Finanziato da un consorzio che comprendeva anche l'orto botanico di Liverpool, il naturalista John Bradbury andò negli Stati Uniti alla ricerca di nuove varietà di cotone. Nel 1811, insieme a Nuttall, ebbe l'occasione di unirsi alla spedizione dei cosiddetti Astorians, che stavano aprendo una via verso il Pacifico. Poté così risalire il Missouri, facendo raccolte anche in un'area inesplorata prima di lui. Per una serie di sfortunate circostanze, tuttavia, la pubblicazione delle sue scoperte gli fu scippata da Pursh. Disgustato, lasciò per sempre la botanica. Del suo viaggio ha però lasciato una cronaca vivace e piena di informazioni sulle comunità native. Lo ricorda il piccolo genere Bradburia. ![]() Tre anni negli Stati Uniti e un viaggio lungo la frontiera Nel 1809 la direzione dell'orto botanico di Liverpool decise di cofinanziare il viaggio negli Stati Uniti di John Bradbury (1768-1823); lo scopo principale era trovare migliori forniture di cotone, che in quegli anni costituiva almeno la metà dei commerci della città. Attraverso i mediatori di Liverpool, poi il cotone proseguiva non solo per i cotonifici del Regno Unito, ma per la Germania, l'Europa orientale e la Russia. Bradbury era la persona giusta perché aveva competenze sia nel campo botanico sia in quello cotoniero. Nato in una famiglia di modesti mezzi del Cheshire, aveva avuto la fortuna di studiare alla Cocker Hill Academy di Stalybridge dove aveva avuto per maestro John Taylor che lo aveva avviato alla botanica e alle escursioni sul campo. Aveva poi trovato lavoro in un cotonificio, anche se aveva continuato ad interessarsi di botanica, tanto che nel 1792 era stato ammesso alla Linnean Society, e forse ai occupava anche di progettazione di giardini. Era così entrato in contatto con la Liverpool Philosophical Society, il conte di Derby un avido collezionista di naturalia che aveva anche interessi nell'industria cotoniera, con William Roscoe e con un altro dei fondatori dell'orto botanico di Liverpool, William Bullock, proprietario del Museum of Natural Curiosity. Dai contatti con questi diversi personaggi nacque la spedizione americana di Bradbury che, oltre cercare nuove fonti di cotone grezzo, avrebbe dovuto raccogliere piante e esemplari d'erbario per l'orto botanico e oggetti naturali per i suoi sponsor. Il progetto iniziale di Bradbury era andare a New Orleans insieme a uno dei suoi figli (ne aveva ben otto) e di creare un vivaio; mentre lui avrebbe viaggiato ed esplorato la Louisiana e il Kentucky, il figlio avrebbe coltivato e moltiplicato le piante raccolte per poi spedirle in Europa (come avevano fatto André Michaux e suo figlio a Charleston). Tuttavia, poiché gli sponsor non erano disposti a sborsare più di cento sterline l'anno, decise di partire da solo. Nel settembre 1809 sbarcò a Charleston; in nave, si recò poi a Baltimora e da qui a Washington, da dove raggiunse Monticello, la tenuta di Thomas Jefferson che aveva da poco terminato il suo mandato presidenziale. L'ex presidente lo ospitò per diverse settimane e gli fornì molte informazioni utili. Lo sconsigliò di esplorare la flora del Kentucky, che era già relativamente nota in seguito ai viaggi proprio di Michaux, mentre le terre bagnate dal fiume Missouri offrivano un campo di esplorazione pressoché vergine. Anche la spedizione di Lewis e Clark, tanto voluta da Jefferson, le aveva appena sfiorate. Bradbury si fece convincere e, anziché a New Orleans, decise di stabilire la sua base a San Louis, dove giunse l'ultimo giorno del 1809. Trascorse qui l'inverno, che quell'anno fu freddissimo, raccogliendo uccelli e altri animali; quindi prese in affitto un terreno di mezzo acro in cui trapiantò alberi, arbusti e altre piante native. In estate fu in grado di spedire a Liverpool un grosso invio di piante in vaso. Nell'autunno 1810 arrivò a San Louis Thomas Nuttall che stava esplorando il bacino del Mississippi per conto del professor Barton. Nei mesi successivi i due naturalisti britannici fecero diverse escursioni insieme, una delle quali li portò a sudovest lungo il Merimac River. Nel marzo 1811 partirono insieme e poco dopo raggiunsero Wilson Price Hunt e altri membri della Pacific Fur Company che si accingevano ad esplorare il bacino del Missouri per conto del mercante e imprenditore John Jacob Astor. Quest'ultimo intendeva sfruttare la via aperta da Lewis e Clark per controllare il traffico delle pellicce; a tal fine formò due gruppi di trapper, noti come Astorians; uno fu inviato via mare alla foce del Columbia River, dove fondò il Fort Astoria; l'altro, partendo da San Louis avrebbe dovuto raggiungere la costa pacifica via terra. Era appunto il gruppo guidato da Hunt. All'inizio di aprile raggiunsero Fort Osage nell'attuale Missouri, dove alla spedizione si unì Ramsay Crooks, che più tardi sarebbe diventato presidente dell'American Fur Company. Lasciato il grosso della spedizione, questi guidò Bradbury e due cacciatori canadesi fino al Platte River. Si ricongiunsero poi agli altri l'11 maggio presso un villaggio Omaha dove ci furono intensi scambi commerciali con i nativi. A giugno incontrarono lo spagnolo Manuel Lisa, trapper della rivale Missouri Fur Company, che faceva da guida all'avvocato Henry Marie Brackenridge, che Bradbury aveva già conosciuto a Saint Louis. C'era una vecchia ruggine tra Crooks e suoi e Lisa; inoltre Hunt aveva assunto a Saint Louis l'interprete Pierre Dorion che il precedenza aveva lavorato per la Missouri Fur Company e aveva ancora un debito con la compagnia; quando Lisa glielo ricordò, il duello tra i due fu evitato per un pelo dall'intervento di Bradbury e Brackenridge. Gli Astorians stabilirono il loro quartier generale nei villaggi Arikara nell'attuale Corson County (South Dakota); non trovando però un numero sufficiente di cavalli, Hunt decise che due gruppi avrebbero risalito il Missouri per duecento miglia fino al forte della Missouri Fur Company presso i villaggi Mandan; uno avrebbe accompagnato Lisa in battello (ne facevano parte anche Nuttall e Brackenridge), mentre l'altro (con Bradbury e Crooks) l'avrebbe raggiunto a piedi. Era una zona ancora inesplorata dai botanici, e Bradbury poté raccogliere diverse specie inedite delle grandi pianure. Dopo una decina di giorni gli esploratori ritornarono nella Corson County con un'ottantina di cavalli, Ora erano pronti per affrontare la grande traversava alla volta del Pacifico. Bradbury non voleva abbandonare le sue raccolte e preferì lasciare la spedizione, approfittando di uno dei due battelli carichi di pellicce spediti a Saint Louis da Lisa, Così si imbarcò con Brackenridge e diciassette casse di piante. Il 29 giugno era di nuovo a Saint Louis dove affittò un terreno dove trapiantarle. Tuttavia si ammalò, con la conseguenza che non le poté seguire e quattro quinti morirono. All'inizio di dicembre si imbarcò con le sue raccolte alla volta di New Orleans; l'imbarcazione si trovava al largo di New Madrid quando avvenne il primo di tre devastanti terremoti, un'esperienza di cui Bradbury avrebbe lasciato la prima testimonianza scritta nel libro in cui raccontò la sua spedizione. Si trattenne a New Orleans fino al 20 gennaio per spedire le sue raccolte in Inghilterra, poi si imbarcò alla volta di New York. Qui suo malgrado fu trattenuto negli Stati Uniti dalla guerra scoppiata tra i due paesi nel 1812. Nel frattempo le piante che aveva inviato in patria erano arrivate e, forse per un equivoco del figlio di Bradbury, i doppioni della collezione vennero consegnati a Aylmer Lambert. Pursh, che era ospite di Lambert e su suo incoraggiamento stava scrivendo Flora Americae Septentrionalis, decise di includere in un'appendice quaranta piante inedite raccolte da Bradbury. Fu con grande amarezza che questi lo scoprì: questo individuo "osò esaminare la collezione di esemplari che avevo spedito a Liverpool e la descrisse quasi per intero, privandomi sia della reputazione sia del profitto che spettavano solo a me". Non si sa molto della sua vita successiva. Nel 1816 tornò per un breve periodo a Inghilterra dove pubblicò il racconto del suo viaggio, Travels in the Interior of America, in the Years 1809, 1810, and 1811, molto interessante soprattutto come testimonianza della vita delle comunità native. Nel 1817 ripartì per gli Stati Uniti, forse con la moglie e i figli. La delusione lo spinse ad abbandonare del tutto le scienze naturali. Si stabilì a Middletown nel Kentucky dove secondo la testimonianza di Rafinesque lavorava in una manifattura di cotone. Qui morì nel 1823. ![]() Il genere Bradburia Qualche anno prima proprio Rafinesque, che ne aveva grande stima, gli aveva dedicato il genere Bradburya per aver scoperto "così tante piante risalendo il corso del Missouri". Purtroppo, essendo basato su due specie appartenenti ad altri generi, non è valido. A rimediare pensarono i due "papi" della botanica americana Torrey e Gray con una dedica che ha il sapore di una riparazione: "Dedichiamo questo notevole genere a John Bradbury che nel 1811 risalì il Missouri fino ai villaggi Mandan e fece un'interessante raccolta di piante che fu in parte pubblicata da Pursh come supplemento della sua Flora. Nel 1817 pubblicò a Londra il diario dei suoi viaggi in America negli anni 1809-11 che contiene molte interessanti informazioni sulla botanica del Missouri". Bradburia Torr. & A.Gray è un piccolo genere della famiglia Asteraceae che comprende due specie, Bradburia hirtella e B. pilosa, entrambe native degli Stati Uniti meridionali. Sono erbacee annuali talvolta perennanti di medio sviluppo, con radici caudiciformi, foglie e steli pelosi, e capolini radiati solitari o raccolti in infiorescenze panicolate lasse con flosculi del disco e del raggio giallo vivo. I frutti sono acheni muniti di pappi. B. pilosa è comune dal Texas centrale al Missouri sudoccidentale, mentre B. hirtella ha limitata diffusione.
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Dedicandogli il genere Shepherdia, Nuttall definì John Shepherd "orticultore scientifico". Molto si deve a lui se l'orto botanico di Liverpool, di cui fu il primo curatore, crebbe rapidamente, arrivando a competere persino con Kew nell'arco di pochissimi anni. A cinque-sei anni dalla fondazione la collezione superava 4000 specie, poi crebbe ancora, tanto che fu necessario spostare il giardino in una sede più ampia. Fu l'ultimo compito di questo abile giardiniere, morto subito dopo il trasferimento. ![]() Un orto botanico in grande espansione Al momento della fondazione dell'orto botanico di Liverpool, nel 1802 o nel 1803, venne assunto come curatore, ovvero capo giardiniere, John Shepherd (1763/64 - 1836); secondo alcune fonti, ma senza prove definitive, in precedenza avrebbe lavorato per John Leigh Philips, un imprenditore e collezionista di oggetti naturali di Manchester, che lo avrebbe consigliato a Roscoe. In realtà non si sa nulla di lui prima dell'arrivo a Liverpool, ma certamente la scelta si rivelò felicissima. Shepherd era un professionista molto preparato e sotto la sua cura il giardino crebbe rapidamente. Mentre l'impianto generale, con una serie di ordinate aiuole didattiche rettangolari, divise in parcelle con le piante erbacee collocate secondo il sistema linneano, è solitamente attribuito a Roscoe, si ritiene si debba a Shepherd la creazione della roccera, posta tra l'ingresso e le serre. Le rocce sarebbero state ricavate dalla zavotta delle navi che faceano scalo nel porto di Liverpool, il più importante del paese per il commercio triangolare, con collegamenti con l'Africa, le Antille, il Nord America, ma anche l'India e il Sudest asiatico. Certamente ebbe voce in capitolo anche nella creazione delle due serre, il grande conservatory lungo 73 metri e alto 7, con cinque ambienti separati con temperature diverse, e la stove, la stufa per le tropicali. I costi per queste strutture si rivelarono maggiori del previsto, e le 300 quote di sottoscrizione insufficenti; per far fronte ai debiti, vennero innalzare prima a 375, poi a 450, acquistabili però solo dai "proprietors", ovvero dai sottoscrittori iniziali. Ciò permise di completare i lavori e di creare una collezione notevole, come attesta il primo catalogo, pubblicato nel 1808; è anonimo, ma probabilmente fu scritto a quattro mani da Shepherd e Roscoe. Le specie elencate sono 4269; nell'introduzione un lungo ringraziamento chiarisce come sia stato possibile raggiungere un simile numero in appena cinque anni; le piante arrivarono dai sottoscrittori e da altri collezionisti; dai capitani delle navi; da appassionati che avevano raccolto le piante native più rare nelle loro escursioni; dalle università di Oxford, Cambridge e Dublino e dal sovrintendente dei Kew Gardens, ovvero William Townsend Aiton, che fornirono "molte valide aggiunte a questa collezione". Non mancarono gli acquisti da "alcuni dei più eminenti coltivatori commerciali di piante." Le piante, ordinatamente classificate nelle classi linneane proprio come nelle aiuole, sono divise in quattro categorie: alberi e arbusti (594 specie), distribuiti lungo il perimetro e nei boschetti ad est e sud del giardino; piante erbacee (2268 specie), coltivate sia nelle aiuole "didattiche" sia nella roccera sia ai lati dello specchio d'acqua; piante da serra (1046), coltivate nella grande serra “adatta a conservare piante da ogni parte del mondo”; piante da serra calda (461). Colpiscono per ricchezza alcune collezioni: tra gli arbusti, le azalee e i rododendri, le rose (34 specie e varietà); tra le erbacee, le iris (36 varietà), gli aster (61 varietà), le Poaceae (molte decine) e i carici (34), le felci (35); tra le piante da serra, le molte bulbose sudafricane, le eriche (ben 193 specie), le Proteaceae, i Pelargonium (79); tra le piante da serra calda, stapelie, cactacee, aloe, bromeliacee, palme e orchidee, qualcuna tropicale, ma per lo più nordamericane. Venivano davvero da tutto il mondo, ma sembrano prevalere le sudafricane e le nordamericane. Negli anni successivi i contatti di Roscoe con l'India, la missione di Bradbury, sponsorizzata proprio dall'orto botanico, gli scambi con altri giardini dovettero incrementare ancora più le collezioni, ma purtroppo non abbiamo cataloghi ad attestarlo. Le testimonianze d'epoca ci parlano di un giardino che era diventato una vera attrazione e aveva superato anche Kew per la ricchezza di piante e la cura con cui erano disposte e coltivate. Il nome di Shepherd ricorre una ventina di volte in "Botanical Cabinet" per aver fornito altrettante piante di nuova introduzione al vivaio Loddiges; arrivavano dalla Russia, dalla Cina e soprattutto dal Sudamerica; anche se alcune erano piante rustiche, si fanno notare le piante "da stufa" e in particolare le orchidee, di cui il giardino di Liverpool incominciava ad avere una delle migliori collezioni del paese: Cymbidium latifolium, forse dalla Cina, Epidendrum polybulbon dalla Giamaica, Paphiopedilum insigne raccolto in Nepal da Wallich. A Shepherd non mancarono i riconoscimenti personali: nel luglio 1824 fu invitato dalla Preston Horticultural Society come giudice della loro esposizione annuale in quanto "qualificato da ogni punto di vista per decidere i meriti delle piante". Nel 1827 l'Horticultural Society lo premiò con una medaglia d'argento, dichiarando: "Nessun giardino pubblico nel Regno Unito possiede piante meglio coltivate né piante da serra e serra calda così sane e vigorose". Tra il 1820 e il 1823, l'orto botanico di Liverpool, insieme a quelli di Kew, Chiswick, Chelsea, Edimburgo e Glasgow, fornì un'ampia collezione di piante all'orto botanico di San Pietroburgo, e nel 1824 fu tra i giardini visitati dal direttore di quest'ultimo, F. E. L. Fischer, prima di tornare in Russia con molte altre piante; il contributo di Liverpool fu così soddisfacente che nel 1828 Shepherd fu convocato dall'ambasciatore russo per ricevere un anello di diamanti da parte dello zar in persona. Oltre che un bravissimo giardiniere, Shepherd era un botanico competente, come attestano le note manoscritte sulle Scitamineae utilizzate da Roscoe per il suo libro (ma anche da altri, come Ker Gawler per la sua descrizione di Hedychium gardnerianum), nonché un valido progettista. Progettò alcuni giardini privati e nel 1825 collaborò con l'architetto John Foster Junior alla realizzazione del cimitero di St James, uno dei primi cimiteri-giardino; più tardi si occupò della sistemazione paesaggistica del giardino zoologico. Ma ormai a Mount Plaisant mancava lo spazio; la città era cresciuta tumultuosamente e gli edifici assediavano l'orto botanico, mentre l'aria sempre più inquinata danneggiava le piante. Nel 1831 la società proprietaria decise di trasferire il giardino in una località fuori città, infine individuata in Edge Lane a Wavertree. Shepherd progettò il nuovo giardino e diresse il trasferimento delle piante, che fu completato nel 1836. Anche gli alberi maturi vennero spostati a bordo di carri trainati da cavalli. Era l'ultima fatica del vecchio giardiniere, che morì subito dopo. Nel suo necrologio, Loudon lo definì infaticabile nei suoi sforzi di rendere l'orto botanico di Liverpool uno dei migliori d'Europa; la sua collezione di erbacee perenni era insuperabile, così come quella di Scitamineae. A succedergli come curatore fu un parente, Henry Shepherd (1836-1858), forse un cugino di secondo grado, che già lavorava al suo fianco come aiuto giardiniere fin dal 1808, quando aveva 24 anni. Anche lui era un eccellente professionista e divenne famoso per essere stato il primo a riprodurre le felci dalle spore, come riferisce J. E. Smith in una comunicazione del marzo 1819, “Directions for raising ferns from seed as practiced by Mr Henry Sheppard of Liverpool”; diede a Smith 60 vasi di felci ottenute in questo modo; riuscì addirittura a far germinare le spore di alcune felci dell'erbario di Forster, vecchie di 50 anni. Diresse l'orto botanico fino alla morte, per oltre vent'anni, mantenendo gli altri standard del suo parente e predecessore. Fu amico e corrispondente di Hooker cui comunicò tra l'altro diverse felci per il suo Genera Filicum. Purtroppo, durante la sua gestione, e non certo per colpa sua, il giardino conobbe crescenti difficoltà finanziarie, finché nel 1846 la società si decise a cederlo al Comune che lo trasformò in un parco pubblico. ![]() Shepherdia, le bacche dei bisonti Il più giovane degli Shepherd è ricordato dall'eponimo di alcune specie coltivate per la prima volta nell'orto botanico di Liverpool, come Adiantum shepherdii e Rhododendron shepherdii (ora R. kendrickii), mentre a onorare John Shepherd c'è il genere Shepherdia, dedica di Nuttall che prima di esplorare l'America settentrionale aveva lavorato a Liverpool. In The genera of North American plants leggiamo: "In onore di Mr. John Shepherd, curatore dell'orto botanico di Liverpool, un orticultore scientifico, grazie ai cui sforzi e al patronato del celebrato Roscoe questa istituzione deve i suoi presenti meriti". Shepherdia (famiglia Elaeagnaceae) è un piccolo genere di tre specie di arbusti, distributi esclusivamente nell'America settentrionale, dall'area subartica al Colorado. Dioci, portano fiori maschili e femminili su piante diverse. Ovviamente solo quelle femminili producono le bacche rosse ed eduli, benché amarognole e acidule, che ne sono la più evidente caratteristica. Sono utilizzate per gelatine, dolci, marmellate e una salsa utilizzata per accompagnare la carne, compresa quella di bisonte, da cui il nome popolare buffaloberry. Shepherdia argentea è la specie con maggior areale (dal Canada occidentale agli Stati Uniti centro- settentrionali); è un arbusto deciduo, alto fino a 5 metri, con foglie ovali con apice arrotondato, coriacee, ricoperte da un tomento grigio-argento, più fitto nella pagina inferiore. I fiori giallo chiaro hanno quattro sepali e sono privi di petali; i frutti sono drupe rosso brillante, dal diamentro di 5 mm. Le cultivar 'Xanthocarpa' e 'Goldeneye' hanno frutti gialli. Questa specie cresce in una varietà di habitat ed ha un importante ruolo ecologico come cibo per lepidotteri e diversi erbivori, nonché come rifugio per piccoli animali. La più settentrionale S. canadensis è un arbusto più basso (1-4 metri) con foglie dai margini lievemente arricciati, verdi nella pagina superiore, bianco-brunastre in quella inferiore. Il frutto è edule, ma ricco di saponine, tossiche in alte quantità. La più meridionale S. rotundifolia è un arbusto sempreverde, endemico dell'altopiano del Colorado, dove cresce in diverse comunità: gli arbusteti desertici misti, le boscaglie piñon-ginepro e le foreste di Pinus ponderosa fino a 2400 metri di altitudine. Ha foglie persistenti argentate, con margini retroflessi, e pagina inferiore tomentosa. Anche i frutti, singoli o in grappoli, sono ricoperti di peli stellati. |
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https://app.myadvent.net/calendar?id=zb2znvc47zonxfrxy05oao48mf7pymqv CimbalariaAppassionata da sempre di piante e giardini, mi incuriosiscono gli strani nomi delle piante. Un numero non piccolo di nomi generici sono stati creati in onore dei personaggi più diversi. Vorrei condividere qui le loro storie e quelle delle piante cui sono legati. Archivi
February 2025
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