, Bellenden Ker era uno dei tipici dandy della società della Reggenza: un raffinato uomo alla moda ma anche un individualista provocatorio che rifiutava le regole. Eppure fin dall'inizio del nuovo secolo aveva cominciato ad occuparsi seriamente di botanica. A partire dal 1801 su The Botanist's Repository di Andrews iniziò ad uscire anonima la sua Recensio Plantarum, ovvero una rassegna delle piante illustrate nella rivista; collaborò anche saltuariamente con il Botanical Magazine di Curtis, scrivendo la descrizione di alcune piante di nuova introduzione. Quando a Curtis subentrò Sims, questa collaborazione occasionale divenne permanente, e per qualche anno egli fu l'autore - ora palese - della maggior parte dei testi del Curtis's Botanical Magazine. Molte piante da lui descritte provenivano dal Sudafrica, un'area particolarmente ricca di bulbose. Fu così che egli cominciò ad approfondire lo studio delle Iridaceae e nel 1804 pubblicò negli Annals of botany diretti da Sims e König un'importante memoria intitolata Ensatorum ordo (ordine degli ensata, ovvero delle piante con foglie a forma di spada) firmato John Bellenden Gawler, armigero (ovvero militare, anche se ormai non lo era più), in cui, seguendo Jussieu e de Candolle, il botanico inglese abbandona il sistema linneano a favore del sistema naturale. Il saggio inizia con i caratteri generali dell'ordine (ovvero, in termini attuali, della famiglia), quindi prosegue con l'esame dettagliato dei caratteri dei 26 generi ad esso attribuiti. Ben dieci sono istituiti per la prima volta e, a dimostrazione dell'alta qualità del lavoro di Ker, sei sono tuttora validi; si tratta, in ordine di apparizione, di Geissorhiza, Hesperantha, Sparaxis, Tritonia, Melasphaerula, Babiana. Nel 1812, quando Sydenham Edwards ruppe con Sims per fondare la rivista rivale Botanical Register, Ker lo seguì e ne divenne il primo editore, incarico che mantenne fino al 1823 quando gli subentrò Lindley. Libero dagli impegni editoriali, nel 1828 pubblicò a Bruxelles un'edizione ampliata del saggio sulle Iridaceae sotto il titolo Iridearum Genera cum Ordinis Charactere Naturali, Specierum Enumeratione Symonymisque. L'impostazione generale rimane invariata, ma i caratteri della famiglia e dei singoli generi sono maggiormente approfonditi; i generi trattati sono ora 30, con l'aggiunta soprattutto di generi australiani pubblicati nel frattempo; le specie, nell'edizione precedente solo elencate e accompagnate da una referenza iconografica, sono ora corredate da sinonimi e referenze bibliografiche; l'opera inoltre si arricchisce di un glossario. Anche se nei vent'anni che gli rimanevano da vivere pubblicò ancora occasionalmente qualche articolo su riviste di giardinaggio, è la sua ultima opera importante di botanica. Ora infatti il suo interesse sia era rivolto all'archeologia, all'etnografia e alla linguistica. Si dedicò in particolare alla ricerca e allo studio delle filastrocche o nursery rhymes; basate su giochi di parole, onomatopee e parole curiose, spesso apparivano incomprensibili o prive di senso. Secondo Ker, ciò era dovuto al fatto che risalivano ai tempi precedenti l'invasione normanna e il loro vero significato era stato dimenticato. Esso poteva essere recuperato sostituendo alle parole dell'inglese moderno quelle dell'antico sassone, che a suo parere poteva essere ricostruito grazie all'olandese del XVI secolo, ad esso ancora molto vicino. A partire da questa teoria, tra il 1835 e il 1842 pubblicò il vasto An Essay on the Archæology of Popular English Phrases and Nursery Rhymes, in due volumi più due supplementi. Il risultato è sconcertante, e forse il commento migliore è quello di William Henry Whitmore: "le opinioni divergono se sull'argomento fosse semplicemente pazzo o se stesse perpetrando uno scherzo elaborato". Conoscendo il personaggio e i suoi trascorsi, la seconda ipotesi non è da scartare. Anche il figlio maggiore di Ker, Charles Henry Bellenden Ker, avvocato e riformatore della legislazione britannica, si interessò alle piante. Fu uno dei primi collezionisti privati di orchidee e pubblicò una serie di articoli su esse in Gardener's Chronicle. Curò inoltre la pubblicazione di Icones plantarum sponte China nascentium (1821) basata su disegni cinesi raccolti da A.E. van Braam-Houckgeest durante un'ambasceria della VOC in Cina (1794-1795) . Un'antica pianta dalla Tasmania È sufficiente sfogliare Plants of the Word on line, il data base pubblicato a cura dei Kew Gardens, per cogliere l'ampiezza del lavoro di tassonomista di Ker. Gli si devono 25 generi, 15 dei quali validi. Oltre a quello già citati pubblicati in Ensatorum ordo, si tratta di Eucrosia, Griffinia, Aspidistra, Chlorophytum, Ophiopogon, Tupistra, Lophiola, pubblicati sulle varie riviste cui collaborò. Quanto alle specie, sono più di 700, oltre 170 delle quali accettate. Numeri che illustrano, oltre all'importanza del lavoro di questo botanico, quella del riviste illustrate britanniche del primo Ottocento, principale veicolo di pubblicazione di centinaia di specie esotiche. E quando si trattava di piante, il burlone Ker non scherzava. E certamente i suoi meriti botanici erano ben riconosciuti, come dimostrano i due generi che gli furono dedicati da altrettanti colleghi. Uno non è più accettato: si tratta di Bellendenia (Iridaceae, sinonimo di Tritonia), dedica di Endlicher ripresa da Rafinesque. E' invece valido Bellendena, dedica di Robert Brown che gli rende giusto merito con le seguenti parole: "Il nome di questo genere onora John Bellenden Ker, i cui meriti botanici sono attestati da un eccellente saggio sugli Ensata, pubblicato in Annals of Botany, e dalle sue elaborate disquisizioni sui generi di questa e altre famiglie di monocotiledoni pubblicati sui più recenti numeri di Botanical Magazine". Bellendena è un genere monospecifico della famiglia Proteaceae, rappresentano unicamente da B. montana, un arbusto endemico della Tasmania, dove cresce in ambiente alpino sopra a 1000 metri di altitudine, in terreni poveri di nutrienti. Di crescita assai lenta, può raggiungere 1.8 metri di altezza, ma anche rimanere molto più basso, e forma cespugli assai ramificati; le foglie sono molto variabili: le piante della Tasmania nordorientale le hanno più strette, mentre quelle delle altitudini maggiori sono più piccole e disposte in modo più compatto. I fiori bianchi o rosati sono raccolti in racemi terminali portati su brevi rami al di sopra del fogliame; sono seguiti da piccoli frutti obovati rossi o gialli, che maturano alla fine dell'estate o dell'autunno. E' una pianta molto attraente, ma raramente coltivata perché mal si adatta a crescere in ambienti non montani. All'interno della famiglia delle Proteaceae, è considerato uno dei generi più antichi. Infatti condivide alcune caratteristiche con le Platanaceae (la famiglia più prossima alle Proteaceae), ma con nessuna altra Proteacea. |
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https://app.myadvent.net/calendar?id=zb2znvc47zonxfrxy05oao48mf7pymqv CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
November 2024
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